Consapevolezza alimentare: cos'è e perché serve
Si pensa che per dimagrire basti contare le calorie e mangiare meno. Niente di più lontano dal vero. Il nostro rapporto col cibo è qualcosa di molto più complesso. La consapevolezza alimentare è il primo passo per capirne di più. Prima (o invece) di fare tante diete, è fondamentale sapere cos'è e perché serve la consapevolezza alimentare.
Un pomeriggio di una domenica qualunque, di ritorno da una gita al lago, mi sono fermata in un Autogrill e tra i libri in sconto ne ho trovato uno sulle calorie.
Non conteneva alcun suggerimento o dieta. Solo le calorie presenti negli alimenti: nomi, numeri e nient’altro.
Ho provato per gioco a fare la lista di quello che mangiavo ad ogni pasto, e poi tradurlo in calorie.
Il risultato fu a dir poco inquietante: un numero di gran lunga superiore alle 2000 calorie indicate teoricamente come fabbisogno calorico giornaliero medio per una donna.
Da lì è iniziato un lungo percorso, tuttora in atto, che va ben oltre il mero conteggio delle calorie, s'intende!
Spesso quel che ci manca è la consapevolezza alimentare. Punto di partenza fondamentale per ogni cambiamento…anche di peso! Bisogna però aver chiaro cos'è e perché serve, la consapevolezza alimentare.
Consapevolezza alimentare: cos’è
Consapevolezza alimentare è essere presenti a se stessi mentre si mangia. Consapevoli del nostro corpo mentre mangia, delle emozioni che ci pervadono, del sapore-colore-profumo del cibo.
Se interrogati su quanto mangiano, tutti affermano di non eccedere con il cibo.
Di saltare spesso i pasti o limitarsi a sbocconcellare qualcosa, tralasciando le caramelle in auto, gli snack alla macchinetta del caffè o il gelato dopo cena. Consapevolezza alimentare significa invece notare i singoli spuntini, pizzette, focacce, biscotti o cioccolatini.
Consapevolezza alimentare è reimparare a sentire la fame. Proviamoci: quando possibile, allunghiamo i tempi tra un pasto e lo spuntino successivo, oppure aspettiamo un altro poco prima di metterci a tavola.
Oppure saltiamo la merenda, o mangiamo meno a cena. Senza saltare i pasti, però: non si fa, a meno che si stia facendo un digiuno, o un giorno di sola frutta o verdura per depurare il corpo, sotto controllo di un terapeuta. Dobbiamo invece allenarci a sentire di nuovo la fame.
Cioè i crampi allo stomaco e un lieve senso di stanchezza, senza svenire, solo percepire il corpo come “vuoto”. Iniziare a sentire la fame ci aiuterà anche a essere consapevoli - quando mangeremo – del cibo che entra nel nostro corpo e che man mano lo riempie.
Consapevolezza alimentare è anche conoscere bene le porzioni adeguate a noi: siete davvero sicuri di aver bisogno di tutta quella pasta? O di due bistecche invece di una? Provate qualche volta a diminuire le porzioni e sentire comunque la sazietà del vostro stomaco.
Consapevolezza alimentare è essere presenti mentre mangiamo: ovvero siate presenti a quello che state facendo, non distraetevi e non alzatevi mentre state mangiando. Distrarsi porta la vostra attenzione lontano dal cibo e vi fa mangiare meccanicamente, senza rendervene conto. Cioè vi fa mangiare troppo.
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Consapevolezza alimentare: perché serve?
La consapevolezza alimentare serve, eccome: lo dice uno studio scientifico effettuato dal professor Stevens - docente di salute pubblica e medicina preventiva alla Oregon Health & Science University - nell'arco di tempo di tre anni, su 1.700 persone.
Nello studio, tutti i partecipanti furono sottoposti a un regime alimentare ricco di frutta, verdura e cibi a basso contenuto di grassi, ad almeno mezz'ora di attività fisica al giorno e avevano il compito di compilare uno scrupoloso diario alimentare. Il diario alimentare è il primo strumento della consapevolezza alimentare.
Dallo studio emerse che dopo sei mesi chi annotava scrupolosamente nel diario i piatti e calorie tutti i giorni ha perso il doppio del peso rispetto a coloro che non annotavano giornalmente i cibi consumati.
Avere consapevolezza alimentare serve per avere un quadro reale del proprio consumo di cibo, a smascherare i momenti di fame nervosa, a capire come e dove intervenire per migliorare il nostro regime alimentare.
Occorre avere molta pazienza e costanza nella compilazione e non avere fretta di ottenere immediatamente risultati sconvolgenti. Ma non si tratta solo di linea: un diario tiene anche monitorata l'assunzione di sale, fibre, zuccheri e altri nutrienti che influiscono su particolari condizioni di salute (ipertensione, diabete, ipercolesterolemia).
La consapevolezza alimentare serve per rendersi conto di quanto le proprie regole alimentari siano scarse, di quanto la propria alimentazione sia disordinata o, al contrario, ci si può accorgere di essere già sulla buona strada e di aver bisogno solo di qualche "aiutino".
La consapevolezza alimentare serve per dimagrire.
Ricordate che il cervello impiega 20 minuti per percepire il riempimento dello stomaco: se in questo tempo ingurgitiamo 3000 calorie, non ce ne accorgeremo nemmeno, mentre se mangiamo con consapevolezza – attenti al sapore, al profumo, ai segnali del nostro corpo - in breve i 20 minuti saranno trascorsi e avvertiremo il segnale di sazietà proveniente dallo stomaco.
Dopo aver terminato, lentamente, il vostro piatto, fermatevi ad ascoltare le sensazioni del vostro stomaco. E’ ancora vuoto come prima? Vi sentite ancora deboli e fiacchi?
Probabilmente no. Sarebbe bene terminare il pasto a questo punto. Se rimane del cibo avanzato, non mangiatelo per forza: riponetelo in frigorifero o nel congelatore, se siete a casa. Alzatevi e dedicatevi ad un’attività piacevole, fatevi una tisana o un caffè prima di immergervi di nuovo nelle vostre attività.
Leggete un giornale. Provateci, qualche volta.
La consapevolezza alimentare, in sintesi, ci serve perché:
> Cambia il nostro rapporto con il cibo
> Ci fa sentire più vitali, più soddisfatti della nostra vita
> Smaschera l'appetito
> Ci fa venire voglia di sperimentare cose nuove, di fare nuove esperienze,
> Ci farà, forse, senza accorgerci, perdere qualche chilo.
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