L’ametista in cristalloterapia
La pietra viola per eccellenza, onnipresente nelle sedute di cristalloterapia. Ma per cosa viene utilizzata l'ametista? Scopriamolo insieme.
Gioielleria, collezionismo, occultismo, arredamento, uso cerimoniale e infine cristalloterapia. Sono numerosi gli usi dell’ametista e i rapporti che questa magnifica pietra dal colore viola più o meno intenso ha avuto con l’essere umano.
Si tratta come noto di una varietà di quarzo, da considerarsi come una delle più pregiate, con un colore che varia dal rosa intenso al viola profondo, dovuto a ferro trivalente che, nella struttura chimica, è andato a sostituire il silicio.
Molti sono gli accenni storici che si possono fare attorno all’ametista: dall’uso che ne facevano gli Egizi ai vari miti Greci a essa correlati, passando per l’uso che ne facevano i Cesari, i Papi e i cardinali, senza trascurare l’utilizzo consueto nei riti sciamanici dell’Asia, in quelli religiosi degli aborigeni australiani e dei sacerdoti mesoamericani.
L'ametista e i chakra
Concentriamoci però su quello che concerne l’uso dell’ametista nella cristalloterapia, ovvero l’insieme di tecniche i cui benefici portano a ristabilire la salute psicofisica e l’armonia energetica dell’individuo tramite l’applicazione di pietre sul corpo o, in alcuni casi, il loro uso a relativa distanza utilizzandone il campo magnetico.
Anzitutto va notato che il colore dell’ametista è relativo a quello del settimo chakra della tradizione yogica, chiamato Sahasrara.
Da quando la cristalloterapia ha incluso nel suo lavoro sinergico le tradizioni sapienziali di vari retaggi culturali, inclusa quella yogica, l’ametista è sempre stata associate a questo chakra, considerato l’ultimo e più alto, capace di aprirsi alla coscienza cosmica.
Ecco uno dei motivi per cui l’ametista viene considerata un “facilitatore” di esercizi di interiorizzazione come la meditazione, la concentrazione e la contemplazione.
I benefici interiori dell'ametista in cristalloterapia
Nella pratica della cristalloterapia si utilizzano piccolo druse di ametista o cristalli isolati, specie quando di ottima forma prismatica.
Altrimenti anche le gemme tagliate o i campioni burattati possono molto spesso risultare utili. Nella pratica individuale l’ametista aiuta a percepire la guida interiore e i suoi messaggi, rendendoli più chiari e diretti possibili.
In questo senso è anche utilizzata per facilitare il contatto del paziente con la radice delle proprie contraddizioni interne e idiosincrasie, specialemente quanto tramite l’ego queste assumono forme distruttive o particolarmente negative, come ad esempio la tendenza alla dipendenza da sostanze o persone.
I benefici fisici dell'ametista in cristalloterapia
L'ametista in Italia
Una curiosità tutta italiana: in Sardegna, ad Osilo in provincia di Sassari per la precisione, si possono trovare delle belle ametiste che, sebbene non si presentino mai con un colore intenso quanto piuttosto in un viola rosaceo, hanno un abito cristallino prismatico molto ben fatto che raramente si può trovare nelle ametista sudamericane che hanno invaso il mercato coi loro geodi grazie all’appeal dato dal loro colore.
In cristalloterapia, è bene ricordare, la perfezione dell’abito cristallino è tanto importante quanto il colore.
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