Solstizio d’inverno 2019
La fine del buio e l'inizio di un graduale ritorno alla luce: il solstizio d'inverno segna un evento astronomico che nella storia dell'umanità si è arricchito di elementi simbolici legati al rinnovamento e al ritorno alla vita.
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Un ponte tra morte e rinascita
Domenica 22 dicembre, ore 5:19 del mattino, avremo il nostro solstizio d’inverno in Italia. Come noto, la Terra in questo periodo dell'anno si sta "dirigendo" verso il perielio, il punto più vicino al Sole.
In quel preciso momento avviene la magia di una convergenza magica, una coincidentia oppositorum per dirla in termini alchemici tra la “morte” del vecchio anno e la “nascita" di quello nuovo.
Infatti questo picco rappresenta anche un nuovo inizio, perché esattamente da quel momento le giornate ricominceranno ad allungarsi e a farsi calde, dando il via alla lenta transazione dal freddo dell’inverno alla rinascita primaverile, anche se, almanacchi alla mano, il solstizio d’inverno rappresenta la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno.
I miti legati al 25 dicembre
Rinascita è una parola che si confà particolarmente al periodo attorno al 22 dicembre, e i nostri miti e le nostre tradizioni ci parlano indirettamente di questi eventi celesti e dei loro effetti sulla vita del Pianeta e sulla nostra psiche, il nostro pianeta interiore.
L’apice massimo di freddo e di buio, di “debolezza solare”, viene in molte tradizioni e religioni identificata con la morte del Sole o di qualche suo rappresentante divino o semidivino. Prima di una vera e propria rinascita simbolica, ovvero un aumento dell’elevazione del Sole sull’orizzonte, c’è uno stallo di circa 3 giorni, (il termine latino solstitium si traduce in italiano con “stallo del Sole”) in cui la posizione del Sole converge con la costellazione della Croce del Sud, dopodiché la sua “rinascita”, non a caso il 25 dicembre, ha luogo.
Celebrazioni del solstizio d'inverno
Ma perchécelebrare il giorno più corto dell’anno, con un’esposizione al Sole di poco più di 7 ore e 40 minuti? E’ noto che il sito di Stonehenge sia perfettamente allineato col sorgere del Sole al solstizio d’inverno, esattamente a scopo rituale e celebrativo.
Tanto gli antichi quanto i nostri nonni di cultura contadina sapevano, pur senza aver frequentato alcuna scuola, che con il riavvicinarsi del polo nord al Sole, il che si traduce con un aumento delle radiazioni solari, molti processi legati alla vita bucolica avevano inizio, come ad esempio la piena fermentazione di molti prodotti tra i quali il vino e la birra.
Ma è vero che in passato si usava sacrificare alcuni animali in questo giorno? C’è qualcosa di vero in proposito, ma a ben vedere era una pratica che può essere riletta in aleternativi modi: mentre a livello simbolico veniva offerta la vita al Sole in modo che esso riprendesse “vita”, a livello molto più pratico, uccidere degli animali significava avere delle scorte di cibo per il periodo invernale, vista anche la difficoltà di nutrire alcuni capi di bestiame, cosa difficile vista la scarsità di scorte di cibo in inverno.