Bitcoin, una valuta in-sostenibile
La criptovaluta più famosa al mondo ha bisogno di un sacco di energia per produrre nuove monete. Per ottenerne uno serve l'elettricità che una famiglia media statunitense usa più o meno in due anni.
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Internet sarà anche il regno della “dematerializzazione” ma di leggero c’è ben poco. Le attività digitali online, infatti, si basano su un'infrastruttura fisica fatta di cavi, data center e server altamente energivori, ovvero che consumano grandi quantità di energia.
Si calcola che se internet fosse una nazione, sarebbe nella top ten dei paesi che inquinano di più in termini di emissioni di CO2.
Come una famiglia media statunitense
Mail, video in streaming, diffusione dati: sono molte le attività che nello specifico richiedono un sacco di energia. Ma ce n’è una che più di altre ha un peso sulle emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera dal web. Questa attività è la produzione di Bitcoin.
Il complesso procedimento di realizzazione, anzi di “estrazione” (dall’inglese mining) della criptovaluta più famosa del mondo richiede, appunto, grandi quantità di energia: per ottenerne uno serve l'elettricità che una famiglia media statunitense usa più o meno in due anni.
Più nello specifico, servono tanti computer, impianti di ventilazione e di raffreddamento e tanta, tanta elettricità: ecco cosa serve per produrre Bitcoin. Una rete di computer che "estrae" bitcoin consuma in un giorno tanta energia quanto quella di una nazione di media grandezza, riporta il New York Times.
Ethereum prova la strada della sostenibilità
Per Nature, estrarre virtualmente bitcoin consuma più energia che estrarre fisicamente oro. E nel mondo, non ci sono solo i Bitcoin, ma anche tante altre criptovalute che, sebbene più piccole, consumano molta energia: la stessa rivista scientifica calcola che tra il 2016 e il 2018 (ultimi dati disponibili) le quattro criptovalute più conosciute (Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Monero) hanno generato fino a 15 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, pari a quelle prodotte in un solo anno dall'intera Bosnia Erzegovina.
Per fortuna, una di queste, sta passando a un sistema molto più sostenibile: Ethereum è l’alternativa più valida ai Bitcoin ed entro il 2022 intende superare l’attività di mining, ovvero l’estrazione della criptovaluta, che è poi l’attività più energivora del processo in quanto richiede molta potenza di processamento.
Dal canto suo, una serie di integrazioni potrebbero rendere Bitcoin più attento alle questioni ambientali: per esempio, il tentativo da parte di Elon Musk, fondatore di Tesla, di acquistare le sue auto elettriche utilizzando proprio i Bitcoin. Da tempo il capo di Tesla è un sostenitore delle criptovalute in generale, non solo del Bitcoin.