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85 milioni di dollari per la vegetazione africana

In tempi di crisi climatica, investire in riforestazione è una necessità: una coalizione internazionale di ONG ha raccolto 85 milioni di dollari per la vegetazione in Africa.

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©Andrea Marzorati - 123RF

Il più grande progetto di riforestazione mai visto

Circa tre mesi fa, durante un summit delle Nazioni Unite sull'emergenza climatica svoltosi a New York, una coalizione di ONG ha annunciato quello che è stato poi definito da Eric Toensmeier, autore di The Carbon Farming Solution, come il piu’ grande progetto di riforestazione mai visto, basato su un budjet iniziale di 85 milioni di dollari per progetti agroforestali in Malawi, Tanzania, Uganda, Etiopia, Kenya e Zambia, terre che da sole coprono circa un quinto dell’intero territorio continentale.

Questa coalizione di ONG guidata dalla Global EverGreen Alliance mira a contenere 20 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio ogni anno a partire dal 2050.

I capitali sono stati raccolti e coordinati dalla piattaforma G9Ark, un progetto internazionale ispirato tra gli altri agli storzi di Greta Thunberg, che mira ad unire la conoscenza dei ricercatori ai fondi, governativi e privati, di chi ha a cuore la salvaguardia del pianeta.
 

Cos'è l'agroforestazione

Gli alberi sono, a conti fatti, la forma di tecnologia più avanzata in materia di lotta alle emissioni di biossido di carbonio. Suona paradossale ma è così.

Pertanto, investire in agroforestazione equivale a costruire la nostra Arca di Noè. Ma cos’è l’agroforestazione in parole semplici?

Si tratta di un insieme di pratiche basate sulla piantagione e la cura di alberi, arbusti e cespugli, ispirandosi all'opera della natura e simulando l’ambiente naturale di una foresta in armonia con piantagioni agricole, provvedendo in tal mondo a catturare il biossido di carbonio nell'atmosfera, ridurre e prevenire erosione e desertificazione, produrre cibo per gli abitanti della terra, e a fortificare la biodiversità sia vegetale che animale.

Non si tratta di niente di nuovo, solo di una forma avanzata di consociazione, già documentata dai tempi degli antichi Egizi.
 

Una coalizione di ONG

Una volta scelte le piante più adatte, queste verranno piantate nei terreni agricoli, in modo da fissare l’azoto e combattere la desertificazione, rendendo il terreno più fertile che mai.

Il tutto si basa sui principi del FMNR o farmer managed natural regeneration, in italiano “rigenerazione naturale gestita dagli agricoltori", che in Africa, più precisamente in Niger, è già riuscita a sottrarre al deserto 5 milioni di ettari restituendo terra fertile agli agricoltori.

La coalizione è guidata da ONG molto attive in Africa: il contributo più importante arriva da Concern Worldwide, World Vision, The Nature Conservancy, Catholic Relief Service, World Resource Institute, Justdiggit, World Agroforestry, CARE International, Mongabay.
 

Gli obiettivi dichiarati

Risultati auspicati nel documento ufficiale? Triplicare l’assorbimento di biossido di carbonio nei terreni agricoli grazie all’agroforestazione, aumentare la coltivazione di leguminose in grado di fissare l’azoto nel suolo, riforestare 575 ettari di foreste in degradazione e di aree urbane convertibili in parco, soppressione dell’uso degli incendi controllati in agricoltura.