Mohammad Alaa Aljaleel, il Gattaro di Aleppo
Il Gattaro di Aleppo, all’interno del conflitto siriano, salva centinaia di gatti randagi, accudendoli nel proprio Santuario. Questa è la sua storia.
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©Fb Ernesto’s Sanctuary for Cats in Syria
A causa del conflitto siriano migliaia di rifugiati hanno dovuto abbandonare la propria terra, costretti a darsi alla fuga. Tuttavia, al contrario, Mohammad Alaa Al-Jaleel, noto come il Gattaro di Aleppo, ha deciso di restare in Siria per dedicarsi alla salvaguardia dei gatti.
Questa sua missione negli anni è diventata anche una sorta di mestiere, tanto che l’uomo ha lasciato il proprio impiego precedente e, anziché guidare ambulanze, oggi si occupa di questi animali in difficoltà.
Come tutto ha inizio
Nella primavera del 2011 scoppia in Siria la guerra civile. In pochi mesi la situazione degenera, tanto che la popolazione inizia a fuggire e nelle strade si aggirano anche molti gatti feriti o abbandonati.
Davanti a tutto questo, nel 2012, Mohammad Alaa Al-Jaleel decide di iniziare a prendersi cura di queste bestiole. Inizialmente si limita ad accudire i gatti che trova in città, ma nel 2015 inizia a cercarli per poterli curare e sfamare. In pochi anni, quindi, il numero cresce esponenzialmente: da 20 animali si arriva ad oltre 100.
Alaa - come lo chiamano gli amici e gli attivisti - li salva, portandoli al cosiddetto Santuario.
Il Santuario di Aleppo
Tale luogo è noto anche come Casa dei Gatti Ernesto. Quest’ultimo, infatti, era il nome del primo gatto di Mohammad Alaa Al-Jaleel, ucciso in Siria durante un bombardamento.
Il Santuario, dunque, nasce come una struttura creata da Alaa con l’intento di accogliere gli animali randagi in un ambiente tranquillo e protetto, quasi sacro.
Tuttavia, nel 2016 le bombe non risparmiano la struttura, uccidendo di fatto decine di gatti. Davanti all’inasprirsi dei conflitti, dunque, il Gattaro si vede costretto a fuggire temporaneamente dalla propria città, insieme a tanti altri rifugiati. Salvo poi decidere dopo pochi mesi di tornare nuovamente in Siria per portare avanti la propria missione.
La salvaguardia dei gatti
Dal momento, però, che dell’ex Santuario rimanevano solo macerie, nel 2017 Alaa ha aperto un nuovo rifugio omonimo.
Fino a oggi, quindi, nella nuova struttura Mohammad Alaa Al-Jaleel ha accolto molti animali randagi denutriti e abbandonati e li ha curati e sfamati a proprie spese.
La sua attività quotidiana è costantemente documentata su un sito internet
e sulla sua Fanpage di Facebook.
La sua storia, infatti, nel corso degli anni ha attirato l’attenzione di molti animalisti e di alcuni sostenitori che ogni giorno contribuiscono al finanziamento della sua missione.