Piplamool in Ayurveda: cos’è e a cosa serve
Facciamo riferimento all’antica saggezza ayurvedica per riscoprire il Piplamool o pepe lungo, una pianta scomparsa dal panorama europeo ma che è stata per lunghi secoli una spezia preziosissima per la cucina ma ancor piu’ per la salute. Infatti i suoi benefici sono innumerevoli. Proveremo a elencarne alcuni.
Piplamool è uno dei nomi indiani (assieme a "pippala" e "pipal") del Piper longum, Indian Long Pepper, conosciuto in italiano come pepe lungo.
Come tutte le piante del Genere Piper appartiene alla Famiglia delle Piperaceae e, come il comune pepe nero (Piper nigrum) col quale è strettamente imparentato, è capace di produrre un effetto “pepato” di bruciore del cavo orale.
Assieme al cugino pepe nero, è stato per secoli una spezia importante per via della sua piccantezza, ed un rimedio medicinale di tutto riguardo, onnipresente nelle medicine tradizionali antiche, prima su tutte la medicina ayurvedica.
Di questa pianta fa menzione anche Ippocrate, padre della medicina, e il suo declino ebbe inizio soltato con la scoperta del peperoncino nel Nuovo Mondo. I suoi frutti, in realtà falsi frutti composti da una miriade di minuscoli frutti, contenono piperina, un alcaloide che rende il frutto tipicamente pungente.
Quasi del tutto scomparso nelle cucine europee, lo si trova ancora in Asia, sia come spezia che come medicina. Oggi, dopo numerosi studi scientifici, sappiamo che la piperlongumina in esso contenuta e dal quale trae il nome, è capace di uccidere molti tipi di cellule cancerose e ha dimostrato di essere attiva contro varie forme di tumore tra le quali vanno citate quello al seno, alla prostata, al colon, allo stomaco, al cervello, ai polmoni, più varie forme di leucemia e di linfoma.
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Benefici e proprietà del piplamool
Ma, rivolgiamoci per un attimo alla saggezza ayurvedica per capire come da secoli questo frutto è usato ininterrottamente. Pare sia indicato per problemi respitatori, specie polmonari, e viene considerato il nemico numero uno del muco nei polmoni.
Migliora la circolazione sanguigna nei polmoni grazie alle sue qualità vasodilatatrici e, assieme al miele, viene popolarmente usato in caso di asma, bronchite e comuni problem respiratori. Passiamo allo stomaco: grazie ai suoi alcaloidi unici nel loro genere, è in grado di aumentare Agni, l’elemento fuoco, e di migliorare la situazione in caso di inappetenza, digestione lenta, meteorismo, nausea.
Da non usare in caso di reflusso gastrico. Aiuta nell’assorbibento dei principi nutritivi, ed è spietato contro parassiti e vermi. Pare migliori anche la fertilità maschile: il piplamool è indicato come alimento contro l’eiaculazione precoce, ed è in grado di tonificare il tessuto spermatico.
Viene prescritto per gli anziani, per via del suo potere vasodilatatore e promotore della circolazione sanguigna, ed è ideale nel rinvigorire i tessuti attaccati dalla sciatica. Ha qualità epatoprotettive ed è in grado di prevenire le fibrosi. Inoltre ha la capacità di nutrire i nervi, di rinforzarli e viene consumato nell’Ayurveda in caso di stress o problemi di origine nervosa.
Il piplamool nell'Ayurveda
Oltre ai frutti, in genere essiccati, nell’Ayurveda si fa uso anche delle sue radici e delle foglie (queste meno frequentemente). In genere si può trovare anche sotto forma di preparati in polvere. L’Ayurveda lo pone in un gruppo speciale di piante, il Vesavara, nel quale rientrano altre pianti medicinali molto potenti: lo zenzero, il pepe, il coriandolo, il cumino e infine il melograno.
Sempre secondo l’Ayurveda, il piplamool sarebbe un cibo pitta, in grado di provocare secchezza (come detto, secca il muco) e leggerezza (brucia i grassi); pertanto sarebbe indicato per bilanciare kapha e vata e meno indicato per chi ha pitta come dosha dominante.
Ciò si può tradurre come un consiglio del suo consumo per le persone in sovrappeso e dela metabolismo lento; di conseguenza è sconsigliato ha chi ha un metabolismo veloce, chi ha il fisico di per sé molto asciutto, con pelle secca e capelli secchi, in poche parole i tipi pitta.
Inoltre è in grado di bilanciare il tipo vata, ovvero tutti i tipi di problemi delle vie respiratorie e di tipo nervoso, ribilanciando vata con pitta.
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