Articolo

Chi è Fulco Pratesi, il fondatore di WWF Italia

L'antesignano di tutti gli attivisti a favore dell'ambiente di oggi. In Italia il sostegno all'ambiente comincia nel 1966 con la figura di Fulco Pratesi.

fulco-pratesi

Credit foto
©Expo 2015

WWF, dal 1961 al servizio della salvaguardia dell'ambiente

E’ impossibile comprendere chi sia Fulco Pratesi senza comprendere la portata di WWF.

Fondato nel 1961, il WWF è una delle ONG più famose di sempre, focalizzato sulla salvaguardia dell'ambiente.

L'acronimo sta per World Wide Fund for Nature, ovvero Fondo Mondiale per la Natura.

Nei decenni, la famosa ONG che ha per logo un gigante panda stilizzato, ha portato avanti numerosi programmi di salvaguardia della natura in tutto il mondo.

La succursale italiana, è nata per la precisione nel 1966 grazie al suo fondatore, Fulco Pratesi.
 

La presa di coscienza green

Oggi ottantacinquenne, Fulco Pratesi rappresenta una svolta precisa nella consapevolezza italiana, una presa di coscienza.

Fulco ha raccontato in numerose occasioni ed interviste tale transizione.

Da architetto aveva avuto in molte occasioni l’occasione di constatare l’impatto devastante dello sviluppo non sostenibile, ed in quanto cacciatore aveva avuto contatto diretto con la morte di molte specie animali oggi protette.

La protezione delle specie che una volta cacciava e la conversione in oasi WWF dei lotti di terra presi di mira dagli speculatori immobiliari sono state le attività alla base  dell'impegno civile promosso da Fulco Pratesi.
 

Scenario italiano agli inizi di WWF

Presidente di WWF Italia e LIPU ed oggi presidente onorario di WWF Italia, nel mezzo secolo di vita dedicato alla protezione della natura, Fulco Pratesi ha contribuito a cambiare molte cose in Italia.

WWF conta quasi centomila soci in Italia, quando i pionieri nel 1966 furono soltanto tre, di cui Fulco era l’unico italiano.

In questo mezzo secolo, l’Italia è, inutile sottolinearlo, estrememante cambiata. Ai tempi, in pieno boom economico dopoguerra, l’Italia stava diventando una società dei consumi, come denunciava all'epoca Pierpaolo Pasolini.

Allo stesso tempo il ricorso alla caccia era esteso e mal regolamentato, legato ancora a stili di vita antichi ed autogestiti.

L’edilizia viveva un momento di crescita incosciente: si costruiva con materiali non sostenibili, con modalità brutali nei riguardi della natura.

Molte specie animali e vegatali scomparivano a vista d’occhio e le lucciole, sempre per citare Pasolini, non si vedevano più come prima.

Su tutto il territorio italiano si potevano contare giusto una manciata di parchi nazionali, più che altro simbolici, mal protetti e mal finanziati.
 

L'eredità di Fulco Pratesi

Fulco Pratesi capì che azioni concrete erano necessarie per diffondere una coscienza e conoscenza della natura.

Diede il via a innumerevoli progetti per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle specie a rischio, sull'importanza delle paludi per gli uccelli migratori, sulle conseguenze dell’abuso edilizio, sui rischi del nucleare e sul ricorso massivo alle energie non rinnovabili.

Chiunque oggi porti avanti iniziative a sostegno della natura e dell’ambiente, gli deve qualcosa.