Figli del ritmo, con uno spartito di movimenti nel cervello
Nel nostro cervello c'è lo spartito dei movimenti. E possiamo produrre melodie di infinita bellezza. Entriamo nel vivo della relazione tra la corteccia motoria e gli schemi di movimento. Come funzionano i motoneuroni? Che ruolo ha la corteccia motoria rispetto al movimento di un arto?
I neuroni motori o motoneuroni
Il procedimento che ci porta a vedere è lo stesso di un ginocchio che si piega? Il processo interno è il medesimo? Molti neuroscienziati si sono trovati a pensare al movimento in termini di visione. I neuroni deputati alla vista codificano le informazioni sulla quantità di luce e le configurazioni cromatiche. I neuroni deputati al controllo delle dita di una mano in effetti non funzionano diversamente.
In questo ultimo caso ci stiamo riferendo ai neuroni motori che riguardano caratteristiche quali la velocità, la posizione e la direzione degli arti. I neuroni motori sono localizzati sia nel SNC (sistema nervoso centrale) che nell'SNP (sistema nervoso periferico).
I neuroni motori si dividono in muscolari (SNC) e viscerali (SNP). Sono neuroni che trasportano l'impulso dal SNC ai muscoli volontari, mentre i neuroni viscerali trasportano l'impulso dai visceri al SNC. I motoneuroni sono classificati in:
- Motoneuroni somatici: innervano direttamente i muscoli scheletrici.
- Motoneuroni branchiali: innervano direttamente i muscoli branchiali (responsabili, ad esempio, dei muscoli che muoviamo quando facciamo espressioni col viso)
- Fibre efferenti post gangliari: innervano indirettamente il cuore od i visceri, i muscoli delle arterie. Essi innervano i neuroni situati nei gangli del sistema nervoso autonomo simpatico e parasimpatico.
I motoneuroni dei muscoli scheletrici e dei muscoli branchiali sono monosinaptici. Quelli viscerali sono invece disinaptici (la via effettrice dei muscoli interessa due neuroni: il “motoneurone generale viscerale” localizzato nel SNC che si innesta su un neurone gangliare che innerva il muscolo). Ma vediamo nel dettaglio i motoneuroni e in che modo nel nostro cervello c'è la chiave psicofisica e ritmica del movimento.
Il ritmo che ci abita
Ma in che modo questi neuroni organizzano il tutto? Una recente e valida risposta è stata data dal gruppo di ricerca dell'Università di Stanford guidato da Krishna Shenoy, Professore presso i dipartimenti di Electrical Engineering, Neurobiology e Bioengineering (ruolo di professore associato). Se dovessi tradurre in termini ben poco scientifici i risultati del gruppo di ricerca direi: i neuroni la sanno lunga sul ritmo.
Vi invito a immaginarli come dei suonatori africani (da lì veniamo tutti no?) di percussioni, disposti in modo impeccabile e vivo, con un'energia sorridente che esplode in ogni direzione.
Sì, i neuroni della corteccia motoria avrebbero il bel ruolo di segnare un ritmo fondamentale, ovvero definire la configurazione di impulsi che formano un sistema unitario. La corteccia motoria che li accoglie è sempre stata pensata come una sorta di centralina di comando che gestisce i parametri di base di questi neuroni. In realtà pare che questa area del cervello sia il motore grazie al quale i neuroni dettano il ritmo dei muscoli.
Pensate a un movimento generico come potrebbe essere quello di avvitare una lampadina (non so perché si prenda sempre questo, ma son stata contagiata): al gesto di svitamento corrispondono una serie di momenti di contrazione e rilassamento. Lo stesso per il movimento del salto della corda: una serie di contrazioni e rilassamenti in sincronia con la rotazione annessa delle braccia che è a sua volta una serie dinamica di contrazioni e rilassamenti. Ed ecco che il movimento diventa la partitura di contrazione e rilassamento.
Non è una bellissima definizione? Non vi fa pensare al modo in cui si dovrebbe prendere la vita? Non vi fa pensare al mare con l'onda che va e viene? Al respiro? Alle forze naturali? Davvero non avete pensato alla sistole e diastole del cuore?
Se pensiamo alla corteccia motoria, alla luce (abbiamo acceso la lampadina!) di questa analisi, ecco che potremmo approdare a una nuova definizione della stessa per poterla pensare come un magnifico generatore di schemi di movimento. Schemi che sono partiture. Movimento che è sinfonia.
Tutto questo ci riporta al ruolo biologico e adattativo del movimento: in altre parole, siamo ritmo. Dal ritmo discendiamo.
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