Vaia Cube, l'amplificatore che dà voce agli alberi caduti
Intervista ai fondatori di Vaia, startup trentina che ha ideato un amplificatore per smartphone fatto con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta.
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Vaia è una startup trentina che ha progettato un cubo di legno di 10 centimetri fatto con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia del 2018.
Un amplificatore di suoni e musica, un'idea circolare venuta in mente a tre giovani trentenni, Giuseppe Addamo, Federico Stefani e Paolo Milan. Cure-Naturali ha rivolto loro qualche domanda.
Come nasce l'idea di una cassa acustica riutilizzando il legno caduto durante le tempeste?
Il nostro progetto è nato da un semplice quesito: è possibile rispondere in modo concreto alle conseguenze di un disastro climatico? Se sì, come?
Ci abbiamo pensato a lungo per giungere a una conclusione: ripartire dalla distruzione per creare qualcosa di nuovo, qualcosa di bello. Ecco come nasce VAIA, nome che prima della creazione della nostra startup era associato solo alla tempesta, e adesso è il nome del nostro amplificatore in legno totalmente naturale, il VAIA Cube, realizzato proprio dagli abeti e dai larici recuperati dalle zone duramente colpite.
Com'è fatto il vostro cubo?
Abbiamo voluto dare al nostro prodotto un design iconico, portatore di un messaggio più grande, metaforico: risvegliare la coscienza collettiva “amplificando” l'attenzione sul problema ambientale.
Pertanto abbiamo deciso di investire sull'amplificazione data dalla conformazione naturale del legno. Il valore simbolico del VAIA Cube, unito al suo elevato valore estetico, rappresenta il nostro punto di forza ed è ciò di cui siamo orgogliosi.
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Come nasce la startup?
La startup nasce il 12 settembre del 2019 a Roma con l’ambizione di raccontare una storia di resilienza e di rinascita. Il nome Vaia era inizialmente associato alla tempesta che ha colpito il Nord-Est Italia nell’ottobre 2018, ora VAIA è collegato a una realtà imprenditoriale, con valenze positive.
Oggi infatti VAIA è un prodotto artigianale Made in Italy, un progetto di economia circolare, una visione di futuro. La nostra vision è di realizzare oggetti utili sia per l’uomo che per la natura, recuperando materie prime provenienti da luoghi colpiti da calamità naturali, come gli alberi (principalmente abeti e larici) delle Dolomiti.
È un modo concreto per restituire dignità alle risorse naturali di un ecosistema colpito da una calamità. In futuro vogliamo intervenire in altre realtà, generando benefici per l’intero ecosistema all’interno del quale operiamo.
Ma VAIA vuole essere anche un tentativo di sensibilizzazione sull’importanza dell’impatto ambientale che ogni giorno viene generato dalla nostra società, coinvolgendo cittadini, istituzioni, aziende.
Come recuperate la materia prima, ovvero il legno?
Collaboriamo con falegnamerie locali che recuperano gli alberi in modo sostenibile, con la certificazione PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes). In particolare, collaboriamo con 4 artigiani in Lombardia, a Trento, in Val di Fiemme e in Veneto.
Per noi infatti è di fondamentale importanza coinvolgere la comunità e creare benefici che portino valore non solo economico ma anche senso di appartenenza.
Sebbene VAIA sia ancora una piccola realtà, in futuro vorremmo creare dei veri circuiti di economia circolare legati al territorio e alle zone colpite dalla tempesta. E magari in futuro applicare il modello utilizzato per VAIA anche ad altre realtà.
E come funziona la fase di distribuzione?
Commercializziamo il VAIA Cube prevalentemente sul nostro sito, per avere il controllo diretto delle vendite e tutelare il progetto e chi decide di sostenerlo.
Tuttavia, abbiamo deciso anche di collaborare selettivamente con alcuni rivenditori fisici (Pordenone, Trento, Bologna, Venezia, Imola, Belluno) che rispecchiano i valori di VAIA:
- attenzione per l’ambiente,
- per l’economia circolare,
- per il design Made in Italy
- e per il territorio.
Potete trovare la lista dei negozi “ambassador” di VAIA sul nostro sito.
Qual è stata la reazione degli abitanti della Valsugana alla vostra iniziativa?
La comunità montana ha accolto con grande entusiasmo la nostra attività. Abbiamo ricevuto un sostegno incondizionato in tantissime occasioni. Un esempio è la Banca rurale di Pergine, che ci ha aiutato nell’ottenimento di un mutuo a tasso agevolato riservato alle startup.
Abbiamo altresì piantato i nostri primi 500 alberi nella Val di Fassa, per rendere concreto e tangibile il nostro impegno di riqualifica del territorio. Nei prossimi giorni partirà la seconda ripiantumazione in Val di Zoldo, in Veneto.