Canapa per il glaucoma
Uno studio dell'Università di Aberdeen mostra come un derivato della canapa, il THC, usato in piccole dosi, generi una riduzione della pressione intraoculare. L'articolo originale s'intitola "Quel derivato della cannabis che può curare il glaucoma".
Di Roberto Suozzi
Ottima base, nella ricerca di una efficace cura del glaucoma, lo studio apparso sul Journal of Glaucoma (ottobre 2006), a opera di ricercatori dell’Università di Aberdeen nel Regno Unito. Attualmente, nel glaucoma (termine che sintetizza un gruppo di disturbi dell’occhio) la pressione intraoculare non è più considerata la causa della patologia bensì, assieme ad altre condizioni, un importante fattore di rischio. Scopo dello studio degli studiosi britannici era quello di valutare gli effetti della somministrazione orale di una piccola dose di delta-9-tetraidrocannabinolo (delta-9-THC) e cannabidiolo (CBD) sulla pressione intraoculare, nonché di stabilire sicurezza ed efficacia di questi.
Nella sperimentazione, uno “studio-pilota”, a soli 6 pazienti, che presentavano un glaucoma ad angolo aperto, con uno spray adoperato per via sublinguale furono somministrati 5 mg di delta-9-THC, o 20/40 mg di CBD, o un placebo. Le somministrazioni vennero effettuate con un’unica dose alle 8 del mattino; a distanza di 2 ore le persone che avevano assunto THC hanno mostrato una riduzione della pressione intraoculare rispetto al placebo. Solo dopo 4 ore la pressione ritornò ai valori elevati della misurazione iniziale. Per quanto riguarda il cannabidiolo, non ha dimostrato di ridurre la pressione intraoculare: alla dose di 40 mg ha avuto anzi, a distanza di 4 ore, l’effetto di alzarla.
Va segnalato che in un paziente, dopo somministrazione di THC, si manifestò un leggero attacco di panico. Secondo questo studio, un’unica dose di 5 mg di THC, oltre ad essere ben tollerata, è in grado di ridurre temporaneamente la pressione intraoculare. I cannabinoidi, tra cui il THC, sono in grado di migliorare anche la circolazione sanguigna della retina; a essi vengono attribuite azioni neuroprotettive e antiossidanti, potrebbero pertanto diventare utilizzabili nella terapia del glaucoma.
La canapa, la pianta di cui non si butta via niente
Quelle che posono danneggiare in modo irreversibile nella malattia (danno glaucomatoso), da diversi fattori di rischio, ipertensione intraoculare inclusa, sono le cellule ganglionari della retina, indispensabili per la visione. Ophtalmic Research (2007 marzo) pubblica una sperimentazione di studiosi Usa sul possibile ruolo del THC nella terapia del glaucoma. Anche in quest’ultimo caso il THC ha evidenziato un effetto neuroprotettivo nonché la capacità di preservare l’integrità delle cellule ganglionari della retina attraverso la riduzione della pressione intraoculare. Da non dimenticare, nel trattamento del glaucoma, l’utilità dell’estratto di gingko biloba che ha dimostrato di migliorare il flusso sanguigno oculare, la visione e la pressione intraoculare.
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