Massaggio del viso, storia e principali tecniche
Il massaggio del viso è una pratica antica, rivisitata sia dalla medicina sia dall'estetica, che apporta benessere a tutto il corpo.
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Un massaggio al viso ben fatto può durare anche quasi un'ora e l'effetto rigenerante sarà visibile non solo sulla pelle e sulla muscolatura facciale: gli effetti di un massaggio al viso su tutto il sistema nervoso centrale sono sorprendenti.
Esistono molte pratiche che contemplano il massaggio facciale, ma anche i più moderni protocolli estetici si rifanno a manovre e punti di drenaggio e scarico delle tradizioni più antiche.
Benefici del massaggio al viso
I punti che vengono sollecitati durante il massaggio al viso sono particolarmente importanti perché agiscono su varie strutture: il sistema linfatico, il sistema nervoso centrale, il sistema muscolare facciale, gli strati epidermici.
Da questo iniziamo già a comprendere come un massaggio al viso possa apportare benefici a più livelli, non solo per quanto riguarda il mero aspetto estetico, ma anche per funzionalità ben più articolate.
Innanzitutto in un massaggio al viso si coinvolgono anche altri distretti corporei come la testa, la nuca, il collo e le spalle. Il trattamento, qualunque tecnica venga applicata, è piacevole e rilassante e i benefici legati alla pratica sono facilmente individuabili:
> Riduzione dello stress: il massaggio al viso e alla testa riconduce ad uno “stato di grazia” legato a momenti dell’infanzia, del rapporto materno, ad una già vissuta condizione di protezione. Se ci pensiamo bene è difficile che qualcuno ci accarezzi la testa o il viso, se non in situazioni intime e private, e sono manualità che esercitano un forte potere rasserenante, rilassante e stimolano la sfera della creatività, del viaggio onirico, della sensibilità sensoriale.
> Stimolazione linfatica: il massaggio del viso è in grado di drenare la linfa verso i gangli di raccolta, quindi attenua i gonfiori sopra e sotto gli occhi, i ristagni nei seni paranasali.
> Stimola la microcircolazione locale a livello del derma e dei muscoli facciali, con l’effetto di riossigenare i tessuti, facilitare l’osmosi naturale, elasticizzare le fibre muscolari. Questo consente un maggior assorbimento dei principi attivi di sieri e creme utilizzate, esalta il naturale colorito dell’incarnato, dona tonicità ai tessuti.
> Luminosità della pelle: con il massaggio la pelle si purifica dal grigiore e dall'opacità, acquista nuova vitalità e turgore.
> Rallentamento della formazione di radicali liberi: il massaggio in generale è uno strumento per contrastare l’invecchiamento cellulare. Inoltre stimola i fibroblasti e sollecita la produzione di elastina e collagene, per rendere la pelle più compatta, tonica ed elastica. Il massaggio al viso conferisce un aspetto più riposato e giovane.
Qualche tecnica per massaggiare il viso
Ci sono davvero molte tecniche e protocolli che indicano come procedere ad un massaggio del viso rilassante, antistress e rigenerante e anche a come riprodurlo da soli, per regalarsi un automassaggio efficace.
Dalle tecniche ayurvediche, a quelle giapponesi come il massaggio Ko Bi Do, che significa Antica Via della Bellezza, o al linfodrenante più occidentale, il risultato è sempre molto apprezzabile e il percorso piacevole.
> Kobido: detto anche massaggio dei samurai, nacque in Cina da tradizioni millenarie e venne poi adottato in Giappone a partire dal 1472. Consiste in leggere pressioni, digitopressione, stiramenti, impastamento: migliora la circolazione sanguigna e linfatica, ossigena i tessuti, stimola la produzione di collagene e si applica su viso e collo.
Si tratta di un massaggio che agisce sulla muscolatura profonda, quindi oltre agli effetti benefici per la pelle e la sua compattezza, libera le parti contratte da tensioni muscolari, allevia eventuali emicranie, e dolori alla mascella. Per queste proprietà è particolarmente indicato a chi digrigna i denti di notte e porta il byte per controllare le tensioni muscolari.
> Linfodrenaggio facciale: è una pratica che sfrutta la pressione delle dita senza l’ausilio di unguenti o creme. Nacque intorno ai primi decenni del 1900, e il protocollo del massaggio linfodrenante venne messo a punto dal biologo danese Emil Vodder.
I polpastrelli delle dita sono lo strumento che deve veicolare i movimenti, rigorosamente dalla parte interna del viso a quella esterna e dalle tempie alla base delle orecchie, in funzione della direzione del circuito linfatico. La tecnica prevede lo stiramento delle linee linfatiche con movimenti circolari verso la direzione di drenaggio.
Il ritmo deve essere lento e costante, perché il movimento della linfa è inferiore a quello del sangue, la pressione deve essere leggera, non profonda, poiché i vasi linfatici sono estremamente delicati. Si parte dalla porzione inferiore del viso, sotto il mento e gradualmente si affrontano le fasce superiori fino a concludere con quella in prossimità della fronte.