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Le piante del Capricorno

Le piante del Capricorno aiutano ad alleviare la sofferenza fisica, come quelle antinfiammatorie per le ossa; e sono di consolazione nel sopportare solitudine e malinconia, perché subiscono l'influsso di Saturno, pianeta dell'astrazione mentale, dell'isolamento e dell'introversione

Le piante del Capricorno

Le piante del Capricorno sono quelle che ricadono sotto gli influssi di Saturno, come il funereo cipresso; il tasso, il cui legno era utilizzato dalle streghe di Macbeth per i filtri malefici; e l'ontano nero, che cresce accanto alle acque, segreta dimora degli elfi. Al pianeta governatore del Segno appartengono anche le velenose solinacee, come la mandragora e lo stramonio, l'elleboro, l'aconito e la cicuta; e infine l'artiglio del diavolo, una delle piante ad azione analgesica e antinfiammatoria del sistema osteoarticolare.

Secondo gli Antichi, quattro elementi costituivano tutte le cose esistenti in natura: aria, acqua, terra, e fuoco. In particolare per la medicina di quel periodo, la terra possedeva le qualità del freddo e del secco e corrispondeva all’umore della bile nera, che se in eccesso, produceva il temperamento malinconico

Per curare le malattie, infatti, anticamente si teneva conto delle corrispondenze tra le piante e i pianeti; e ci si avvaleva della Teoria delle Segnature, per il ricoscimento dei rimedi vegetali da associare a un organo, in virtù del fatto che ogni pianta riportava nella forma, nel colore o nel sapore un’impronta (“segno”) del suo legame con una parte anatomica e con un pianeta. Secondo questo sistema le erbe e piante officinali avrebbero avuto le qualità del pianeta che le governava e sarebbero servite a curare l'organo ad esse associato. E alla malinconia o bile nera, corrispondevano le piante con frutti neri, (perché il nero è associato a Saturno) o che ricordavano nella forma uno scheletro o delle ossa (parte anatomica associata al Capricorno).

Infatti, anatomicamente il segno è associato allo scheletro, cartilagini, denti, ginocchia, articolazioni, pelle, unghie, cistifellea. Le patologie a cui possono andare incontro i nativi sono: distrubi dentali, dolori articolari, artrite, artrosi, reumatismi, demineralizzazioni, malattie cutanee e anemia

 

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Il piante del Capricorno e il pianeta Saturno

Il Capricorno corrisponde al primo segno dell'inverno, femminile, cardinale (cioè che presiede l'inizio di una stagione), il cui elemento è la Terra, quella gelata e brulla, della fase più buia e fredda dell'anno. La natura è immersa in un sonno letargico, ma sotto la dura scorza del terreno, il seme piantato nel periodo dello Scorpione sta germogliando, celato alla vista, nel grembo della terra, sotto la coltre protettiva del ghiaccio e della neve. Appena il Sole entra nel Segno Capricorno, avviene il Solstizio d'inverno in cui tutto dà l’idea di un mondo morto, cristallizzato; e freddezza, distacco, pessimismo, incapacità ad esprimere sentimenti ed emozioni, sono da sempre le accuse fatte ai nativi. Nel ciclo evolutivo dell’uomo, il Capricorno è l’espiazione, l’ascesa verso valori superiori, l’accettazione del destino, l'astrazione massima, il distacco supremo da istinti e passioni. Nel processo psichico indica la concentrazione delle energie in vista di un obiettivo, la disciplina interiore, il senso di responsabilità.  

I nativi come la terra invernale, appaiono freddi, rigidi, di rado tradiscono ansie o emozioni, si limitano nel mostrare i propri sentimenti, per paura di essere feriti. Tuttavia chi riesce a scalfire e penetrare la loro corazza di apparente impassibilità, può scoprire tesori di saggezza, profondità di sentimenti e un grande bisogno di calore umano. I nativi possiedono un carattere forte e determinato, provvisto di tutte le qualità e i difetti che conferisce l’elemento Terra: cercano stabilità e sicurezza; e il lavoro, le realizzazioni concrete sono i cardini su cui ruota la loro esistenza. 

Come la stagione austera in cui nascono, spesso sono diffidenti e critici, estremamente selettivi; e spesso il rigore e la serietà con cui vivono ogni esperienza, possono avere un effetto respingente sugli altri, per questo rischiano di isolarsi o rimanere isolati. Nel loro intimo, i Capricorno vorrebbero la compagnia; ma la solitudine viene accettata come inevitabile compagna e non se ne lamentano.

L'influsso di Saturno li rende capacissimi di tradurre in parole i pensieri, ma li blocca quando si tratta di esprimere sentimenti, emozioni; anzi, più sono emozionati, coinvolti affettivamente, più si chiudono in ermetici mutismi. Prigionieri di se stessi, sperano che qualcuno abbia la voglia e la forza di bucare la loro corazza ed entrare in comunicazione. Chiusure e difficoltà a comunicare derivano, oltre che da ritegno e timidezza, anche dal ricordo di tutte le ferite subite nell’infanzia per il loro atteggiamento scostante, enigmatico e sin troppo responsabile: spesso in questa fase della vita, sono costretti ad addossarsi (o a vedersi addossate) responsabilità e pesi familiari troppo grandi per la loro età. Raramente un Capricorno ha avuto una infanzia felice; nel migliore dei casi, si è sentito non protetto e non amato abbastanza ed ha capito prestissimo di dover provvedere da solo a se stesso. Saturno, principio di concentrazione, di conservazione, isolamento, distacco, solitudine, introversione, ha come caratteristiche freddezza, lentezza, pesantezza, austerità. Il pianeta impone tempi lunghi, non promette la via facile e non regala successi folgoranti, se non a prezzo di costanti fatiche.

Il grafico del segno, di origine egizia e caldea, è una stilizzazione dell’immagine del mitico animale che raffigura il segno; la capra con coda di pesce. La capra, animale di terra, simboleggia la salita verso la vetta della montagna, la solitudine; il pesce simbolo di rinascita, di purificazione, di spiritualità. Saturno, dio severo, distruttore, rappresenta il potere, l’ambizione, l’assenza di passioni e di calore, ma è è associato anche alla maturità e alla conquista della saggezza, attraverso le prove della vita. Così i nativi sanno impegnarsi nelle loro iniziative con impressionante tenacia e non c’è ostacolo di fronte a cui siano disposti a cedere: la loro è la tattica delle pazienti attese, del freddo realismo che permette di accettare ogni situazione più complessa, e delle azioni radicali portate avanti con decisione. 

La forte ambizione che li caratterizza li rende ricchi di perseveranza e di capacità costruttive. Intellettivamente molto dotati, si basano quasi esclusivamente su ciò che sanno e si esprimono soprattutto attraverso le azioni, che eseguono con costanza e fatica alla quale non si sottraggono mai. Sono persone affidabili, mantengono la parola data, anche se devono fare delle rinunce, purché queste naturalmente, siano finalizzate a scopi precisi. Pretendono dagli altri le stesse cose e questo genera serie problematiche relazionali. 

 

Le piante del Capricorno

Molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore. (Ecclesiate 1, 18)

Nell'Antichità le piante associate al Capricorno erano quelle tossiche, dalle bacche nere (segnatura del colore), che per le loro azione psicotropa e stupefacente favorivano l'astrazione mentale o consolavano in una condizione di solitudine e tristezza; e quelle che aiutavano a porre fine a questa condizione, cioè quelle velenose, che provocavano la morte. Altre aiutavano a lenire e sfiammare ossa e articolazioni doloranti per l'azione analgesica e antinfiammatoria diretta al sistema osteoarticolare, che richiamavano le forma (segnatura), lo scheletro umano o parti di questo.

  • Datura Stramonio: i nomi erba del diavolo ed erba delle streghe si riferiscono alle sue proprietà narcotiche, sedative ed allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico che nei rituali magico-spirituali di sciamani  e nelle pozioni medievali. Contiene infatti, gli alcaloidi, scopolamina e atropina. L'uso della Datura per questo tipo di finalità è estremamente pericoloso in quanto la dose attiva di queste sostanze è molto vicina alla dose mortale. In tempi remoti veniva spesso usata per il suicidio e l'omicidio. Appartiene alla famiglia delle Solanaceae, una famiglia di angiosperme dicotiledoni che comprende molte specie commestibili. Le specie letali di questa famiglia hanno infatti componenti alcaloidi psicoattivi, tra cui anche l'alcaloide tossico solanina, nei frutti ancora acerbi, che scompare o si trasforma in altre sostanze, innocue o salutari, quando il frutto diventa maturo. Fra le piante più conosciute appartenenti alla famiglia troviamo piante importanti per l'alimentazione umana (le patate, le melanzane, i pomodori, il peperoncino, il peperone); e piante da cui si ricavano droghe farmaceutiche piante velenose come la belladonna, la mandragora o la Datura. 
  • Il salice: i suoi rami pendono languidamente, arrivando anche a toccare il suolo e dando così all'albero un aspetto di grande depressione. Si isola dagli altri alberi perché ha bisogno di avere le sue radice per parte nell'acqua. La corteccia dei rami del salice, di 2-3 anni, contiene glicosidi fenolici (salicina, populina, alcol salicilico); aldeidiacidi aromatici; flavonoidi (isoquercetina); e tannini. La salicina, costituisce il principio attivo principale della pianta per le sue proprietà analgesicheantipiretiche ed antireumatiche. Per queste azioni il salice è utilizzato come antinfiammatorio, antinevralgico, antifebbrile, utile in caso di reumatismi; dolori articolari e muscolari, mal di schiena; nevralgie; mal di testa; febbre; malattie da raffreddamento. Le virtù terapeutiche della corteccia del salice sono note fin dall’antichità, ed è citata negli scritti d'Ippocrate; di Dioscoride  e Plinio, nel I secolo d.C. per le proprietà febbrifughe ed analgesiche. Nel medioevo l’utilizzo farmacologico si va progressivamente perdendo, data l’elevata flessibilità dei giovani rami, che vengono utilizzati per la fabbricazione di cesti. La Scuola Medica Salernitana (dal periodo Normanno, fino alla prima meta del XIII secolo) attribuisce al salice proprietà anafrodisiache, data la sua capacità di "spegnere gli ardori" e frenare la libido
  • L'Equiseto: il nome equisetum significa propriamente "coda o crine di cavallo" ed è stata utilizzata a scopo terapeutico, sin dall'antichità romana e greca. L'equiseto è conosciuto anche come "argilla vegetale" proprio per la composizione minerale e le sue proprietà. I principi attivi presenti sono: silice (il 10% passa come acido silicico nelle tisane), calcio, magnesio, potassio, saponina (equisetonina), glucosidi flavonici, piccole quantità di alcaloidi e tannini. Per la presenza di questi sali minerali, in una forma molecolare altamente disponibile per il nostro organismo, l’equiseto contribuisce al "metabolismo dell'osso” e favorisce la remineralizzazione del sistema osteo-articolare e dei tessuti come unghie e capelli e cartilagini. La sua assunzione è quindi indicata in caso di fragilità delle unghie, perdita dei capelli, alopecia, osteoporosi, accrescimento scheletrico degli adolescenti, postumi di fratture, artrosi (grazie all’azione che esercita sia sulla cartilagine articolare, sia sul tessuto osseo) e le tendiniti (migliora l’elasticità dei tendini).

 

Scopri le caratteristiche del segno del Capricorno

 

Immagine | Wikipedia