Pensare con il corpo
Il corpo va ascoltato perché è in grado di pensare: il fisico reagisce agli stimoli esterni e ci comunica delle cose che a sua volta lo influenzano, sia positivamente che negativamente, a noi sapergli dare il giusto equilibrio!
“Pensare con il corpo” è un libro di Jader Tolja, ma è anche una riflessione aperta sul nostro vivere fisico e spirituale quotidiano che porta a un naturale benessere. Una riflessione importante di cui prendere consapevolezza, in quanto il modo con cui ci rapportiamo con il mondo influenza la nostra salute, dà forma alle dinamiche che sottendono alle funzionalità dell’organismo, in sostanza ci plasma dentro e fuori.
La percezione interna del corpo cambia a sua volta concretamente il rapporto con la nostra professione, con lo spazio, con il tempo, con le persone, con il vestire, con il linguaggio, con il cibo, con la sessualità e altro ancora. È un andirivieni di azioni-reazioni.
Ebbene sì, il nostro interno e il nostro esterno comunicano continuamente tra loro, si influenzano a vicenda e crescono in un certo modo. Il punto è: sappiamo davvero ascoltare entrambi i lati e conoscerci così bene da ricreare l’equilibrio delle parti e non vivere in modo passivo?
Da Einstein a Tolja
Quanto sia importante questa presa di coscienza, l'aveva intuito lo stesso Albert Einstein, che sosteneva che noi esseri umani "abbiamo bisogno di pensare con sensazioni nei nostri muscoli". Questa riflessione ha probabilmente ispirato Jader Tolja, autore di "Pensare col corpo", medico, psicoterapeuta e ricercatore presso l’Università di Bratislava, dove lavora come direttore delle ricerche del Body Conscious Design Lab.
L’autore studia da più di vent’anni principalmente le specifiche modalità attraverso le quali cultura, mente e corpo si modificano reciprocamente, e condivide i risultati di tali ricerche presso università e accademie private, in Europa e non. E’ autore e coautore di diversi libri sull’argomento, di cui "Pensare col corpo" è quello più conosciuto e tradotto, scritto in collaborazione con la giornalista e counselor Francesca Speciani.
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L’invito a usare tutte le potenzialità corpo
Il messaggio di Tolja è in pratica un invito aperto a non limitare le nostre capacità di pensiero ed elaborazione della realtà alla sola mente, ma di pensare con tutto il corpo. Il pensiero corporeo è da considerarsi dunque il tema rivoluzionario, ovvero il tentativo di integrare e di prestare ascolto anche al nostro pensiero fisico, interiore, quello che il corpo mette in atto spontaneamente, a seconda delle diverse situazioni in cui si trova.
“Finché non è nella carne, la conoscenza è solo rumore”, ecco quanto dice anche un vecchio proverbio della Nuova Guinea. Finché non sentiamo viverci dentro le cose che viviamo fuori, poco abbiamo imparato. Effettivamente è così. Quando ci sentiamo in armonia con le leggi universali e cosmiche stiamo bene, quando invece queste vengono meno, quando c’è qualcosa che si percepisce a fondo che non va, iniziamo a stare male. Come sostiene Troja, rispondendo a un’intervista di M. B. Pavita e P. Diyhani fatta tempo fa per il quotidiano la Repubblica, “Quando siamo in accordo con le leggi naturali proviamo una sensazione di benessere.
Quando siamo in disaccordo, creiamo una dissonanza, siamo a disagio. Siamo 'fisicamente' a disagio, tutti. Il modo in cui è strutturato uno spazio condiziona quello in cui si struttura il corpo. Uno spazio ti modifica a livello fisico. Uno spazio che ti priva della visione laterale, come un viale stretto da palazzi alti, ti porta ad una condizione di disagio: è come vivere con il paraocchi. Una piazza o un panorama molto ampio ti aprono invece a una condizione viscerale di benessere.”
Come si impara a pensare con il corpo?
Semplicemente disimparando! Eliminando quelle sovrastrutture mentali che impediscono all’essere umano di attingere in piena libertà alle facoltà corporali. Sovrastrutture che possono essere date da un certo tipo di istruzione, da un certo modo di aver praticato educazione fisica da piccoli, da un certo insegnamento che riguarda il modo di sentire il corpo. Se ci si fa caso, gli indiani dell'India, per esempio, sentono molto il corpo quando praticano yoga soprattutto.
Si vede il loro stomaco che si gonfia e si sgonfia ritmicamente con la respirazione, gli occhi nelle danze femminili si muovono e con essi le mani. In una gestualità quotidiana che coinvolge tutti i punti nevralgici, dalla testa ai piedi, gestualità fortemente percepita. In occidente, generalmente, il corpo è come se fosse in gabbia o dimenticato, relegato a un secondo livello rispetto alla mente e al suo potere decisionale.
Spesso, tranne in rari casi, ci si accorge del corpo solo quando si ha a che fare con la malattia o quando il corpo si trasforma per la gravidanza, e si dimentica che solo quando si è in profondo contatto con la propria anima e con il proprio corpo si può esprimere qualcosa di trascendente e di tanto importante e che va ascoltato.