Gli asana per stimolare il primo chakra
Una lezione di yoga completa e ben equilibrata dovrebbe agire su tutti i chakra, partendo da quelli inferiori. Vi proponiamo dunque un viaggio che dal primo all’ultimo chakra vi illustrerà alcuni asana che vi aiuteranno a stimolarli e a lavorare su di essi.
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Se ogni viaggio inizia con un passo, il nostro alla scoperta dei chakra non può che partire dal primo muladhara chakra non a caso correlato, tra le altre cose, ai piedi, il nostro radicamento alla terra.
Se siete ben ferrati in materia, non resta che partire insieme!
Leggi gli aspetti filosofici e psicologici del primo chakra
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Un asana può agire contemporaneamente su più chakra, sebbene uno sia stimolato in modo particolare.
Come abbiamo anticipato, il primo chakra è connesso alle nostre gambe e ai nostri piedi, dunque largo alle posizioni in piedi.
La prima che vi proponiamo è Virabhadrasana (posizione di Virabhadra o del guerriero I) di cui esistono tre varianti; in questa sede, eseguiremo la I.
- Partire in tadasana, posizione della montagna.
- Allargare le gambe e sollevare le braccia in alto, se possibile unendo i palmi delle mani l’uno contro l’altro.
- Ruotare il piede sinistro verso l’interno affinché esso assuma un’angolazione di 45 gradi e il destro in fuori con un’angolazione di 90°. Ruotare il busto verso destra.
- Flettere il ginocchio destro in modo tale che la coscia risulti parallela al pavimento e a lo stinco perpendicolare a terra.
- Mantenere il tempo ritenuto consono e eseguire anche dall’altra parte.
Raccomandazioni
Invitiamo gli allievi con problemi alle anche o alle spalle ad usare una particolare cautela.
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Dopo il radicamento regalatoci da virabhadrasana, siamo pronti ad innalzarci con la posizione dell’albero Vrkasana, che, rispetto alla precedente, è particolarmente adatto per lavorare sull’equilibrio e, conseguentemente, sulla capacità di concentrazione.
- Partire in tadasana, posizione della montagna.
- Spostare il peso del corpo a destra in modo tale che il tallone sinistro possa appoggiarsi sul malleolo destro.
- Se questa posizione risulta confortevole, sollevare il piede e posizionarlo con la pianta contro la coscia destra con le dita verso il pavimento. Il bacino è aperto, non si muove e rimane il posizione neutra senza scivolare da una parte o dall’altra.
- Le braccia possono innalzarsi verso l’alto, volendo con le mani giunte, oppure rimanere davanti al petto palmo contro palmo.
- Mantenere il tempo ritenuto consono e eseguire anche dall’altra parte.
Raccomandazioni
L’equilibrio non è facile da conquistare. Tanto a livello fisico che mentale, è il risultato di costante esercizio e paziente attesa. Se all’inizio queste posizioni vi sembrano particolarmente ardue, non vi scoraggiate, ma continuate fiduciosi nella pratica!
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Dopo esserci innalzati verso il cielo con la posizione dell’albero, torniamo ad assaporare il contatto con la terra grazie a sukhasana, la posizione facile.
Questa posizione è apparentemente molto semplice, eppure molti allievi la trovano scomoda e poco confortevole soprattutto se praticata per lungo tempo.
- Seduti a terra gambe incrociate (possibilmente con i talloni sovrapposti) e le mani poggiate sulle ginocchia.
- È molto importante mantenere costante l’attenzione sul corpo onde non assecondare alcuni vizi che il mantenimento prolungato può indurre:
- mantenere il busto eretto senza che il petto sia troppo avanti o troppo indietro rispetto al bacino;
- non irrigidire le spalle;
- il mento è leggermente verso lo sterno, il collo rilassato;
- non chiudere il petto.
Raccomandazioni
Padroneggiare questo asana è molto importante perché apre la strada alle posizioni meditative più avanzate nonché è la posizione tipica del pranayama. Dolori alle anche, all’inguine o alla schiena sono comprensibili e parte integrante del percorso che porta alla posizione perfetta.
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