Lo yoga che coccola il battito del cuore
Che aprire il cuore faccia bene? Sì, è così. Molte posizioni yoga garantiscono la lontananza da rigidità che alla lunga serrano la capacità di amare. Ma lo yoga fa bene anche a livello della fisiologia di quest'organo che, instancabile, tiene il nostro ritmo
Il benessere si raggiunge tenenedo orecchie, cure, cute, occhi aperti. Ben aperti. Pronti alla ricezione. La paura spesso ingabbia le possibilità di ricezione, le blocca. E anche il futuro prende una piega prevedibile, che non tiene conto del volere profondo dell'anima.
Lo yoga aumenta lo stato di salute del cuore in senso metaforico e fisico. Vediamo perché.
Lo yoga che tiene il cuore in apertura
Molti esercizi di yoga sono specifici per il IV chakra, così come anche molti mudra, che richiedono particolari posizioni delle dita. La respirazione yogica, di per sé, permette di contattare il ritmo del cuore e calibrarlo nel tempo.
In molti casi, uno shock, un lutto, un trauma emotivo, un conflitto, una separazione, o una fatica estrema possono andare a incidere su ciò che riposa al centro del petto (quarto chakra) e avere conseguenti ripercussioni sul meridiano del cuore.
Il chakra Anahata è il quarto, cui si associano i colori rosa e verde; le sue funzioni principali sono l’amore, la compassione, la pazienza e l’umiltà. La parola chiave associata è IO AMO. Anahata è in relazione all’elemento aria e racchiude la trasformazione e la guarigione di sé e degli altri..
L'apertura del cuore è anche realmente un'attitudine con cui praticare yoga. Non forzate, ascoltatevi, non abbiate pretese di superare i limiti con il rischio di crearne ulteriori. L'atteggiamento può e dovrebbe essere quello di dirsi "Oggi sono qui, a questo punto. Bene." Il domani avrà un ritmo magnificamente differente. Non meglio, non peggio, diverso.
Soffio al cuore: cause e rimedi
Benefici dello yoga sulle aritmie e sui disturbi cardiaci
Lo yoga fa bene al ritmo fisiologico del cuore e tiene lontano anche quelle forme di ansia che lo alterano. Dhanunjaya Lakkireddy, cardiologo dell’Università del Kansas, ha condotto uno studio presentato al meeting annuale dell’American College of Cardiology tenutosi recentemente a New Orleans. Perché ve lo proponiamo? Perché è la prima volta che si studiano scientificamente gli effetti dello yoga sulla più diffusa forma di aritmia cardiaca che insorge con l’invecchiamento del cuore, la fibrillazione atriale.
Lakkireddy ha guidato un gruppo di ricercatori per tutto il periodo di una sperimentazione fatta su una cinquantina di pazienti tra i 25 e i 70 anni che soffrono di aritmia cardiaca. Il gruppo è stato seguito per 6 mesi, 3 dei quali all'insegna di un’attività fisica a loro scelta, mentre negli ultimi 3 sono stati coinvolti in 3 sessioni di yoga settimanali della durata di 45 minuti ciascuna.
I cardiofrequenzimetri hanno rilevato che nel secondo periodo gli episodi di aritmia si erano ridotti quasi della metà rispetto al periodo precedente. Più di un paziente su cinque, nel periodo considerato, non aveva segnalato alcun episodio di fibrillazione. La qualità della vita di chi pratica yoga, in genere, migliora.
Si abbassa il rischio per quanto riguarda le malattie cardiovascolari come l’ipertensione, il colesterolo alto e l’indurimento delle pareti dei vasi. Ed ora lo studio che abbiamo appena menzionato riporta dei dati molto rilevanti anche sulla fribrillazione atriale. Il pranayama agisce sul sistema nervoso simpatico diminuendone l’attività. Ed è così che anche il battito del cuore si regolarizza.
Lo yoga non sostituisce la cura, ma è un intervento non invasivo, senza effetti collaterali e a basso costo. E vi porta a stare sia in voi stessi che con gli altri; una combinazione più che terapeutica.
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