Solstizio d'inverno, quand'è e cosa simboleggia

Solstizio d'inverno: quando cade e quale significato ha?
La simbologia di un appuntamento che, per il suo fortissimo carattere evocativo, è atteso e celebrato in tutte le culture come emblema di rinascita.

Solstizio d'inverno

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Che cos'è il solstizio

Il solstizio (dal latino solstitium, parola che comprende a sua volta il termine sol, "sole", e il verbo sistere, nel senso di “stare” o "fermarsi"), indica il momento in cui la Terra, nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, presenta un angolo massimo o minimo tra il proprio asse di rotazione e il piano orbitale terrestre, apparendo come statico. 

Breve periodo in cui l'equatore della Terra è alla massima distanza dal Sole, si verifica due volte l'anno, intorno al 21 giugno (solstizio d'estate) e al 21 dicembre (solstizio d'inverno).


 

Solstizio di inverno in astronomia

Il solstizio di inverno è il giorno che, secondo una convenzione stabilita in base a considerazioni astronomiche, segna l’inizio della stagione invernale

Da un punto di vista scientifico, in questo giorno l’asse della Terra raggiunge la sua massima inclinazione e il Polo Nord si trova nel punto più lontano dal Sole.

 

Quando cade il solstizio d'inverno

Il solstizio di inverno è fissato tra il 20 e il 23 dicembre di ogni anno, in occasione del giorno con meno ore di luce in assoluto, quando l’asse della Terra raggiunge la sua massima inclinazione. 

La variabilità della data dipende dalle discrepanze tra il calendario astronomico e il calendario convenzionale. Nel 2022 il solstizio di inverno nell'emisfero boreale si attende per mercoledì 21 dicembre alle 15:59.

 


 

I miti del solstizio di inverno

In tutte le culture, il solstizio d’inverno è atteso come uno dei quattro eventi astronomici più rilevanti dell’anno, insieme al solstizio d’estate, all'equinozio di primavera e all'equinozio di autunno.

Per i popoli antichi e le tradizioni contadine, l'appuntamento rappresentava la vittoria del Sole sulle tenebre, dando ufficialmente inizio al periodo in cui le ore di luce ricominciavano ad aumentare a discapito del buio. 

Il giorno del solstizio d'inverno, il Sole si esprime infatti al minimo delle sue potenzialità, in un'immobilità che può essere equiparata a una sorta di morte simbolica, prima di iniziare - con rinnovata forza - un percorso di risalita.

Utilizzando questa chiave di lettura non stupisce, dunque, che il solstizio di inverno sia considerato un momento di rinascita per la natura e gli uomini, da sottolineare e omaggiare.

I Celti, ad esempio, celebravano la festa di Yule (dal 21 dicembre al 1 gennaio), che inneggiava alla gioia per il ritorno della vita.  Gli antichi Romani festeggiavano, nei giorni precedenti e successivi al 21 dicembre, il Sol Invictus, un tributo alla rinascita del Sole.

 

Solstizio di inverno e Stonehenge

Insieme circolare di grosse pietre erette, dette megaliti, Stonehenge è uno dei siti più conosciuti e visitati del mondo.

Secondo gli esperti, rappresenta un antico osservatorio astronomico, in cui i massi sono allineati con una corrispondenza specifica rispetto ai punti di solstizio ed equinozio.

Si ritiene, in particolare, che Stonehenge sia stato studiato e costruito proprio per canalizzare la luce della levata del sole durante il solstizio d'inverno e godere sensorialmente al meglio del momento che simboleggia il ritorno alla vita. 

Ancora oggi il sito - cui si attribuiscono speciali proprietà di guarigione - è teatro di culti pagani moderni che, celebrando qui il solstizio, trasformano Stonehenge in un luogo di raduno per riti religiosi e appuntamenti astronomici. 


 

Solstizio di inverno e Cristianesimo

Le stesse origini del Natale- principale festività cristiana- sembrano essere indissolubilmente legate alle antiche celebrazioni del solstizio. 

Dopo una sofferta e provvidenziale vittoria bellica, l’imperatore Aureliano consacrò il tempio di Emesa al Sol Invictus: era 25 dicembre 274, in occasione di una festa chiamata appunto dies natalis Solis Invicti, “giorno natale del Sole Invitto”. In questo modo, il  dio-sole divenne la principale divinità romana del periodo imperiale e lo stesso imperatore indossò una corona a raggi.

Abbracciando la fede cristiana, nel 330 Costantino ufficializzò per la prima volta il festeggiamento cristiano della natività di Gesù, che con un decreto fu fatta coincidere con la festività della nascita di Sol Invictus

Nel 336 papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della Chiesa Cristiana e la ricorrenza si trasformò nel Natale cristiano, in cui la forte simbologia legata alla rinascita si incarna in un rappresentante - Gesù - destinato a vincere le tenebre con la resurrezione.

Con il divieto alle celebrazioni pagane, il cristianesimo finì per inglobarle, assimilandole all'interno di festività religiose istituzionalizzate e causando la quasi totale cancellazione dei loro significati più profondi e originari.