Influenza? Lasciati influenzare dall’ayurveda!
Se gli antinfluenzali e i vaccini non fanno per voi, ecco qualche consiglio ayurvedico. Iniziate a fare scorte di zenzero…
Nonostante l’inverno stenti ad arrivare e, almeno a sud, le temperature siano piacevolmente primaverili, siamo ben consapevoli che il freddo è alle porte e, con esso, tutti i malanni di stagione che porta con sé.
La tv inizierà presto a bombardarci di consigli più o meno utili esortandoci a prendere questo o quel medicinale e a ricorrere a questo o quel vaccino.
Se però percepiamo che questa non è la NOSTRA via di prenderci cura di noi stessi, per fortuna ne esiste un’altra che non avrà gli “onori” di un servizio sul tg, ma che merita di essere conosciuta.
Una via che non si compone di pasticche da prendere o sciroppi da trangugiare, bensì si rivolge all’individuo proponendogli un modo di guardare l’influenza con occhi completamente nuovi: l’ayurveda.
L’influenza secondo la medicina ayurvedica
Per l’ayurveda le influenze stagionali non sono il mero frutto di qualche batterio, bensì hanno strettamente a che fare con l’universo intero, con l’equilibrio dei dosha e il cambio di clima. Rende bene il concetto il prof. Antonio Morandi specialista in neurologia e direttore della scuola Ayurvedic Point: “Vi sono due fasi nell’epidemia: quella che si sviluppa più o meno in dicembre e quella primaverile. La medicina tradizionale considera allo stesso modo queste due ondate. Per quella indiana, invece, la prima fase serve a “scaricare” il calore accumulato durante l’estate, la seconda a eliminare il muco accumulato in inverno”. Questo è dovuto al diverso equilibrio dei dosha: “Ogni stagione è dominata da uno dei tre dosha: Vata, Pitta e Kapha energie che permeano sia l’organismo umano che l’ambiente. Il dosha dell’inverno è Kapha che esprime freddezza, lentezza, pesantezza, chiusura. In questa stagione aumenta la quantità di muco che non riesce a liberarsi perché nell’ambiente non è presente la qualità (o guna) di Vata che è il movimento.Vata domina in primavera ed è sinonimo di moto, freschezza, vento: ecco che, in quel periodo dell’anno, si verifica la possibilità di espellere il muco, cosa che accade puntualmente con le influenze di febbraio-marzo. In estate, invece, c’è un grande accumulo di calore (qualità di Pitta) e, se non viene adeguatamente liberato, questo porta alle febbri di dicembre”.
Influenza? L'ayurveda ci viene in soccorso
Se questo è il quadro d’insieme, alcune deduzioni, come si dice, vengono spontanee. Se già per motivi stagionali si va incontro ad un aumento di Kapha dobbiamo evitare, attraverso la dieta ad esempio, di ingerire cibi che favoriscano l’accumulo di questa energia doshica. Dunque, largo a cibi caldi, leggeri, dal gusto piccante, amaro o astringente (sconsigliati invece i latticini); per chi lo tollera, è ottimo l’aglio. Un amico che non dovrebbe mai mancare in cucina per allontanare o combattere l’influenza è lo zenzero che può essere assunto sottoforma di infuso oppure puro insieme a del miele.
Come però anticipava il già citato prof. Morandi in questo periodo si può assistere, nei soggetti predisposti, ad un “colpo di coda” di pitta, il dosha che domina in estate. Approfondisce il dottore: “Il calore (qualità di Pitta) accumulatosi in estate tende a trovarsi principalmente nell’intestino tenue e nello stomaco. Per eliminarlo, bisogna utilizzare tutti i metodi che migliorano la digestione e favoriscono l’evacuazione e l’assorbimento intestinale”.
Se infatti il nostro fuoco gastrico si affievolisce non tutte le tossine saranno adeguatamente bruciate e i residui incombusti potrebbero accumularsi e tradursi in uno dei sintomi influenzali più noti. Un rimedio che offre il prof Bhagwan Dash per i disturbi gastrici è il pippali (pepe lungo): “Il paziente lo prenderà in polvere, mezzo cucchiaino da tè mescolato col miele e succo di zenzero per tre volte al giorno. Se questa sostanza viene somministrata al primo attacco di febbre impedisce ogni ulteriore aumento della temperatura. Questo preparato inoltre aumenta la resistenza del paziente contro attacchi di bronchite e congestione alla gola”.
Se reperire i preparati indiani potrebbe risultare difficoltoso per qualcuno, ecco un altro semplice e prezioso ingrediente che, in genere, non mai nei mercati italiani: la curcuma. Può essere consumata insieme a un bicchiere di latte per tre volte al giorno. Il prof. Morandi consiglia in caso di stati acuti anche di mal di gola e raffreddore di utilizzare l’olio di sesamo con il quale è possibile effettuare dei gargarismi: “Questa pratica andrebbe fatta tutte le mattine perché previene le infezioni del cavo orale e oro-faringeo”.
In caso di influenza, sono da prendere anche alcuni accorgimenti a livello di stile di vita: evitare sforzi eccessivi, sia fisici che mentali e non esporsi al vento freddo.
VEDI ANCHE