Igiene personale e pulizia interiore nell'ayurveda
Onorare il corpo vuol dire farlo ogni giorno. Conoscere una tradizione vuol dire aprire varchi verso la storia e anche la storia della medicina affonda le sue radici in terreni fertili come quello dell'ayurveda. Scopriamo quanto il rito quotidiano e l'igiene siano importanti nella medicina ayurvedica
L'ayurveda è un'antica medicina e insieme una vera e propria filosofia di vita; la prevenzione nell'ottica ayurvedica è importantissima ed è tutta orientata verso la comprensione della malattia in senso profondo, non solo come sintomo, ma come manifestazione di un disequilibrio.
Chiunque si avvicini a un Acharya (maestro), che magari è anche un Vaidya (sapiente Ayurvedico), entra in contatto con una conoscenza antica, caratterizzata da estrema ricchezza e profondità, dove la donna e l’uomo vengono visti nella loro costituzione fisica, nell’andamento dei loro pensieri, nello stato del loro fuoco digestivo.
Ma anche chi non è entrato in contatto con un maestro e si interessa del sapere ayurvedico da autodidatta può aprirsi alla strada per cogliere nuovi aspetti di se stesso.
Ed è così che la guarigione passa per la conoscenza di sé, inevitabilmente. Il sintomo non è qualcosa da tappare o zittire ma da ascoltare.
Prendersi cura dei propri pensieri è la via per il benessere, osservarli, vederne la qualità e cercare di migliorarla con sforzo e senza fretta.
L’ayurveda dal risveglio alla cena
L’ayurveda ci insegna a gestire l’arco della giornata secondo quelle che sono le regole del dinacharya, ovvero il comportamento quotidiano che è alla base di un modello di vita sano.
Secondo la pratica base ci si sveglia presto, ci si dedica per almeno un’ora e mezza a se stessi e alla cura del corpo, procedendo nella pulizia della lingua, nell’automassaggio con gli oli, con la cura dei capelli, prendersi cura dei propri occhi e poi con l’esercizio fisico.
In questo senso la pratica yogica aiuta a riequilibrare i vari punti del corpo energetico e del corpo fisico. Vero però che anche un esercizio minimo di personale scelta, anche una fusione di pratiche acquisite nel tempo, anche tutto questo funziona bene.
Arriva poi il momento della colazione che va fatta seguendo le norme alimentari ayurvediche assestate sulla singola persona: ognuno di noi è infatti un preciso e ineguagliabile equilibrio tra almeno due dei principali doshas.
Secondo l’ayurveda infatti ogni individuo è espressione dei tre principi naturali (Vata, Pitta, Kapha) che ne caratterizzano l’aspetto psicofisico e la predisposizione individuale verso squilibri e malattie.
Di base, nell’ayurveda non si mangia subito al risveglio ma non si aspettano nemmeno le 13 per fare pranzo. C’è quindi un primo pasto base cui segue un pranzo consumato quando il fuoco che è dentro di noi (e il sole nel cielo) è al suo massimo e la digestione è più rapida.
Anche la cena andrebbe fatta prima delle 20 e di solito si scelgono cibi digeribili come verdure e riso cotti.
Nei pasti di solito non si mescolano cibi cotti e crudi, per facilitare “l’intellgenza della digestione”. Si evita quindi un conflitto a livello del fuoco digestivo e si cerca invece un equilibrio.
Come si interpreta il colore della lingua?
Altre indicazioni ayurvediche su igiene e stile di vita
Il pasto, qualsiasi esso sia, non è mai troppo abbondante. Si consigliano di solito due pugni di cibo a pasto di cui il 50% composto da cibo solido, il 25% da cibo liquido e il restante 25% è quel vuoto che promuove la digestione, quello spazio dentro cui possono avvenire i meccanismi di trasformazione del cibo.
Nella scelta del cibo non si vanno ovviamente a escludere alimenti che non siano indiani, poiché che nella nostra tradizione si ritrovano alimenti che possono essere contestualizzati nella logica dei cinque elementi: acqua, aria, terra, fuoco ed etere.
Il cibo è sia cura che prevenzione: laddove insorge la malattia in ayurveda quel che conta davvero è il processo attivo del paziente, che implica diventare consapevoli dei tre elementi che in ayurveda dovrebbero essere sempre in equilibrio: attività, nutrizione e riposo.
La stanchezza o la malattia vanno rintracciate nel disequilibrio di questi tre aspetti. Di fatto, rivedere questi aspetti porta inevitabilmente a migliorare la qualità di pensieri ed emozioni.
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