Stress infantile: anche i bambini sono stressati
Lo stress può colpire anche i bambini. Vediamo quali sono le cause più comuni di stress infantile e come possiamo intervenire in qualità di genitori ed educatori
Lo stress infantile
Si parla sempre più spesso di stress infantile. Nessuno studio è stato mai effettuato in materia, si è, però, osservato che i bambini soffrono sempre più spesso di fastidi riconducibili a una condizione simile a quella che per gli adulti viene definita stress.
Per esempio, sempre più spesso, in età infantile ci si rivolge al pediatra per episodi frequenti di mal di testa, apparentemente inspiegabili. Altri segnali fisici di stress infantile possono essere mal di pancia ingiustificati, disturbi del sonno e tic; talvolta, nei casi più eclatanti, persino episodi di balbuzie e crisi d’asma o di vomito.
Le cause dello stress infantile
Perché i bambini sono stressati? Perché, come spesso accade anche per gli adulti, qualche volta hanno troppi impegni e/o ci si aspetta troppo da loro.
La scuola, i compiti, l’oratorio, lo sport e tutte le altre attività extrascolastiche possono rappresentare un carico eccessivo per i bambini, che di conseguenza, talvolta, si sentono stanchi e stressati.
Ovviamente, questa condizione non riguarda tutti e molto dipende anche dal carattere; ci sono bimbi che riescono a prendere gli impegni con maggiore leggerezza e altri, soprattutto quelli con personalità più narcisistica e perfezionista, che tendono a sentire molta pressione.
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Cosa possiamo fare per combattere lo stress infantile
Come genitori ed educatori possiamo fare molto per evitare lo stress nei nostri figli:
- Non caricarli di troppi impegni. Un’attività extrascolastica che richieda la sua presenza due o, al massimo, tre volte a settimana è più che sufficiente. I bambini hanno bisogno anche di pomeriggi liberi e di tempo non impegnato; certe volte hanno persino bisogno di annoiarsi.
- Non caricarli di troppe aspettative. La scuola può rappresentare uno dei motivi di stress infantile e ansia. Certo, è importantissimo abituare i bambini a studiare e a prendere l’impegno scolastico con grande serietà; ma non bisognerebbe caricarli eccessivamente di aspettative; se il bambino si impegna, ma nonostante questo non ottiene i risultati sperati, bisogna cercare e trovare l’approccio giusto per aiutarlo. Non è semplice agire sempre nella maniera migliore, ma se una critica quando serve può essere costruttiva, criticare continuamente, senza elogiare mai, può essere controproducente e persino dannoso.
- Rassicurare il bambino e non comportarsi da giudici. Il bambino, anche quando gli rivolgiamo una critica costruttiva, deve sentirsi amato; deve sentirsi al sicuro. Siamo genitori, non giudici. Qualche volta, senza volerlo, senza rendercene conto, tendiamo a mettere in discussione i comportamenti e i risultati dei nostri figli, con un atteggiamento che non li aiuta a crescere, ma solo a sentirsi criticati e quindi inadeguati.
- Un po’ di magia e di intuito. Quando il bambino ci appare stanco e stressato, dovremmo fare appello a quell’istinto “magico” di cui noi genitori siamo dotati, per provare a capirne le ragioni profonde e agire di conseguenza.