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Il museo A Cielo Aperto di Latronico

Nato dall'associazione culturale Vincenzo De Luca, il museo A Cielo Aperto trasforma Latronico, in Basilicata, in un vivace centro artistico e culturale.

Billboards di Maurizio Montagna

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©Billboards di Maurizio Montagna / A Cielo Aperto 2018

L’arte ridà vita al borgo di Latronico

Pochi italiani saprebbero collocare sulla cartina geografica Latronico, 4.200 abitanti nel parco nazionale del Pollino, in Basilicata. Proprio lì ha la sua casa un progetto culturale vivace e partecipato, A Cielo Aperto.

 

Dimentichiamo il classico museo chiuso tra quattro mura. Ideato nel 2008 all’interno dell’associazione culturale Vincenzo de Luca e curato dagli artisti Bianco-Valente e Pasquale Campanella, da subito si pone come un progetto di arte pubblica in cui “diverse opere permanenti dialogano con l’ambiente montano” e gli spazi urbani vengono rinnovati da “progettualità condivise e partecipate”.

 

Nel concreto, i curatori invitano gli artisti a Latronico e mettono a loro disposizione una residenza per tutto il tempo di cui hanno bisogno per progettare, creare, scrivere. Il frutto di quest’esperienza è un workshop o un’opera permanente da allestire all’aperto, in una relazione dinamica con il contesto e gli abitanti.

 

“Piano piano le persone hanno familiarizzato con il linguaggio dell’arte”, racconta a cheFare Pasquale Campanella. Magari non si raggiungeranno i grandi numeri di una mostra in cartellone al Palazzo Reale di Milano o al Maxxi di Roma, ma il rapporto che si viene a creare tra il cittadino e l’opera è molto più diretto, quasi dialogico

 

A partire dal museo A Cielo Aperto – sottolineano i curatori – si è insediata una piccola economia fatta di bed&breakfast e attività ricettive. Questo avviene soprattutto durante l’estate, quando vengono presentate le opere e i laboratori mentre il paese si ripopola di turisti e di coloro che tornano nelle seconde case.

 

(T)here di Giovanni e Giuseppe Giacoia

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©(T)here di Giovanni e Giuseppe Giacoia / A Cielo Aperto 2017-2018

Le residenze per artisti di Stato in Luogo

Per allargare i confini temporali della rassegna, da un paio d’anni è stato avviato Stato in luogo, un ciclo di residenze per artisti che si svolgono d’inverno, quando lo svago vacanziero lascia spazio a “un’atmosfera rarefatta dove diventano protagonisti il silenzio, le forme e i colori dello scenario naturale”.

 

L’ultima ospite in ordine di tempo è stata, a ottobre 2020, l’artista veneta Rachele Maistrello. Il suo lavoro – si legge nel comunicato che presenta l’iniziativa “si nutre di microcosmi, piccole storie marginali e rituali riscoperti, attraverso l’uso della fotografia, della performance, di testi scritti e siti internet”.

 

In parallelo al racconto su Facebook e Instagram, le riflessioni, i disegni, le fotografie e gli altri materiali prodotti dagli artisti durante la loro residenza confluiranno in una sorta di diario di bordo destinato alla pubblicazione.

 

Alcune opere permanenti del museo A Cielo Aperto

I dodici anni del museo A Cielo Aperto hanno lasciato in eredità al paese di Latronico un ricco patrimonio artistico e culturale

 

Tra le installazioni permanenti si può citare, per esempio, Ogni dove (Bianco-Valente, 2015). Si tratta di una grande scritta in metallo verniciato di bianco, collocata sul versante del promontorio sul quale è costruito il borgo antico.

 

Prendendo in prestito il titolo di una canzone di Andrea Gabriele, quest’opera è una riflessione sull’emigrazione che da un lato ha eroso intere comunità, soprattutto nelle zone montane e rurali, dall’altro lato crea una condizione di mancanza anche in coloro che partono alla ricerca di un futuro migliore e vedono sfumare i ricordi dei luoghi e delle persone care.

 

Michele Giangrande, con Faro (2009), ha trasformato appunto in un faro il campanile dell’antica chiesa di San Nicola mediante una luce rossa temporizzata. Nel suo immaginario, il paese è un essere vivente addormentato su cui la luce vigila, infondendo energia.