Upcycling, il riuso creativo
Dati positivi emergono sull'upcycling, ma cosa significa questo termine? Scopriamo come cresce il riuso creativo e conosciamo alcune realtà italiane e straniere che realizzano prodotti per la casa e per la persona a partire da materiali
L'upcycling è tutto intorno a noi
Entra nelle nostre case, ci veste, persino ci supporta fisicamente! Forse siamo anche noi finalmente entrati nell’era del non over-consumo, dei progetti green e del vivere consapevole, a tal punto che ormai non si può non sapere cosa significa “upcycling”.
No, non c’entrano le biciclette e nemmeno i ciclisti, ma si tratta di un modo creativo di dare nuova vita alle cose.
Questo termine è stato coniato per la prima volta dal giornalista Reiner Pilz e utilizzato qualche anno dopo da Gunter Pauli che ha scritto proprio nel 1998 il libro “Upcycling”.
Da circa 20 anni quindi gira ufficialmente nel mondo questo concetto, che ha trovato, come spiega il portale di economia Sbilanciamoci.info, buoni compagni di strada anche nel vecchio paese.
Riciclo e riuso rappresentano infatti un importante campo di intervento per un numero sempre più consistente di cooperative e imprese sociali, anche italiane, per cui si può parlare di un vero e proprio "distretto del riuso" (cit Irisnetwork).
Spesso in Italia il termine upcycling viene confuso con recycling: mentre nel primo caso si tratta di trasformazione di un rifiuto, materiale di scarto od oggetto non più utilizzato in un nuovo oggetto di miglior valore ambientale e qualitativo per mezzo della creatività, con recycling si intende invece un processo industriale di trasformazione del rifiuto stesso.
I prodotti che ne risultano sono quindi più “puliti”, sani e hanno un maggiore valore intrinseco.
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Oggetti upcycling, ecco quali sono
> Esempi di upcycling si trovano già nell’arte del XXesimo secolo, facenti parte di quel filone folk di “Objet trouvé”, oggetti trovati che diventano arte, quadri, sculture installazioni;
> Abiti dismessi che diventano filati e nuovi prodotti. Come il caso di H&M, per cui i capi non più indossabili si possono portare in negozio e saranno riconvertiti in altri prodotti, come panni per pulire, imbottiture, pannelli isolanti o reinventati secondo la filosofia dell’upcycling.
> Alcuni capi e prodotti tessili verranno persino trasformati in nuove fibre tessili, saranno filati in nuove matasse e usati per la produzione di collezioni H&M Conscious.
> Anche l’azienda Re.DO si occupa di reinventare dal “vecchio” e ha realizzato per esempio una ben nota linea di borse.
> Gioielli, anelli, orecchini, bracciali, possono prendere vita dalle ceneri dell’upcycling. Avrete sicuramente visto gli orecchini fatti con le cialde del caffè, oppure i bracciali con plastiche lavorate, collane di carta, anelli in resine reciclate, ma recuperi di materiali vintage che diventano spille, perle, accessori.
> L’upcycling e il fai-da-te vanno spesso a braccetto: i versatili pallets di legno che spopolano in foto di arredamento nel web e nelle riviste dedicate ai fiori e alla casa sono forse gli oggetti che assurgono a simbolo di questa presa di posizione eco di fronte alla vita.
Vecchie magliette che diventano copricuscini, valigie vintage o vecchi amplificatori che diventano tavolini, persino tappi di sughero reinventati come tende o sottobicchieri.
> E tra i progetti in essere ecco Artefizio, tutto italiano, che lavora con materiali di recupero, come vele da kite surf, camere d’aria e altro, rtasformandoli in oggetti utili come cinture, porta cellulari, oggetti d’arredo.
Usciamo invece dall’Italia con il lavoro di Javier Goyeneche, imprenditore spagnolo che ha lanciato il marchio Ecoalf, una collezione di abiti realizzata interamente con tessuti riciclati al cento per cento dalla plastica che finisce nel Mediterraneo.
Per raccogliere la sua materia prima ha avviato il progetto Upcycling the Oceans, unico al mondo nel suo genere, nel quale ha coinvolto 177 pescherecci di 11 porti del suo Paese.
> L'upcycling è un concetto che ha trovato grande gioco forza nel campo dell'architettura, creando, come spiega Houzz.it case sorprendentemente belle, originali, fantasiose e funzionali. Ecco nascere anche la casa danese da Prefabbricatisulweb.it, tutta strutturata sull'upcycling.
> Il web stesso è poi "pieno" di upcycling, nel senso che, come Wikipedia sottolinea, i tag di Etsy o Pinterest sono aumentati notevolmente, con percentuali di incremento sempre più crescenti.
L'obiettivo dell'upcycling
L’obiettivo finale dell’upcycling è quello di prevenire l’eliminazione di materiali potenzialmente ancora utili, facendo uso di quelli già esistenti. Ciò riduce il consumo di nuovi materiali grezzi, mentre vengono creati nuovi prodotti.
A sua volta, ridurre l’uso di materiali grezzi, comporta la riduzione di consumi energetici, quindi di inquinamento atmosferico, dell’acqua e riduzione anche delle emissioni, conseguenza indiretta.
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