Harrods introduce i dessert al cioccolato vegani
Dopo tre anni di lavoro, la storica azienda belga Callebaut ha messo a punto una nuova linea di cioccolato vegano, che fa il suo debutto da Harrods.
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Il cioccolato vegano debutta da Harrods
Se serve ancora una prova del fatto che i piatti vegani non siano più da considerare come trovate bizzarre, bensì come presenze necessarie in qualsiasi menu, ci ha pensato Harrods a fornircela. Nell’iconica Food Hall dei grandi magazzini londinesi ora è possibile ordinare due nuovi dessert: una barretta di cioccolato a forma di nuvola (Every Cloud has a Silver Lining) e un pasticcino sempre a base di cioccolato (Dawn of a New Day). Entrambi vegani, senza lattosio, cruelty free e privi di allergeni.
Sono opera di Callebaut, storica e prestigiosa azienda belga, che ha scelto la partnership con Harrods per lanciare sul mercato la sua linea di cioccolato vegan, chiamata M*lk. “Gli esperti Callebaut e i team di ricerca e sviluppo ci hanno messo più di tre anni per dare vita a questa innovazione unica”, ha spiegato il global brand leader Xuan-Lai Huynh. Sono stati coinvolti anche chef e pasticceri: il compito è tutt’altro che banale, perché impone di ripensare da zero alcune basi della pasticceria.
Perché sperimentare l’alimentazione a base vegetale
In realtà queste non sono le prime presenze vegan nel menu di Harrods: già negli scorsi mesi i clienti avevano potuto assaggiare dei biscotti da tè, un pudding e un semifreddo di porcini e tartufo.
Nel 2022 Harrods si è unito al lungo elenco di brand che hanno preso parte al Veganuary, il mese dedicato all’alimentazione a base vegetale. Ha infatti raccolto la sfida dedicata ai posti di lavoro, incoraggiando tutti i collaboratori a rinunciare a carne, pesce, uova e latticini per un mese. Trenta giorni per scoprire che le alternative vegetali esistono, sono tante e possono riservare parecchie soddisfazioni al palato, oltre a evitare il sacrificio degli animali e comportare un impatto ambientale infinitamente più basso.
Di solito il dibattito si focalizza sull’impatto della carne, ma anche latte e derivati – pur non comportando l’uccisione dell’animale – derivano in larghissima maggioranza dagli allevamenti intensivi e pongono quindi grossi interrogativi di carattere etico e ambientale. Dopo Cowspiracy e Seaspiracy, il 18 marzo uscirà Milked, un documentario diretto da Amy Taylor che andrà a indagare sull’industria lattiero-casearia della Nuova Zelanda.