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Device ricondizionati, perché preferirli

Quando bisogna cambiare smartphone, tablet o computer, perché non dare uno sguardo ai device ricondizionati? A guadagnarci sono l'ambiente e il portafoglio.

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©Aleksandr Davydov / 123rf.com

Cosa sono i device ricondizionati

Prima o poi è capitato a tutti. Scandagliando una piattaforma e-commerce alla ricerca di un nuovo smartphone, tablet o computer, salta subito all’occhio un prezzo davvero allettante. Basta leggere con più attenzione la descrizione, però, per scoprire che si tratta di un dispositivo ricondizionato

 

Soprattutto se non si è particolarmente esperti di nuove tecnologie, è più che comprensibile farsi qualche domanda. È tutto regolare, c’è da fidarsi? Che differenza c’è tra “ricondizionato” e “usato”? Non sarà mica una “seconda scelta” destinata a durare pochi mesi? 

 

I dubbi sono leciti, ma una spiegazione c’è. Spesso e volentieri gli utenti decidono di sostituire il proprio smartphone perché è caduto e si è graffiato, o lo schermo si è rotto, oppure il software è diventato troppo lento e si blocca. O magari semplicemente perché preferiscono sostituirlo con un nuovo modello. Lo stesso discorso, chiaramente, vale anche per tablet e computer. 

 

Per la casa madre, tutti questi difetti sono facilmente risolvibili. Basta sostituire la parte danneggiata con un pezzo di ricambio originale, ripristinare il sistema operativo, fare tutti i test del caso, igienizzare il device… ed eccolo tornare perfettamente come nuovo

 

Cosa verificare prima di comprare un device rigenerato

Tra un device “ricondizionato” e uno “usato”, quindi, c’è una bella differenza. Nel primo caso è impossibile distinguerlo da uno appena uscito dalla fabbrica; nel secondo caso invece è venduto di seconda mano dal suo precedente proprietario ed è lecito aspettarsi qualche piccolo segno di usura (che va comunque precisato per trasparenza).

 

Come con qualsiasi acquisto, è bene fare le dovute verifiche per evitare brutte sorprese:

> la garanzia standard dura 12 mesi e alcuni venditori scelgono di estenderla;

> il prodotto ricondizionato dev’essere certificato dalla casa madre;

> alcuni brand addirittura li vendono in una sezione apposita del proprio sito ufficiale;

> prima di affidarsi a un marketplace, soprattutto se è la prima volta, è bene cercare qualche recensione pubblicata su piattaforme terze.

 

L’economia circolare messa in pratica

Al di là dell’indiscutibile risparmio economico, c’è un altro grande motivo per scegliere i device ricondizionati. Si chiama economia circolare

 

Il modello di sviluppo lineare, che ci spinge a comprare, usare e buttare per poi comprare di nuovo, è un retaggio del passato. Non è sostenibile, perché le risorse del Pianeta sono limitate e non possono essere sperperate con una tale leggerezza. 

 

Quando un dispositivo viene restituito alla casa madre e rimesso in circolazione, la sua vita utile si allunga di diversi anni. Così facendo si ammortizza il suo impatto ambientale, che va calcolato lungo tutta la filiera. Non solo l’approvvigionamento delle materie prime e la fabbricazione, dunque, ma anche il confezionamento, il trasporto, la distribuzione prima all’ingrosso e poi al dettaglio e così via.

 

L’impatto ambientale di smartphone e tablet

Tanto più perché stiamo parlando di prodotti che hanno un impatto ambientale non indifferente. A fornire alcune cifre è un report pubblicato da Greenpeace nel 2017, in occasione del decimo anniversario dell’uscita del primo iPhone. 

 

Per assemblare un solo dispositivo servono 60 diverse materie prime, che vanno estratte, trasportate e lavorate. In molti casi ne bastano pochi grammi: ma vanno pur sempre moltiplicati per i 7,1 miliardi di smartphone che sono stati prodotti nell'arco di un decennio.

 

Nei dieci anni analizzati la fabbricazione degli smartphone ha consumato circa 968 TWh di energia, equivalenti al fabbisogno di un anno dell’India, il secondo Stato più popoloso al mondo.

 

Oltre alla fabbricazione, l’altra fase davvero critica dal punto di vista ambientale è il fine vita. Nel solo 2014, i dispositivi di piccole dimensioni hanno generato 3 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici. Si stima che, in media, meno del 16 per cento venga riciclato.

 

Ecco quindi un altro esempio da manuale di quanto le nostre scelte individuali abbiano un peso. In questo caso, poi, il vantaggio è reciproco. Ci si aggiudica un dispositivo impeccabile a una frazione del suo prezzo di listino e, al tempo stesso, si impiegano in modo più responsabile le risorse del Pianeta.