Plant Based o Vegan? Ecco le differenze
Scopriamo le differenze tra due categorie alimentari che a prima vista sembrano ideantiche, ma che in realtà sottendono principi e scelte diversi
Per definizione, il veganesimo è uno stile di vita basato su una precisa filosofia definita nel 1944 appunto come veganismo, termine coniato per indicare una condotta di vita atta ad evitare ogni sfruttamento e strumentalizzazione degli animali.
Al giorno d’oggi si usa indicare col termine generico “vegan” soltanto la sua applicazione in campo dietetico: molte persone si definiscono vegan pur non conoscendo o non rispettando in toto la filosofia vegan… vegani della domenica, parvenu alimentari.
In realtà queste persone sono dei “plant based”, termine che diventa sempre più di moda in America e che sta rimpiazzando il termine “pure veg”. Ma nei plant based (coloro che hanno adottato una dieta basata sulle piante) non rientrano solo coloro che si credono vegani pur non essendolo, in questa categoria rientrano anche le persone che consapevolmente adottano la dieta vegana ma non lo stile di vita vegano e la sua filosofia di base, per motivi di salute e benessere, ad esempio.
Ecco quindi una “nuova” categoria da aggiungere al vasto mondo dei modelli alimentari.
Origini del veganismo
Quali sono le vere origini della dieta vegana? Vari e numerosi: nell'antichità, quando la popolazione mondiale era ridotta, non esistevano le forme di inquinamento odierne e la qualità della carne era molto più alta, i motivi di tale dieta derivavano da ragioni non solo filosofiche ma addirittura spirituali.
Dall’Oriente arrivò una nuova corrente di pensiero adottata da alcune filosofie greche e mesopotamiche che si basava sulla cosiddetta reincarnazione o trasmigrazione delle anime, conosciuta in Occidente come metempsicosi, grazie a Pitagora: l’anima degli uomini avrebbe potuto incarnarsi in un animale, e quindi provocare sofferenza ad uno di essi, o anche solo sfruttarli senza rispetto, sarebbe equivalso a commettere un peccato.
In seguito, motivi più razionali hanno rimpiazzato queste credenze: correnti etiche come l’antispecismo, tutte le motivazioni eco-friendly atte ad evitare l’inquinamento dovuto agli allevamenti animali, tutti i motivi legati alla salute e alla prevenzione di numerose patologie collegate ad una abuso di prodotti di origine animali.
Plant based ma non per forza vegano
Quindi, a rigor di logica, per poter definirsi vegan non basta escludere dalla propria alimentazione ogni prodotto di orgine animale: è indispensabile evitare lo sfruttamento animale in ogni aspetto della propria vita, scegliendo di non indossare indumenti di origine animale (pelle, cuoio, pellicce…), evitando spettacoli o sport o altre pratiche che non rispettano le forme di vita animale o che provocano ad essi sofferenze (circo, acquari, zoo, pesca, caccia, vivisezione, test chimici su animali).
In conclusione, ogni vegano è un plant based, ma non tutti i plant based sono vegani, per farla semplice. Ad un vegan può benissimo non importare della qualità della cucina ed essere interessato solamente alla lista degli ingredienti; il suo cibo può addirittura essere non salutare, basti ricordare che le patatine fritte sono vegan a tutti gli effetti; al contrario, generalmete un plant based compie questa scelta per motivi salutistici non interessandosi dei motivi etici e può benissimo campare mangiando vegan ma continuando a vestirsi di lana o di pelle mentre passeggia per un giardino zoologico.
Tutto questo per venire incontro alle numerose persone che vegono identificate come vegane e seppellite da vagonate di domande sul perché continuino a vestire con prodotti animali o sul perché il loro deodorante è prodotto con test su animali: adesso tutti coloro che “mangiano come i vegani”, pur non essendolo, possono dire: “sono plant based”.
Quali sono i più classici errori dei vegani agli inizi?
Per approfondire:
> La dieta vegana: cos'è e come funziona