Green Deal: 998 milioni di euro in nuove infrastrutture energetiche
L’Unione europea investe quasi un miliardo di euro in nuove infrastrutture energetiche più sostenibili ed efficienti. Un altro tassello all’interno del grande cammino del Green Deal.
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L’Europa scommette sulle infrastrutture energetiche
Poco meno di un miliardo di euro, per la precisione 998 milioni: è questa la cifra che l’Unione europea investirà nelle infrastrutture energetiche. La proposta arriva dalla Commissione europea ed è stata avallata dagli Stati membri il 1° ottobre.
Un significativo passo avanti per Connecting Europe Facility, che vuole “promuovere la crescita, l’occupazione e la competitività attraverso investimenti infrastrutturali mirati a livello europeo”. Si tratta di uno strumento di finanziamento di nuove reti nel ramo dei trasporti, dell’energia e dei servizi digitali. Reti che uniscano l’intero Continente coniugando performance, efficienza e sostenibilità.
Concretamente, il Cef finanzia i progetti mediante i tradizionali sussidi, ma anche attraverso strumenti finanziari più innovativi come le garanzie sui prestiti e i project bond (particolari obbligazioni legate a uno specifico progetto, rimborsate in base ai flussi finanziari che quest’ultimo riesce ad assicurare). Così facendo, i fondi europei servono anche come volano per attirarne altri, da parte di privati, governi nazionali e amministrazioni locali.
Dieci progetti europei in partenza
La fetta più consistente di questo stanziamento (ben 720 milioni di euro) va alla fase 2 del progetto di sincronizzazione dei Paesi baltici, definiti “di interesse strategico” dal Commissario per l’Energia, l’estone Kadri Simson.
Proseguendo su un percorso già iniziato tempo fa, l’Unione costruirà il cosiddetto Harmony Link, un cavo elettrico che collega la Polonia alla Lituania attraverso il Mar Baltico, che sarà la base per il futuro sviluppo della rete offshore. Il grande obiettivo è quello di integrare i mercati elettrici di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia a quelli degli altri Stati membri.
I progetti finanziati in tutto sono dieci e “contribuiranno a un sistema di infrastrutture energetiche più moderno, sicuro e intelligente, che è cruciale per realizzare il Green Deal europeo e raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi climatici per il 2030”, continua Simson. “Questi investimenti sosterranno la ripresa economica dell’Unione e creeranno nuovi posti di lavoro”.
Energia, un pilastro del Green Deal europeo
L’energia è uno dei temi chiave del Green Deal europeo, la strategia di transizione verde con cui l’Unione vuole diventare il primo Continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Il che impone di azzerare le sue emissioni nette di gas a effetto serra, in parte riducendole e in parte sequestrandole e compensandole.
Oggi il 75 per cento di tali emissioni deriva dalla produzione e dall’utilizzo di energia e il 17,5 per cento del consumo finale lordo proviene dalle fonti rinnovabili come solare, eolico o idroelettrico (quest’ultimo dato è riferito al 2017).
Entro il mese di giugno 2021 l’Unione porterà a termine la revisione della normativa energetica in essere. Gli Stati membri avranno quindi tempo fino al 2023 per aggiornare i loro piani nazionali per l’energia in clima e renderli coerenti con le nuove ambizioni.