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"Spegnere oggi gli incendi di domani", il rapporto WWF

Perché gli incendi sono diventati così frequenti e distruttivi? E cosa possiamo fare per affrontarli? A dare alcune risposte è il nuovo report sugli incendi del WWF.

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©viesinsh / 123rf.com

Il nuovo rapporto del WWF sugli incendi

Ogni anno, appena l’estate entra nel vivo, i giornali locali sono affollati di titoli sugli incendi. Nella maggior parte dei casi vanno a caccia del colpevole, della mano che ha appiccato il fuoco spinta da interessi (spesso) economici. Ma gli incendi non sono un fatto di cronaca, né un’emergenza imprevedibile. Sono una realtà strutturale con la quale dobbiamo imparare a fare i conti.

 

Va in questa direzione “Spegnere oggi gli incendi di domani”, il nuovo report pubblicato nell’estate 2022 dall’organizzazione ambientalista WWF. Un lavoro che parte dai dati, non solo sull’Italia ma sui Paesi euro-mediterranei nel loro insieme. E, analizzando i dati, propone alcune contromisure. Perché spegnere gli incendi è una necessità, ma non è una soluzione: prima di tutto, bisogna lavorare sulla prevenzione. 

 

Il trend degli incendi nei Paesi euro-mediterranei

Partiamo dai dati, quindi. Nel decennio compreso tra il 2007 e il 2016, nei sei Paesi euro-mediterranei – Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Grecia e Turchia – ci sono stati migliaia di incendi. Messi insieme, hanno colpito più di 250mila ettari ogni anno: una superficie grande all’incirca come quella del Lussemburgo. Il 2017 è stato ancora più devastante, mentre il biennio tra il 2018 e il 2019 è stato di relativa calma.

 

Nel 2020 la situazione è tornata emergenziale e nel 2021 è precipitata, con 600mila ettari in fiamme, circa il doppio rispetto all’anno precedente. Nella sola Italia sono andati a fuoco 170mila ettari, soprattutto tra Calabria, Sicilia e Sardegna

 

Quali sono i fattori che favoriscono gli incendi

Ancora è presto per poter trarre conclusioni sul 2022, ma i primi quattro mesi dell’anno non fanno ben sperare, con una superficie di 45mila ettari contro la media di 30mila del periodo 2008-2021. D’altra parte, la siccità che perdura dall’inverno e le temperature torride registrate fin da maggio creano le condizioni perfette per il dilagare delle fiamme.

 

Indipendentemente dalle modalità con cui vengono appiccate le fiamme, dunque, è inevitabile che gli incendi siano più vasti e rovinosi, visto che i cambiamenti climatici rendono il paesaggio più infiammabile.

 

Poi ci sono anche altri fattori di carattere socio-economico. Le aree boschive in Italia sono in aumento, ma spesso versano in uno stato di semi-abbandono. In parallelo, si creano nuove aree edificate a stretto contatto con quelle forestali, dove le probabilità di innesco sono maggiori.

 

Cosa possiamo fare per contrastare gli incendi

Se è vero che le condizioni esterne sono particolarmente critiche, cosa possiamo fare per limitare gli incendi e i loro danni? Il WWF propone alcune linee di intervento:

 

  • Mappare il territorio, identificando le zone a rischio sulle quali adottare precauzioni particolari.
  • Coinvolgere attivamente i cittadini e le imprese.
  • Fare il possibile per adattare il territorio – soprattutto quello rurale e di interfaccia – ai cambiamenti climatici.
  • Adottare un approccio agrosilvopastorale, cioè coniugare le esigenze di allevamento, foreste e agricoltura.
  • Replicare le buone pratiche adottate a livello internazionale.
  • Ripristinare le superfici percorse dalle fiamme, adottando soluzioni basate sulla natura.
  • Rendere più efficiente il coordinamento tra gli enti e gli attori che si occupano, a vario titolo, del tema.
  • Erogare finanziamenti ad hoc per la prevenzione degli incendi.
  • Sorvegliare meglio il territorio e punire chi adotta comportamenti incauti.