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Barriere cattura plastica: il progetto ferrarese per i fiumi puliti

Grazie a un finanziamento regionale da 200mila euro, a Ferrara verranno installate barriere flottanti sui fiumi per intercettare la plastica galleggiante.

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©Regione Emilia Romagna

Come funzionano le barriere cattura plastica

Un sistema di barriere galleggianti capaci di catturare la plastica nei fiumi: funziona così, in estrema sintesi, il progetto pilota avviato nel Ferrarese. Le prime strutture sono state installate sul Po di Volano, un ex-ramo deltizio del fiume Po, e a valle del ponte di San Giorgio, nel pieno centro di Ferrara.

 

Si tratta di una tecnologia all’avanguardia, già sperimentata con successo sul fiume Po. Le barriere flottanti in polietilene, senza interferire con la flora e la fauna del fiume, sono dotate di cestelli che raccolgono i rifiuti. Questi ultimi finiscono in appositi contenitori e vengono poi portati ai siti di conferimento, dove vengono opportunamente gestiti.

 

Oltre a ripulire l’acqua dei fiumi, il progetto ha un valore anche in termini di prevenzione. Sapere con precisione quali e quanti rifiuti vengono rinvenuti, infatti, permette di capire quali sono le inefficienze a monte e intervenire in modo mirato per ridurle.

 

L'Emilia-Romagna investe nella pulizia dei fiumi

“La sperimentazione durerà un anno ed è finanziata dalla Regione con 200mila euro”, dichiara l’assessora regionale all’Ambiente Irene Priolo. Si tratta di un capitolo del più ampio Piano regionale per la gestione dei rifiuti, che si focalizza in modo incisivo sulla riduzione della plastica e usa e getta.

 

In parallelo, è previsto un investimento di 100mila euro per sgomberare i rifiuti abbandonati sugli argini e sulle sponde dei corsi d’acqua. Non solo plastica, dunque, ma anche ingombranti, pneumatici e materiali pericolosi come l’amianto. Gli interventi dureranno dodici mesi.

 

Quanti rifiuti vengono trasportati dai fiumi ai mari

Sappiamo quindi che i fiumi riversano rifiuti in mare giorno dopo giorno, ma quanti? A dare una parziale risposta è uno studio scientifico pubblicato su Nature Sustainability, redatto in collaborazione con diversi istituti di ricerca, tra cui l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)

 

Dall’osservazione di 42 fiumi in undici paesi europei è emerso che ogni anno finiscono in mare più di 600 milioni di macrorifiuti galleggianti, cioè di diametro maggiore ai 2,5 centimetri. Otto su dieci sono di plastica e quattro su dieci arrivano al mare già frammentati. 

 

Gran parte di essi raggiunge il mare attraverso piccoli corsi d’acqua, torrenti e deflussi superficiali che attraversano aree densamente popolare; i fiumi più grandi, al contrario, sono ricchi di barriere artificiali e vegetazione lungo le sponde che tendono a frammentare i rifiuti ben prima della foce.

 

Questi dati verranno ulteriormente ampliati e approfonditi, anche in Italia. Nell’ambito della Marine strategy, derivante dalla Direttiva quadro 2008/56/CE, nel mese di ottobre 2021 ha preso il via un monitoraggio sistematico dei rifiuti galleggianti su 12 fiumi italiani.