Canapa italiana
Largamente coltivata e usata fino alla metà del Novecento, la canapa venne improvvisamente abbandonata negli anni del boom economico, sull'onda dell'entusiasmo per i nuovi prodotti sintetici. Oggi la si riscopre.
La coltivazione della canapa in Italia vanta una lunga tradizione: in particolare, nella Pianura Padana la canapa è stata coltivata, come tessile, fin dall'epoca romana. Agli inizi del Novecento, l'Italia era la seconda nazione al mondo per quantità di canapa tessile prodotta, preceduta solo dalla Russia. Negli anni a seguire, su tutto il territorio nazionale si registrò una progressiva riduzione della superficie coltivata a canapa e, conseguentemente, della fibra prodotta.
La crisi della canapa, iniziata nel 1958 con la scomparsa totale della produzione nella Pianura Padana, giunse a compimento nel 1964, quando anche la Campania fu costretta a desistere. Vi fu senza dubbio, all'epoca, una decisa volontà di non intervenire, malgrado le numerose sollecitazioni pervenute da più forze politiche: la coltivazione della canapa venne abbandonata per lasciare spazio alle emergenti fibre sintetiche, resistenti, poco costose e facili da ottenere.
In realtà, solo più tardi ci si è resi conto dell’errore commesso, considerati, oltre agli aspetti agronomici e ambientali (elevata velocità di crescita e quindi alta competizione nei confronti delle erbe infestanti, tanto da permettere di eliminare l’uso dei diserbanti; azione miglioratrice e strutturante sul terreno; elevata capacità di assorbire i metalli pesanti) anche il gran numero di prodotti ottenibili dalla canapa:
1. Tessuti - La pianta di canapa é più produttiva, in fibra tessile, del cotone; inoltre, la sua la fibra è molto più robusta e duratura.
2. Semi e olio – La canapa appartiene alla categoria di piante oleaginose di maggiore importanza alimentare e fisiologica. L’olio estratto dai semi di canapa viene usato da secoli nell’alimentazione umana per le sue qualità eccezionali. E' particolarmente ricco di grassi insaturi ed è l'ideale per correggere la dieta dell'uomo moderno e per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio; inoltre, può essere efficacemente utilizzato per uso esterno. Con l'olio di canapa si possono fabbricare saponi, cere, cosmetici, detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione ecc.. Le vernici fabbricate con questa materia prima, oltre a non essere inquinanti, risultano di alta qualità.
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3. Carta – La fibra tessile estratta e i semi raccolti non costituiscono le uniche materie prime utilizzabili: restano ancora la stoppa e la parte legnosa o canapolo, che non si possono considerare un mero sottoprodotto. Con la stoppa, infatti, si può fabbricare carta di alta qualità, sottile e resistente. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la carta di uso più corrente, come la carta di giornale, i cartoni ecc. La fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile. Inoltre, per renderla completamente bianca è sufficiente un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), in luogo dei composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli alberi.
4. Materiali plastici - Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici pienamente biodegradabili che, pur non potendo in molti casi competere con le sofisticate materie plastiche di oggi, consentono comunque una serie di usi importanti come imballaggi, isolanti e così via.
5. Combustibili - La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è considerata anche la pianta ideale per la produzione di combustibili da biomassa, in sostituzione dei prodotti petroliferi.
Tutto ciò ha spinto VERDESATIVA ad affrontare le numerose difficoltà legate all’utilizzo di una pianta che da molti anni non veniva più coltivata, acquistando dalla Francia sementi certificate e autorizzate a basso contenuto di THC, come da legge vigente.
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