Centrodestra al governo: qual è il piano per l'ambiente?
Dopo la vittoria della coalizione di centrodestra guidata da Giorgia Meloni, vediamo cosa prevedono i programmi elettorali in materia di ambiente.
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Un nuovo governo di destra
Le elezioni politiche del 25 settembre 2022, le prime in autunno nella storia repubblicana, hanno una vincitrice indiscussa: Giorgia Meloni, carismatica leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia. La sua coalizione, di cui fanno parte anche Forza Italia e Lega, gode di una maggioranza solidissima, il 44%. Avrà quindi tutta la possibilità di seguire le proprie linee politiche, senza bisogno di scendere a compromessi con l’opposizione.
Indipendentemente dall’idea di Italia che questa coalizione rappresenta, ci saranno alcune questioni di cui dovrà occuparsi con urgenza. Come la crisi energetica, tanto più ora che l’inverno è alle porte e famiglie e imprese sono già in forte difficoltà per il caro bollette. Poi c’è la gestione dei fondi del Piano nazionale di ripesa e resilienza (Pnrr), di cui l’Italia è la prima beneficiaria. E poi c’è l’ambiente. Una questione che non è ideologica, è oggettiva. Lo dimostra la siccità che ha messo in ginocchio l’agricoltura quest’estate, lo dimostrano le disastrose alluvioni nelle Marche.
Ambiente e clima nel programma di Giorgia Meloni
Mentre scriviamo quest’articolo, il nuovo governo non si è ancora insediato. Il presidente della Repubblica deve ancora effettuare le consultazioni e affidare l’incarico, al quale seguiranno altre consultazioni da parte del premier designato (o, più probabilmente, della premier designata).
Mancando questi indispensabili passaggi istituzionali, non disponiamo ancora di un vero e proprio programma di governo da consultare. Possiamo solo fare alcune ipotesi, basandoci sui programmi con i quali i partiti vincitori si sono presentati alle elezioni.
Cominciamo, per ordine, da Fratelli d’Italia. Il capitolo sull’ambiente compare a pagina 25 e cita, tra le altre cose, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, fermo dal 2018; promette di “combattere la siccità e l’inquinamento delle nostre acque”, “ripulire fiumi e laghi” e “salvare il mare”, anche “bonificando coste e fondali da rifiuti ed ecomostri”.
La formazione di estrema destra garantisce di voler tenere fede agli obiettivi di transizione ecologica del Pnrr e dal pacchetto europeo Fit for 55, ma difendendo gli interessi dell’industria nazionale, soprattutto di quelle filiere – come l’automotive – più difficili da riconvertire. E si schiera anche a favore del Carbon Border Adjustment Mechanism, cioè una sorta di tassa sui prodotti importati da paesi in cui vigono regolamentazioni ambientali meno stringenti; ribattezzandolo, però, “dazio di civiltà”.
Giorgia Meloni promette città più verdi, attraverso la piantumazione di nuovi alberi e la creazione di giardini e orti urbani; più slancio alla raccolta differenziata, attraverso il principio “più differenzi meno paghi”; e pene più severe per chi maltratta gli animali.
Il programma unitario del centrodestra
Per avere un quadro più completo, che includa anche gli altri due partiti della coalizione, bisogna consultare il programma unitario del centrodestra. Quest’ultimo prevede di:
- rispettare e aggiornare gli impegni internazionali sul clima;
- definire e attuare il piano strategico nazionale di economia circolare;
- rendere più efficienti le reti idriche;
- avviare un piano straordinario per la tutela della qualità delle acque marittime;
- avviare un programma straordinario per la resilienza delle zone a rischio idrogeologico;
- salvaguardare la biodiversità, anche attraverso nuove riserve naturali;
- promuovere l’educazione ambientale;
- rimboschire e piantare alberi in tutt’Italia;
- incentivare l’uso dei mezzi pubblici.
Bisogna comunque ricordare che qualsiasi programma elettorale altro non è che una dichiarazione d’intenti, non supportata da indicazioni sulle coperture finanziarie. Bisognerà quindi vedere quali di queste promesse verranno effettivamente tradotte in pratica.