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I colori naturali

Questa è la storia dei colori naturali, del loro uso e come si ricavano: conosciamoli!

I colori naturali

I colori naturali

I colori naturali sono stati impiegati per moltissimi anni in tutto il mondo per colorare tessuti, creare cosmetici, dipingere o colorare le pietanze. Di origine animale o vegetale, i prodotti naturali per la colorazione si distinguono da quelli sintetici per la loro provenienza ed estrazione, del tutto naturale, priva di processi chimici o industriali. La maggior parte dei coloranti industriali si ricava da sottoprodotti del petrolio, come l’anilina e altri derivati aromatici. Chi consuma in modo attento, sa bene come valutare la componente delle colorazioni, e più questa è naturale, più è apprezzata. I colori naturali hanno come prerogativa quella di essere composti unicamente da materiali e tinte biodegradabili ed ecocompatibili.

Una delle caratteristiche più apprezzate dei colori naturali è dunque la loro salubrità. Ma oltre agli aspetti legati alla salute delle persone, connessa alla possibile manifestazione di allergie cutanee, entrano sempre più in gioco anche gli aspetti ambientali. L’uso spesso indiscriminato di coloranti di sintesi da parte di aziende tessili poco attente, nonché di altre sostanze chimiche impiegate nella fase della tintura e del finissaggio, comporta non pochi problemi di compatibilità con le normative vigenti sulla tutela dell’ambiente. I colori sintetici sono più stabili e presentano tonalità più vivaci e brillanti, come se il tessuto fosse ricoperto da una mano di vernice. Mentre i colori naturali sono molto lievi e delicati. A differenza dei colori chimici, i colori naturali penetrano nella fibra, soprattutto quella di origine animale come lana e seta, e la impregnano.

 

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Quali sono gli elementi che ci danno i colori?

Anzitutto le piante. Ma non solo, anche bacche, cortecce, fiori, animali o minerali. Molte regioni italiane, come Marche, Toscana, Umbria, Lazio, tra le altre, vantano una lunga tradizione nella coltivazione di specie tintorie e nell’impiego di coloranti naturali nell’artigianato locale e per confezionare gli abiti. Fino alla fine del XIX secolo infatti, tutti i colori erano di origine naturale. Verso la seconda metà del secolo è stato poi il chimico inglese Sir William Henry Perkin a sintetizzare, a partire dall’anilina, il primo colorante sintetico, la malveina, un colorante viola. Alla fine del 1800 i coloranti sintetici erano già praticamente diffusi e avevano quasi completamente sostituito molti coloranti naturali decretandone il loro graduale abbandono.

Tra i colori naturali che potrebbero sostituire i coloranti di sintesi nel settore tessile troviamo, per quanto riguarda i colori che si possono derivare dalle piante:

  • l’alizarina che dà il rosso (prodotto dalle radici di Rubia tinctorium, la robbia comune o garanza)
  • la luteolina che dà il giallo (prodotto dalla Reseda luteola, la reseda)
  • l’indaco naturale che dà il blu (prodotto dalla Isatis tinctoria, ovvero il guado o gualdo, Indogofera tinctori, nota come l’indaco dei tintori, e Polygonum tinctorium, la persicaria dei tintori)

Non mancano i colori per alimenti, ricavabili per esempio dalla curcuma, dai carotenoidi, dalle clorofille (come spinacio od ortica) e dalle barbabietole. Tra i coloranti minerali vi sono il carbonio, il calcio, il ferro, il magnesio e il manganese.

 

Immagine| Ivan-herman.net