Omeopatia Unicista, di cosa si tratta?
L'omeopatia unicista è la medicina indicata da Hahnemann che si riassume in "similia similibus curentur", il simile si cura col simile. Alla ricerca di un rimedio che accolga il miasma rilevante, il medico si adopera ad un'anamnesi accurata del suo paziente, attraverso un colloquio omeopatico che può durare anche un'ora.
Dare una definizione tout court di cosa s’intenda per omeopatia unicista non è semplice. Possiamo iniziare con l’affermare che l’omeopatia ambisce ad individuare un rimedio che sia utile all’individuo nella sua tipicità, per curarne i disequilibri.
Non si prefigge quindi di debellare il disturbo ma di curare la persona nella totalità dei sintomi che presenta.
L’omeopatia unicista prevede la somministrazione di un unico farmaco omeopatico adatto alla tipologia costituzionale del paziente. Questo cosa comporta?
Anamnesi del paziente
Nella medicina omeopatica il paziente è considerato nella sua globalità e non per i sintomi che presenta. Viene quindi effettuata un’accurata anamnesi non del disturbo ma delle caratteristiche costituzionali della persona che ricorre a questo tipo di approccio alla ricerca del benessere.
Viene effettuato il cosiddetto colloquio omeopatico che prevede
> un’iniziale ascolto da parte del medico delle sintomatologie raccontate;
> prosegue con osservazioni specifiche;
> domande sulla storia familiare, abitudini di vita, alimentari, condizioni psicologiche, qualità del sonno, sfera sessuale.
Il medico omeopata indaga sui cosiddetti miasmi, ovvero le predisposizioni ad ammalarsi, che ogni essere umano contempla in sé. Hahnemann, il padre della medicina omeopatica, ne aveva individuati tre, chiamati psora, sicosi e lue.
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Nomi alquanto oscuri in sé, ma vediamo di capire cosa intendesse con questi miasmi.
> Il primo miasma Psora è indicativo di tutto ciò che a livello fisico è “ipo”, in difetto, ipofunzionale. Esternamente può manifestarsi con eruzioni cutanee secche, come eczema, psoriasi, orticaria con prurito. A livello psicologico è caratteristico di timidezza, insicurezza, ansia, debolezza.
> Il secondo miasma Sicosi è indicativo di tutto ciò che a livello fisico è “iper”, in eccesso, è iperfunzionale. Esternamente può manifestare comparse in rilievo come cisti, verruche, noduli. Psicologicamente il miasma Sicosi mostra impazienza , inquietudine, eccesso di ambizione, autoritarismo.
> Il terzo miasma, Lue, è caratterizzato dalla distruzione, dalla disfunzione. Esternamente si manifesta con necrosi, ulcera, a livello psicologico evidenzia aggressività, rabbia, vendetta.
Questi tre miasmi coesistono nell’individuo con la predominanza di uno sugli altri in diversi periodi della vita e sono in continua evoluzione. Il medico omeopata durante il colloquio indaga per comprendere quale sia quello predominante in quella condizione.
Attraverso studi successivi a quelli di Hahnemann, da parte di altri ricercatori sono state introdotte le costituzioni che rispondono a caratteristiche biotipiche e rispondono ad approcci psicosomatici, in tempi relativamente recenti anche endocrinologici, che rendono ancora più specifiche le anamnesi mediche.
I rimedi unicisti
L’anamnesi omeopatica è un lavoro sartoriale, atto ad individuare l’unicità del paziente, delle sue caratteristiche e delle sue sintomatologie.
E anche all’interno di quest’ ultime, viene indagata la peculiarità di quel o quei sintomi, di sintomi lontani nel tempo e di quelli più recenti, un excursus diacronico sul paziente che ne connota la sua unicità per poter poi somministrare il simillimum, il rimedio più simile al paziente, e quindi più efficace secondo la scuola di pensiero Hahnemaniana.
Il sintomo non verrà soppresso, ma accompagnato alla sua risoluzione con il riequilibrio dell’individuo nella sua totalità, perché il sintomo in sé non viene considerato malattia ma l’espressione che l’organismo manifesta del picco miasmatico. La soppressione rapida ed immediata del sintomo infatti non rappresenta la guarigione, e potrebbe addirittura spostare l’espressione miasmatica in altri distretti organici.
Durante i primi tempi di somministrazione del simillumum i sintomi potrebbero tendere ad un’esacerbazione ed in omeopatia questo è un sintomo positivo, che sta ad indicare che il rimedio è quello corretto.
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