In Europa si mangia meno carne (e si macellano meno animali)
L’alimentazione plant-based sembra aver conquistato i cittadini europei. A suggerirlo sono i dati, che evidenziano un numero inferiore di animali macellati e un aumento nelle vendite dei prodotti vegani.

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Come è cambiato il modo di mangiare in Europa negli ultimi vent’anni?
Sicuramente c’è più consapevolezza sull’impatto che cibo e industria alimentare hanno sull’ambiente, ma anche sulle tematiche relative al benessere animale. Inevitabilmente, questa nuova coscienza ha mutato le abitudini a tavola, perché sempre più persone stanno riducendo il consumo di carne e di derivati animali optando per le molte alternative plant-based presenti sul mercato. A suggerirlo sono diversi dati che, complessivamente, mostrano una riduzione del numero degli animali macellati in Europa, ma anche un aumento delle vendite nel comparto plant-based.
Gli europei mangiano meno carne
In Europa è in atto un cambiamento culturale e alimentare che si riflette anche nell’offerta di supermercati e catene della grande distribuzione: sugli scaffali, accanto ai prodotti di origine animale, sono infatti sempre più presenti alternative vegetali e plant based: dalle bevande che sostituiscono il latte vaccino agli affettati, dai formaggi vegani ai sostituti della carne, oggi chi vuole avvicinarsi a un’alimentazione più vegetale ha molte più scelte a disposizione rispetto al passato.
E se aumenta il consumo di un bene, a diminuire è necessariamente il consumo del suo opposto. E i dati statistici lo confermano: analizzando il report "Agricultural production - livestock and meat" redatto da Eurostat scopriamo infatti che tra il 2003 e il 2023 si è registrata una riduzione significativa nel numero dei capi allevati dal comparto zootecnico in Europa. Insomma, nel Vecchio Continente ogni anno si macellano sempre meno animali e i numeri indicano una tendenza ben precisa:
● Il numero di ovini e caprini allevati e macellati è diminuito del 22%
● Il numero di suini allevati e macellati è diminuito del 15%
● Il numero dei bovini allevati e macellati per la loro carne è diminuita dell’8%
Il solo comparto ad aver aumentato il numero di capi macellati è quello del pollame. Nonostante questo, la tendenza è decisamente chiara, ed è anch’essa traducibile in percentuale: negli ultimi 20 anni il numero complessivo di animali allevati e macellati è calato del 10%. I numeri dimostrano come la transizione verso un'alimentazione più sostenibile stia prendendo piede su più fronti.
Perché in Europa si mangia meno carne?
Anche per rispondere a questa domanda ci affidiamo a qualche dato, in questo caso estrapolato da uno degli ultimi report della no profit Good Food Institute (GFI), che si è recentemente occupata di intervistare oltre 7500 europei in relazione alle loro abitudini di consumo a tavola. Più della metà degli europei intervistati (il 51%) ha dichiarato di aver ridotto il consumo di carne per diversi motivi. Li riportiamo qui sotto, con le relative percentuali:
● Motivi di salute (47%)
● Motivazioni legate al tema del benessere degli animali (29%)
● Cause legate all’impatto ambientale del cibo (26%)
A una diminuzione del consumo di carne e di prodotti derivati si accompagna un aumento dell’acquisto e consumo dei prodotti plant-based. Sempre facendo riferimento al report di GFI scopriamo infatti che il 28% degli intervistati ha affermato di consumare alimenti a base vegetale almeno una volta a settimana, con una decisa predilezione per le alternative a latte e formaggi.
E gli italiani come si comportano? La situazione del Belpaese riflette la tendenza europea. Anche in questo caso a darci qualche dato utile è GFI, che afferma che fra il 2021 e il 2023 nel comparto plant-based c’è stato un aumento di vendite unitarie del 5,8%. Anche gli italiani prediligono maggiormente le alternative vegetali al formaggio, la cui crescita negli anni presi in esame è stata del 70%. A aumentare, seppur in maniera minore, è anche la vendita dei sostituti della carne, le cui vendite sono aumentate complessivamente del 15%.
Cosa frena la tendenza al plant-based?
Ovviamente i numeri del settore plant-based non possono (ancora) essere equiparati a quelli relativi al settore della carne e dei suoi derivati. Ma è senza dubbio in atto un’inversione di tendenza, per lo meno nella consapevolezza dei consumatori nei confronti del comparto zootecnico.
Ma quali sono gli aspetti che maggiormente frenano gli europei ad aumentare la quota di alimenti vegetali consumati? Secondo Good Food Institute, essenzialmente il problema è il prezzo dei prodotti (troppo alto per il 40% degli intervistati) e l’appetibilità degli stessi (poco gustosi per il 30% degli interpellati).
Ovviamente, oltre al costo e al gusto delle varie alternative vegetali presenti sul mercato c’è anche da fare i conti con la tradizione gastronomica, ancora fortemente incentrata sul consumo di carne e di derivati animali. Insomma, siamo di fronte a barriere culturali ed economiche non da poco. La tendenza è però decisamente chiara: gli Europei sono più aperti del passato a consumare meno carne, e i dati lo dimostrano.
L’alimentazione del futuro, fra innovazione e sostenibilità
Gli europei hanno nuovi bisogni alimentari, e senza dubbio l’industria sta rispondendo positivamente a questa richiesta con un aumento della ricerca nel settore plant-based. Dalla carne coltivata alle “nuove” fronti proteiche (come i prodotti a base di legumi o alghe), il mercato offre oggi nuove alternative più sostenibili, più sane e compassionevoli rispetto a quelle del settore zootecnico.
Il futuro dell’alimentazione potrebbe essere sempre più vegetale, ma è tuttavia importante che istituzioni e governi comincino a incentivare l’adozione di diete più sostenibili e meno impattanti per il Pianeta. Tuttavia, se la tendenza attuale continuerà a crescere, potremmo assistere a una trasformazione sempre più marcata del panorama alimentare globale. La sfida sarà quella di rendere l’alimentazione a base vegetale non solo un’opzione valida, ma anche la scelta più conveniente, gustosa e accessibile per tutti.