Semi di Ginkgo biloba sopravvissuti a Hiroshima
Il Ginkgo Biloba come esempio di resilienza che ci insegna a resistere alle difficoltà della vita: i suoi semi sono sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e, dal 1945 a oggi, hanno germinato e dato vita a nuove piante.
Credit foto
©Anne Jose Kan -123rf
I semi di ginkgo sopravvissuti alla bomba atomica
Un seme di Ginkgo biloba sopravvissuto al bombardamento del 6 agosto 1945 di Hiroshima ha germogliato a distanza di decenni.
Il Ginkgo biloba è ritenuto un fossile vivente, unica specie rimasta a rappresentare le Gynkophyta, piante diffuse durante il mesozoico.
Si tratta di un albero dioico (che porta cioè fiori femminili e maschili su esemplari differenti), rustico, che può raggiunge altezze fino a diverse decine di metri, caratterizzato da foglie bilobate simili a piccoli ventagli.
Originario della Cina, il ginkgo è oggi coltivato a scopo ornamentale in parchi, giardini e viali alberati urbani e utilizzato in erboristeria e fitoterapia.
Dotato di un’incredibile resistenza e simbolo di longevità e resilienza, in alcuni paesi orientali, è considerato un albero sacro e i monaci lo coltivano in prossimità di templi e luoghi di culto.
La pianta di ginkgo sopravvissuta a Hiroshima è un esempio della tenacia di questa specie che, a due anni dalla sua nascita è stata messa a dimora lo scorso 20 giugno a Perugia, presso la Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni.
Il ginkgo è stato donato alla Biblioteca dall’associazione ”Mondo senza guerra e senza violenza” di Castenedolo-Brescia e in occasione della messa a dimora è stata organizzata una cerimonia per portare un messaggio di speranza per il futuro della città, per una ripartenza all’insegna della positività e dell’ottimismo.
Alberi Hibakujumoku simbolo di resilienza
L’esemplare di ginkgo messo a dimora presso la Biblioteca di San Matteo degli Armeni non è l’unico albero sopravvissuto ai bombardamenti di Hiroshima.
Sempre a Perugia, sono stati infatti propagati semi di altri 42 esemplari bombardati dalla bomba atomica, che ora crescono nell’Orto botanico dell’Università della città.
Questi alberi sono chiamati "Hibakujumoku" – alberi bombardati dall’atomica – e sono stati messi a dimora grazie al lavoro del Programme for the Endorsement of Forest Certification (PEFC Italia), portato avanti insieme all’associazione “Mondo senza guerra e senza violenza”, all’Ateneo di Perugia e al Green Legacy Hiroshima, associazione che raccoglie e diffonde nel mondo i semi di questi esemplari.
I 42 alberi sopravvissuti ad Hiroshima, oltre ai 13 Ginkgo biloba, includono 27 piante di Aphananthe aspera e 2 Celtis sinensis.
Gli "Hibakujumoku" di cui fa parte il ginkgo, in quanto sopravvissute a una catastrofe, rappresentano un esempio di forza, resistenza e capacità di ripartire e rigenerarsi di fronte a qualsiasi difficoltà della vita.