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La verità dell'ipnosi

Cosa rende utile un percorso di regressione terapeutica tramite ipnosi, la verità che racconta o il significato profondo che rappresenta per la persona che vi si sottopone?

La verità dell'ipnosi

L’ipnosi regressiva rappresenta sicuramente uno dei metodi di indagine della coscienza più “suggestivi” e affascinanti, sono infatti sempre di più le persone che ne fanno richiesta, preferendo questo ad altri approcci più impegnativi e lunghi.

Cosa si può indagare? La risposta più generica è “i contenuti rimossi dalla memoria”, ma nell’immaginario collettivo questi contenuti rimossi possono riguardare qualsiasi ambito della vita, dall’oggetto prezioso riposto chissà dove, al nome di una persona persa di vista da tanti anni, fino ad arrivare all’identità che avevamo in una precedente esistenza.

Inutile dire che quest’ultimo tema è quello che solletica la curiosità della maggior parte delle persone, a volte motivate da un reale problema, irrisolto nella vita attuale, a volte spinte dal desiderio di verifica e controllo di ipotesi ed aspettative già mentalmente formulate.

In base all’ambito di riferimento, l’intento espresso dall’operatore e le aspettative di chi si sottopone all’esperienza bisognerebbe distinguere tra l’ipnosi utilizzata come tecnica suggestiva “ludica” o “da spettacolo” e l’ipnosi terapeutica.

 

Ipnosi “da spettacolo”

Le informazioni emerse potrebbero essere di varia natura, presumibilmente non troppo impattanti nella vita dell’individuo e facilmente sostenibili dal punto di vista emotivo. Non occorre che l’operatore sia un terapeuta, ma essendo comunque una pratica delicata sarebbe bene usare comunque cautela e delicatezza, poiché talvolta anche la suggestione apparentemente più banale, può scatenare delle reazioni inaspettate.

 

Ipnosi terapeutica

Quando l’ipnosi regressiva è usata invece a scopo terapeutico, per esempio per comprendere l’origine di un problema, i contenuti emotivi possono essere particolarmente intensi e più faticosamente elaborati a livello consapevole, ecco perché, in questi casi, nonostante la legislazione italiana non lo imponga, sarebbe bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta (psicologo o medico) specializzato in psicoterapia ipnotica.

Contrariamente a quanto normalmente si pensi, non è una predisposizione della personalità a far sì che un soggetto sia o meno ipnotizzabile, perché la mente può essere “educata” a questo speciale modo di concentrarsi, ma la particolarità della regressione terapeutica tramite ipnosi implica che ci sia un coinvolgimento delle strutture più profonde della coscienza, che a protezione del soggetto stesso, potrebbero impedire che certe esperienze del passato emergano, se emotivamente troppo forti.

C’è quindi una sorta di “salvavita”, che stacca la connessione quando la tensione si fa eccessiva e in questo caso non sarebbe saggio insistere. Quando invece la coscienza riesce ad evocare il passato, possiamo essere certi che ciò che emerge sia vero? Purtroppo no.

Quello che emerge in ipnosi è il vissuto soggettivo di un’esperienza, non la verità assoluta, ma solo un punto di vista, quello del soggetto, ri-elaborato dalla propria personalità. Questo è il motivo per il quale un ricordo affiorato durante una trance ipnotica non potrebbe essere utilizzato come prova in tribunale.

D’altro canto dal punto di vista terapeutico non è importante che emerga la verità del ricordo, perché ciò che ci ha fatto soffrire del nostro passato è principalmente il modo in cui noi lo abbiamo vissuto, il significato che gli abbiamo attribuito, a prescindere da come si siano svolti realmente i fatti, ed è proprio su questo che verte il percorso terapeutico: avere la possibilità di cambiare punto di vista e trovare, oggi, un altro modo di reagire, possibilmente più costruttivo, a situazioni simili, rintracciando nuovi significati e nuove soluzioni.

E le vite precedenti? Poiché la verità assoluta, oggettiva, non è rintracciabile in un passato esplorato con ipnosi regressiva, non è dimostrabile scientificamente la possibilità di rivivere episodi di vite precedenti. Capita però spesso che le persone riferiscano di luoghi mai visti prima e di situazioni ambientate in altra epoca: non si può neppure dimostrare che ciò non sia vero.

Forse ricercando ora, nel tempo presente, gli stessi luoghi e verificando meticolosamente se certe persone siano realmente esistite si potrebbero trarre delle conclusioni, ma questo non è il compito della psicoterapia ipnotica.

 

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