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Segnali positivi per l'ambiente nell'anno appena iniziato

Nel 2020, la pandemia si è abbattuta su un mondo alle prese con questioni ambientali della massima urgenza, facendole retrocedere almeno apparentemente nella classifica delle priorità collettive e individuali. In realtà, fatte salve nuove emergenze capaci di impattare grandemente sul Pianeta, proprio la crisi sanitaria globale potrebbe essere causa- nel 2021 e oltre-di un'accresciuta coscienza ambientale e di una più decisa spinta verso la sostenibilità.

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©choreograph -123rf

Lasciato definitivamente alle spalle il 2020, è tempo di guardare al futuro. Dal punto di vista ambientale, nonostante le evidenti e innegabili problematiche, non mancano segnali positivi che lasciano ben sperare.

In un periodo storico segnato dalla pandemia e dalla relativa nuova invasione di plastica monouso, alcuni dati rivelano come proprio questa difficile contingenza ci abbia resi più consapevoli dell'importante ruolo che ciascuno di noi può giocare nel contrastare la crisi climatica.
 

Il green deal europeo

Una riduzione delle emissioni dal 40 al 55% entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050. Con tale ambizioso obiettivo, senza uguali a livello internazionale, l'Unione Europea si è di fatto impegnata a diminuire drasticamente il proprio impatto grazie al green deal europeo, piano strategico che prevede la mobilitazione di mille miliardi di euro nei prossimi dieci anni. 

Cifre da capogiro, che la crisi causata dalla pandemia avrebbe potuto mettere in discussione. Al contrario, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, oltre a confermare l'impegno, ha promesso di spendere direttamente per gli obiettivi del green deal il 37% del cosiddetto recovery fund (Next Generation Eu).
 

Cinque segnali positivi

Secondo quanto riporta l'Ansa, una ricerca dell'Euromedia Research per l'Engie Green Friday Forum fa registrare in Europa cinque segnali positivi per un futuro prossimo più rispettoso dell'ambiente:

  1.  il 69% delle aziende (con un picco del 72% nel settore servizi) è convinta che la tecnologia e la digitalizzazione ricoprano un ruolo fondamentale nella transizione verso la sostenibilità;
  2.  il 93% dei cittadini dichiara di voler cambiare stile di vita in modo sostenibile;
  3.  il 68% degli individui ha iniziato il proprio percorso green (+12,4% rispetto al 2019): il 30% sceglie prodotti ecosostenibili, locali o di marchi che fanno del rispetto dell’ambiente una bandiera; il 29% sta realizzando interventi di efficientamento energetico in casa (infissi, cappotto termico, sostituzione caldaia e termostato intelligente); il 24% sostiene di optare per la mobilità sostenibile, dalla bici, ai mezzi elettrici o i trasporti pubblici; il 9% ha installato pannelli fotovoltaici; il 7% sceglie energia prodotta da fonti rinnovabili;
  4.  il 52% delle imprese ha messo in campo, durante l’emergenza sanitaria, iniziative per una maggiore sostenibilità;
  5.  il 92% di queste aziende intende proseguire anche nel post pandemia con iniziative come lo smart working.
     

Il domani del Rapporto Coop 2020

Anche all'interno dei confini nazionali, non mancano i buoni propositi in campo ambientale. Il Rapporto Coop 2020 (Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani)- presentato lo scorso settembre- evidenzia, nella sua descrizione dei cambiamenti avvenuti nei consumi e negli stili di vita degli italiani con l'avvento della pandemia, un'accresciuta coscienza ambientale.

Con un occhio alle nuove abitudini previste per l'immediato futuro, il report sottolinea come, per il 35% dei manager intervistati, lo sviluppo della green economy sia uno dei trend che caratterizzeranno in positivo il periodo post-Coronavirus.

Una tendenza che trova corrispondenza negli acquisti, con il 27% degli abitanti che compra prodotti sostenibili in quantità e con frequenza maggiore rispetto a prima e il 20% che acquista di più da aziende che operano nel rispetto dei lavoratori. 

Le abitazioni, connesse e verdi, sono elette luogo privilegiato di aggregazione, con il 39% degli intervistati che afferma di non potere più fare a meno di un giardino.

In vacanza, la mobilità sarà più eco-friendly e circoscritta ai confini italiani, mentre la città ideale risulta essere smart city di medie dimensioni, più sostenibile dal punto di vista ambientale.