Carso, l'altopiano roccioso tra Venezia-Giulia e Slovenia
Nell’estate 2022 l’altopiano del Carso è finito su tutti i giornali per i vastissimi incendi che l’hanno coinvolto. Conosciamo meglio questo territorio delle caratteristiche uniche.
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Altopiano del Carso, cos'è
Per gli appassionati di arrampicata il Carso è un monte, per gli storici è indissolubilmente legato alla grande guerra. In realtà il territorio del Carso è tutto questo, e anche di più.
Il suo nome deriva dalla radice palindoeuropea “kar” o “karra” che significa “pietra”, “roccia”. Si tratta infatti di un altopiano roccioso calcareo che si estende a cavallo tra Friuli Venezia-Giulia, Slovenia e Istria (regione che politicamente fa parte della Croazia). A sua volta è articolato in varie subregioni:
- Carso Monfalconese e Triestino (Italia)
- Alto Carso, Carso Carniolino (Slovenia)
- Carso Dalmata e Istriano (Croazia).
Un’accezione più ampia invece considera come parte del Carso anche territori che arrivano fino al Montenegro.
Carso: l'altopiano tra Venezia-Giulia e Slovenia
Il Carso non è un monte isolato bensì un altopiano, cioè un territorio che – nel suo insieme – si eleva rispetto al livello del mare. La cima più alta è il monte Nevoso (anche noto come Snežnik, dal nome sloveno), con i suoi 1.796 metri.
La sua peculiarità principale sta nel fatto che le rocce siano calcaree, cioè permeabili all’acqua. È questo il motivo per cui nessun fiume attraversa il Carso. Il Timavo, che nasce proprio nei pressi del monte Nevoso, viene inghiottito dal sottosuolo nei pressi delle grotte di San Canziano e segue un percorso sotterraneo di 39 chilometri, per poi riaffiorare in superficie nei pressi di Monfalcone e sfociare nel mare Adriatico. Anche per questo l’altopiano del Carso è ricco di grotte.
Si parla proprio di carsismo per indicare tutti quelle zone – anche altrove nel mondo – in cui le rocce superficiali sono solubili e quindi fanno penetrare l’acqua piovana. Di conseguenza il paesaggio è arido e brullo, con una scarsa vegetazione.
Carso, la storia
Questo territorio ha un grande valore storico, perché nel Carso si svolsero alcune delle più volente battaglie tra armate italiane e austro-ungariche durante la prima guerra mondiale. Tra i luoghi simbolo ci furono la zona dell’Isonzo, il monte Sabotino, Caporetto e Monfalcone. Tuttora queste località sono disseminate di cippi commemorativi. La stessa geografia rese ancora più complicata e sanguinosa la guerra di trincea, perché le rocce – una volta colpite – si scheggiavano e ferivano i soldati.
Durante la seconda guerra mondiale invece il Carso fu teatro dei massacri delle foibe a opera dei partigiani jugoslavi. Le foibe infatti sono proprio gli inghiottitoi carsici in cui venivano gettati i corpi degli italiani, civili e militari, accusati di collaborare con il regime fascista oppure di volersi opporre al regime comunista di Tito.
Carso, regione turistica
Per tutti questi motivi, il Carso è una regione che si presta a diverse tipologie di turismo:
- gli appassionati di storia possono ripercorrere i luoghi della grande guerra;
- chi preferisce le città d’arte può visitare gioielli come Trieste;
- si possono ammirare veri e propri spettacoli della natura come le grotte di Postumia;
- gli amanti del trekking hanno a disposizione una fitta rete di sentieri;
- le pareti di roccia si prestano alla perfezione per l’arrampicata.
Estate 2022: gli incendi sul Carso
Considerate anche le peculiarità che rendono unico questo territorio, hanno destato grande attenzione i vastissimi incendi divampati tra il 19 e il 22 luglio 2022 sul Carso sloveno, triestino e goriziano.
I focolai, originatisi tra Doberdò del Lago e Duino-Aurisina, si sono ben presto ampliati, facendo registrare livelli elevatissimi di polveri sottili e provocando anche la chiusura di un tratto dell’autostrada A4. La stampa locale parla di 4mila ettari di bosco andati in fumo e decine di famiglie evacuate.
Proprio per rimarcare la fragilità di questo luogo e l’esigenza di tutelarlo, il Carso è stato candidato al censimento dei Luoghi del cuore promosso dal Fondo ambiente italiano (Fai).