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Come difendere l'ambiente? Con il corso di laurea in Diritto dell'ambiente e dell'energia

In Abruzzo prende il via il corso di laurea in Diritto dell’ambiente e dell’energia: sarà il primo in Italia.

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Montaggio: Claudio Lucca

La nuova laurea in Diritto dell’ambiente e dell’energia

Diritto dell’ambiente e dell’energia: si chiama così il nuovo corso di laurea triennale istituito a partire dall’anno accademico 2023-2024 presso l’università degli studi di Teramo. Lo prevede un protocollo d’intesa stilato a gennaio 2023 fra la regione Abruzzo, l’ateneo e il comune di Lanciano. È un unicum in Italia, perché è la prima offerta formativa di taglio giuridico che si propone di creare figure professionali esperte in materia ambientale, da impiegare nelle aziende pubbliche e private.

 

"Si tratta di un corso di laurea innovativo, che si occupa di temi da cui dipenderà il nostro futuro e quello dei nostri figli”, ha commentato l'assessore regionale all'energia Nicola Campitelli, ricordando come la regione stessa si sia impegnata a sforbiciare del 55% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990. “In sostanza, questa sfida deve rappresentare un'opportunità non solo per i cittadini abruzzesi e non ma anche per l’intero tessuto produttivo territoriale poiché la transizione ecologica deve essere accompagnata anche dalla transizione burocratica, da quella tecnologica e dalla transizione culturale".

 

L'assessore all'istruzione ed alla formazione Pietro Quaresimale ha invitato altresì i centri per l’impiego a “facilitare, in raccordo con gli istituti tecnici superiori, l'individuazione di figure ad alta specializzazione in questo ambito”.

 

Green jobs e transizione ecologica per il sistema Paese

Questa notizia testimonia, ancora una volta, quanto la transizione ecologica sia un motore di crescita anche economica e occupazionale. Il rapporto GreenItaly 2022 di Fondazione Symbola rivela infatti che oltre 531mila aziende che hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green nel quinquennio 2017-2021.

 

Una scelta che si è rivelata virtuosa anche in termini di business. Le imprese eco-investitrici sono infatti più dinamiche sui mercati esteri rispetto a quelle che non investono (il 35% delle prime prevede un aumento nelle esportazioni nel 2022 contro il 26% di quelle che non hanno investito); percentualmente aumentano di più il fatturato (49% contro 39%) e le assunzioni (23% contro 16%).

 

Alla fine dell’anno, gli occupati che svolgono un cosiddetto green job (cioè un “lavoro verde” sono più di 3 milioni, di cui il 32,9% al nord ovest, il 23,9% al nord est, il 22% nel sud della Penisola e il 21% al centro.

 

“Esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica: nel rapporto GreenItaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo, ad esempio, una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro”, ha commentato il presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci.