Medicina psicosomatica: l’unione di mente e corpo
Mai sottovalutare l’influenza che le emozioni possono avere sul nostro corpo. La medicina psicosomatica individua blocchi emozionali e sentimenti repressi nell'ottica di un indissolubile legame tra soma e psiche
Nonostante gli antichi avessero ben compreso lo stretto legame tra corpo e mente, la medicina moderna ha sempre più rafforzato la tendenza a separare nettamente gli aspetti fisici da quelli mentali.
Questa insistenza nel distinguere gli eventi organici da quelli psichici, accompagnata da una sempre più intensa specializzazione, ha portato la medicina a separare tra loro addirittura gli stessi aspetti fisici.
Corpo, mente. Malattia, disturbo
È solo a partire dagli anni 50 del Novecento che, grazie ai lavori di Franz Alexander, si è insinuato un differente orientamento di pensiero, il quale si opponeva alla frammentazione specialistica, proponendo, in una visione olistica, la ricomposizione dell’unità psicofisica dell’uomo, servendosi di sistemi concettuali che cogliessero aspetti organici e psichici allo stesso tempo.
Col tempo, si sono susseguiti diversi modelli interpretativi della malattia/disturbo e fra tanti, basti ricordare i contributi di Reich, Bikow, Boss, Weizsacher, Cannon, Nemiah, Freud e Jung. La medicina psicosomatica sta oggi conoscendo una stagione di interesse, tanto da esser stata designata nel 2003 quale settima specializzazione psichiatrica dall’American Board of Medical Specialties.
Cos’è la medicina psicosomatica?
La medicina psicosomatica rappresenta quella precisa branca della medicina che mette in stretta relazione la mente con il corpo, o meglio la sfera emozionale e affettiva con il soma, ovvero il disturbo, cercando di individuare e comprendere l’influenza e la portata che un’emozione è in grado di esercitare sul lato fisico.
La terapia consiste pertanto nel proporre al soggetto tutta una serie di utili informazioni finalizzate a renderlo capace di interagire con il proprio corpo. Nel fare questo, si utilizzano diverse tecniche.
Spesso, i blocchi emotivi vengono tirati fuori dal paziente mediante pratiche artistiche, come danza o canto. C’è invece chi utilizza la trance e l’ipnosi, chi i colori, chi l’aspetto relazionale. Chi parla. Chi si limita ad ascoltare.
In realtà, lo sviluppo della pratica, della terapia in questo caso, non è proprio andato di pari passo con la crescente acquisizione di conoscenze empiriche, elaborazione di modelli concettuali e sviluppo delle metodologie di indagine.
Quel che ne consegue è l’esistenza di una pluralità di approcci, e l’assenza di una chiara e unitaria cornice di riferimento, oltre che di specifiche articolazioni dei vari trattamenti proposti e riconducibili al vasto campo della medicina psicosomatica.
Disturbi e malattie psicosomatiche
Le malattie e i disturbi che, storicamente, sono stati definiti come psicosomatici sono l’ipertensione arteriosa, l’asma bronchiale, la colite ulcerosa, l’ulcera gastro-duodenale e l’eczema. Col tempo, e con l’aumentare dei nuovi contributi teorici, l’elenco dei disturbi affrontabili mediante la medicina psicosomatica comprendono anche i disturbi alimentari (anoressia e bulimia su tutti), i disturbi del sistema gastrointestinale (iperacidità gastrica, vomito, nausea, stipsi e diarrea da emozione), i disturbi del sistema respiratorio (dispnea, iperventilazione e singhiozzo).
Fanno parte della vasta famiglia dei disturbi psicosomatici anche i disturbi cardiovascolari (nevrosi cardiaca), i disturbi dell’apparato cutaneo (psoriasi, dermatite atopica, sudorazione profusa), i disturbi del sistema muscolo scheletrico (crampi, mialgia), i disturbi del sistema genitourinario (impotenza, enuresi, dolori mestruali) e infine i disturbi del sistema endocrino (ipo e ipertiroidismo, diabete mellito).
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Immagine | Hank Grebe