Strategie marziali: atteggiamenti e stili
Le arti marziali non sono solo questione di forza, tecniche, condizione fisica. Non è con questi soli mezzi che si ottiene una vittoria nello sport o si esce vivi da una brutta situazione per strada. La strategia ha un ruolo fondamentale nel combattimento ed essa si basa su due fattori: atteggiamento e stile
Capita spesso, troppo spesso, che il maestro che dirige un corso o una scuola di arti marziali, non abbia sufficiente sensibilità per condurre i propri allievi nello sviluppo di un proprio stile di combattimento, imponendo uniformemente a tutti il proprio.
Ma ciò che è valido per una persona non è detto che debba valere per tutte: le differenze di fisico, di attitudine e di temperamento predispongono persone diverse a stili diversi, per rimanendo nella medesima arte marziale.
Vediamo assieme 5 stili tipici delle discipline di percussione (striking) e 4 tipici di arti lottatorie (grappling).
Vedremo che ogni stile ha vantaggi e svantaggi, e tutto dipende da chi li applica.
Out-fighter
Ecco lo stile tipico di Mohamed Ali. Tradotto significa “combattente che sta fuori”, fuori dalla distanza di scambio. L’out-fighter infatti si mantiene ad una distanza di sicurezza con un continuo movimento, lavoro di gambe, colpi in allungo come jab o calci frontali.
Generalmente è un tipo atletico, che non cerca la soluzione di potenza ma preferisce sfiancare l’avversario e, alla lunga, finirlo con una combinazione. È veloce e imprevedibile, necessita di molto allenamento sul fiato. Spesso manca del colpo del KO.
Brawler
Stile opposto all'out-fighter: la posizione è poco mobile, il brawler cerca la stabilità per esprimere singoli colpi da KO, sempre al massimo della potenza. Non ha l’agilità per schivare i colpi ma in genere li assorbe parandosi.
La poca mobilità lo rende lento, ma una volta che l’avversario entra nella distanza giusta è pericolosissimo. Poco variabile, raramente cerca combinazioni.
Arti marziali: quali scegliere?
Stilista
Lo stilista in genere è un livello intermedio e più completo; parte dalla distanza di sicurezza come l’out-fighter, ma quando fiuta il momento giusto sa chiudere gli spazi e colpire forte prendendosi qualche rischio.
Ecco appunto le caratteristiche: da un lato è il più completo, ma bisogna ricordare che è meno mobile di un out-fighter e meno potente di un brawler.
Incontrista
Lo stile dell’incontrista è tutta questione di tecnica e tempismo; cerca di colpire l’avversario con un contrattacco, ovvero attaccando contemporaneamente al suo opponente.
In questo modo, per via delle velocità dei due attacchi simultanei che si sommano, la potenza espressa è sufficiente a produrre un KO anche se il colpo di partenza è più veloce che forte.
Necessita di precisione e senso del rischio poiché deve aspettare l’attimo giusto per schivare invece di parare. Conoscenza delle finte e colpo d’occhio sono fondamentali.
In-fighter
Ecco lo stile che fu di Mike Tyson. L’in-fighter, o aggressore, è uno che incalza continuamente alla ricerca della cortissima distanza, non dà pace all’avversario, non lo fa rifiatare, lo tempesta di raffiche; conosce molti angoli di attacco e non disdegna mai il contatto fisico. È uno stile efficace ma deve avere moltissimo fiato, resistenza, e capacità di incassare i colpi, inevitabili da una distanza tanto breve.
Guardero
Termine portoghese per definire colui che, nella lotta a terra, tiene l’avversario dentro la sua guardia. Il guardero è colui che ama portare il combattimento a terra e preferisce controllare l’avversario stando spalle al suolo, tenendolo tra le gambe.
Anche se ad un occhio inesperto potrà sembrare che l'avversario sopra di lui sia in posizione dominante, il guardero sfrutterà il fatto di avere gambe e braccia libere per sottometterlo o aspettare un piccolo errore per ribaltarlo.
In genere sono richiesti elasticità, gambe forti, addominali allenati.
Guard passer
Il “passatore di guardia” parte da principio opposto: preferisce partire da una posizione dominante, con la gravità a proprio favore, quindi stando sopra l’avversario, e di lì aprire la guardia e “passare” in una posizione di dominio ancora maggiore, dalla quale sottomettere più facilmente o picchiare l’avversario con colpi dall’alto (ground and pound).
Senso della postura, esplosività e sensibilità, continua pressione e la conoscenza di varie tecniche di aperture di guardia sono indispensabili.
Koala
Koala è il simpatico nome che viene attribuito ai lottatori il cui scopo è quello di raggiungere la schiena dell’avversario e di lì sfiancarlo e dominarlo, generalmente dandogli scacco matto con un soffocamento da dietro.
Il koala è in genere rapido, attento, sa anticipare i movimenti avversari, indurre in errore, giocare sulle mosse dello sfidante per prenderlo dal lato più debole, la schiena.
È uno stratega naturale con una forte capacità di concentrazione e in genere può sottomettere avversari più grandi e forti.
Cacciatore di caviglie
È il tipo che preferisce attaccare le gambe invece che le braccia e la testa. Non ha paura di combattere da terra contro un’avversario in piedi, studia le tecniche per attaccare caviglie, piedi, polpacci, ginocchia, tendini delle gambe, in genere dolorosissime.
Tiene la testa fuori dalla portata delle braccia (e quindi dei pugni) avversari; è un esperto di cadute, capriole, atterramenti molto veloci, chiurgici e tecnici.
Gli infortuni più comuni nelle arti marziali: come prevenirli