Moxibustione: moxa e artemisia
Cosa significa curarsi grazie al calore sprigionato dalla moxa? Informazioni utili su questo rimedio tradizionale della medicina cinese che sfrutta le proprietà dell’Artemisia Vulgaris
Con il termine moxibustione, si intende l'applicazione prolungata di calore sui specifici punti del corpo, in corrispondenza di meridiani e agopunti. La moxibustione è una tecnica cinese, di origine tibetana. Insolito è che l'espressione sia giapponese: Moe Kusa, che sta per "erba che brucia". L'erba che brucia in questione è l’artemisia (o assenzio selvatico), nota anche con il nome di “erba scacciadiavoli”. Si coglie al solstizio d'estate (20 o 21 giugno a seconda dell’anno), dopo che il sole l'ha imbevuta dei suoi raggi. Una volta seccatesi, le foglie vengono triturate in un mortaio fino a ottenere un impasto lanoso.
Con quest’ultimo si possono formare delle palline, dei coni o, avvolgendolo in carta di gelso, dei sigari lunghi circa 20 cm. Queste forme si appoggiano sulla pelle in corrispondenza dei punti di agopuntura, si accendono all'estremità superiore e si lasciano bruciare. Scopriamo meglio in che rapporto sono moxa e artemisia.
Artemisia vulgaris
Artemisia vulgaris è il nome scientifico della pianta arbustiva utilizzata nella moxibustione. Conosciuta anche come artemisia comune, assenzio cinese o semplicemente moxa, questa pianta, appartenente alla famiglia delle Asteracee, proviene dalle zone più temperate di Europa, Asia e Nord Africa, ma oramai è reperibile anche in Nord America.
Il nome Artemisia sembra derivi dal nome della regina Artemisia, sposa di re Mausolo (a sua volta celebre per il termine “mausoleo”, relativo all’enorme costruzione eretta per contenere le sue spoglie mortali), re della Caria.
Un’altra versione ricollega il termine Artemisia ad Artemide, nome greco della dea della caccia. In greco, la parola artemes, che sta per “sano” potrebbe rappresentare un’altra interpretazione. Ovviamente, la parola latina vulgaris ci suggerisce la comune reperibilità della pianta.
Il binomio Artemisia Vulgaris fu concepito invece da Carlo Linneo, padre della classificazione scientifica, nel 1753.
Caratteristiche dell’Artemisia Vulgaris
L’Artemisia Vulgaris possiede, per la medicina popolare, diverse proprietà medicamentose. Tra queste, sicuramente sono da annoverare proprietà antisettiche, antispasmodiche, carminative, diaforetiche, espettoranti, eupeptiche, amarotoniche e antidiabetiche. Le foglie vengono spesso inserite nelle pietanze come condimento per cibi difficilmente digeribili.
Ma perché proprio l’Artemisia nella moxa? Un’altra peculiarità dell’artemisia è quella di irradiare, quando brucia, una temperatura di circa 500/600 gradi, terapeuticamente molto efficace. Il calore irradiato dalla pianta non fa altro che ripristinare il flusso ordinario dell'energia e del sangue nel corpo, ristabilendo l'equilibrio psico-somatico.
In linea con la tradizione della medicina tradizionale cinese, moxa e artemisia sono efficaci contro le patologie riconducibili alla presenza di Freddo, Caldo o Umidità all'interno del corpo, siano queste di provenienza esterna (agenti climatici) o interni (scompensi di yang).
Preparazione della moxa con l’artemisia
Per la cura con il calore, nell’Europa di qualche secolo fa venivano utilizzati dei sacchi di fieno precedentemente intinti in acqua bollente, che venivano successivamente adagiati sulla schiena del soggetto. In alternativa, venivano confezionati dei piccoli sacchetti per parti del corpo più piccole o sensibili. Il principio rimane lo stesso.
In Oriente invece, venivano utilizzati, e si fa tuttora, dei sigari di artemisia. L’Artemisia veniva prima essiccata al sole. Una volta pronta la lanugine, nella preparazione della moxa, venivano talvolta mescolate altre erbe mediche tra cui l'Aquilaria Agallocha, la Rosa Banksiae, la Pistacia Lenticus e lo zenzero seccato. I sigari o coni di moxa venivano confezionati pressando e arrotolando l’erba, ottenendo così dei bastoncini combustibili della lunghezza di circa 20 cm, con un diametro di 1 o 2 cm. Una volta acceso il sigaro, si crea sulla punta una piccola brace, che sprigiona un fumo molto aromatico. A volte, la moxa si può trovare sotto forma di palline che vengono fatte bruciare direttamente sulla cute o, a volte, interponendovi qualcosa come, ad esempio, del sale o una piccola fetta di aglio o di zenzero.
La preparazione della moxa con l’artemisia non è proprio una pratica da poter svolgere quotidianamente in casa, quindi in rete proliferano siti con accessori per la pratica della moxibustione da utilizzare già confezionati. La tradizione talvolta viene sop-pianta-ta da dispositivi meccanici per la moxibustione.
Attenzione ad alcune controindicazioni. La moxibustione è sconsigliata a individui con temperature corporee molto alte o con ipertensioni arteriose. Dovrebbero evitarla anche le donne durante il ciclo mestruale e i bambini sotto i dieci anni d'età.
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