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Inquinamento luminoso

L’inquinamento luminoso è la quotidianità per il 99% degli americani e degli europei, con importanti conseguenze di tipo sanitario, ambientale ed economico.

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©Michael Schaffler/Unsplash

Alzare gli occhi al cielo e lasciarsi abbagliare dalle stelle che brillano nel buio: dovrebbe essere la normalità, ma lo è soltanto per un risicato 1% degli americani e degli europei. Tutti gli altri vivono in una zona caratterizzata dall’inquinamento luminoso. Lo dice il World Atlas of Night Sky Brightness, una mappa generata a partire da migliaia di foto satellitari, pubblicata nel 2016. Ma cosa si intende di preciso per inquinamento luminoso e perché bisognerebbe preoccuparsene? 

 

Che cos’è l’inquinamento luminoso

Si parla di inquinamento luminoso quando l’eccesso di luce artificiale incide sulla normale oscurità del cielo notturno. Tra le cause dell’inquinamento luminoso ci sono i lampioni stradali, le insegne luminose e gli edifici in cui le luci restano accese giorno e notte, soprattutto quando le fonti di luce sono molto più intense e persistenti rispetto a quanto sarebbe strettamente necessario. Spesso sono anche mal orientate, il che significa che non sono dirette verso il basso (o comunque verso la strada o l’edificio che dovrebbero illuminare) ma, al contrario, si disperdono verso il cielo

 

Anche l’ampia adozione delle lampade a led da un lato è giustificata dai loro bassi consumi di energia, e dunque da un vantaggio di tipo monetario e ambientale, ma dall’altro lato finisce per esacerbare questo fenomeno. La loro luce bianco-blu infatti risulta più intensa in prossimità della sorgente, fino ad alcune decine di chilometri, per poi disperdersi più in lontananza.

 

Le conseguenze dell’inquinamento luminoso sulla salute

Siamo soliti associare l’idea di luce a quella di sicurezza, dando per scontato che una città illuminata a giorno sia anche più viva e accogliente. Quest’argomentazione però ne fa perdere di vista molte altre, relative innanzitutto alla salute. La luce, infatti, regola i nostri ritmi circadiani: di giorno la nostra ghiandola pineale produce serotonina, di notte melatonina. Se le condizioni ambientali variano, il nostro organismo perde la capacità di autogestirsi in maniera ottimale e la qualità del sonno ne risente.

 

Prima o poi abbiamo tutti sperimentato quanto sia spiacevole dormire poco e male, perché perdiamo lucidità, i nostri riflessi peggiorano (il che può rivelarsi pericoloso per chi guida o adopera macchinari), siamo più ansiosi, irritabili, svogliati, disattenti. A lungo andare, aumenta anche l’incidenza di vere e proprie patologie, per esempio cardiache.

 

Le conseguenze economiche

Certamente non si può dire che l’illuminazione sia del tutto inutile, ma ci sono ottime ragioni per gestirla in modo più intelligente. Ragioni anche di carattere economico. Il dipartimento per l’Energia statunitense sostiene che l’illuminazione sia responsabile del 15% del consumo globale di elettricità, elettricità che è ancora prodotta in gran parte con i combustibili fossili: ne consegue quindi un impatto pari al 5% sulle emissioni di gas serra globali. Le amministrazioni comunali non possono non rendersene conto, perché l’illuminazione assorbe una quota compresa tra il 20 e il 40% dei loro consumi di elettricità.

 

Sono dati che possono di gran lunga migliorare, considerato che il 75% degli impianti di illuminazione pubblici dell’Unione europea ha più di 25 anni. Negli Stati Uniti non va molto meglio: i lampioni sono circa 40 milioni e meno della metà fa uso di lampadine ad alta efficienza energetica.

 

Come ridurre l’inquinamento luminoso

Per ridurre l’inquinamento luminoso non ci sono ricette risolutive, ma si rende necessario un mix di tecnologie, normative, consapevolezza e buon senso. Ecco alcune misure utili:

  • installare lampade a LED a bassa intensità che emettono una luce più direzionale e meno dispersiva, limitando la componente di luce blu;
  • adottare impianti di illuminazione completamente schermati, cioè che trattengono la luce all’interno di un’area prestabilita;
  • pianificare lo spegnimento delle luci negli orari in cui non sono strettamente necessarie, anche attraverso normative ad hoc;
  • informare le persone sulle conseguenze dell’inquinamento luminoso, coinvolgendole nella pianificazione urbana;
  • fare uso di materiali riflettenti in edilizia, per rendere più intense le luci già esistenti.