Veganuary 2023: ricominciare l'anno da un'alimentazione diversa
Sperimentare la dieta vegana dal 1° al 31 gennaio: è la fortunata intuizione di Veganuary, una campagna internazionale che sta riscuotendo sempre più successo tra persone, ristoranti e aziende. Nel 2020 è arrivata anche in Italia, grazie alla onlus Essere Animali. E il Veganuary 2023 riscuote un successo trasversale.
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- La sfida di Veganuary: un gennaio vegano
- Veganuary arriva in Italia
- L'edizione 2023 di Veganuary
- Dove trovare ricette vegane e consigli pratici
- Aziende e ristoranti promuovono l’alimentazione plant-based
La sfida di Veganuary: un gennaio vegano
L’inizio del nuovo anno tradizionalmente porta con sé una carica di entusiasmo e forza di volontà. Ci offre una simbolica possibilità di chiudere i conti con ciò che non ha funzionato nei mesi precedenti, aprendo le nostre menti al cambiamento. Perché non approfittarne anche per una riflessione sulla nostra alimentazione e, più in generale, sul nostro stile di vita?
A partire questa intuizione, nel 2014 nasce Veganuary, un’organizzazione no profit britannica che lancia una sfida tanto semplice quanto efficace: cimentarsi con la dieta vegana dal 1° al 31 gennaio.
31 giorni dedicati a scoprire l’alimentazione a base vegetale, superare gli stereotipi che ancora la circondano, sperimentare in prima persona i suoi effetti sulla salute e sull’umore. Alla fine del mese, c’è chi torna alla consueta dieta onnivora e chi, invece, decide di impegnarsi per un cambiamento più duraturo. Indipendentemente dalle scelte personali, tutti fanno incetta di nuovi stimoli.
Partita dal Regno Unito, di anno in anno la campagna ha oltrepassato i confini riscuotendo un successo sempre maggiore. Se nel 2014 era ancora un fenomeno di nicchia con 3.300 adesioni, nel 2020 è arrivata addirittura a quota 400mila.
Veganuary arriva in Italia
Proprio nel 2020 anche l’Italia si è aggiunta al nutrito elenco di Paesi che partecipano a Veganuary. È merito di Essere Animali, onlus animalista che si focalizza in particolare sull’industria alimentare.
Gli attivisti di Essere Animali si fanno carico di un prezioso lavoro di inchiesta, andando a verificare in prima persona le condizioni (talvolta drammatiche) in cui versano allevamenti intensivi e macelli. Assumendosi tutti i rischi e le responsabilità del caso, portano queste immagini all’attenzione dei mass media, dell’opinione pubblica e delle istituzioni, oltre a incentivare le aziende a migliorare i propri metodi. Tutto questo con il grande obiettivo di “promuovere un sistema alimentare che metta fine allo sfruttamento degli animali e sia più sostenibile per il Pianeta”.
Con una mission del genere, l’organizzazione è particolarmente in linea con lo spirito di Veganuary, tanto da essersene fatta promotrice nel nostro Paese. Gli interessati possono trovare tutte le informazioni nel sito sul Veguary di Essere Animali.
La prima edizione del Veganuary Italia ha riscosso un successo ben superiore alle iniziative, con oltre 15mila iscrizioni (in Europa solo Regno Unito e Germania hanno fatto di meglio) e l’exploit di Milano, al sesto posto nella classifica globale delle città con più partecipanti.
L'edizione 2023 di Veganuary
A livello globale, l’edizione 2022 del Veganuary è già stata incoronata come la più riuscita di sempre con 620mila iscritti in 22o Paesi, staccando nettamente i 580mila del 2021. Soltanto al termine del Veganuary 2023 potrà essere possibile fare un bilancio, ma appare evidente come l’iniziativa abbia ormai riscosso una popolarità trasversale. Nel Regno Unito, per esempio, il 71% degli adulti ne ha sentito parlare e il 9% ha partecipato almeno una volta.
Tanti gli elementi che hanno contribuito a questo successo. Da un lato, i testimonial del calibro di Jane Goodall, Venus Williams ed Eric Adams, il primo sindaco di New York vegano. Poi, le aziende che hanno preso parte al Veganuary Workplace Challenge, invitando i dipendenti a sperimentare una dieta vegana, anche attraverso meccanismi di gamification e premi simbolici.
Più di ogni altra cosa, sono i vantaggi ambientali dell’iniziativa a convincere. Dal 2014 in poi, circa due milioni di persone in 192 Paesi hanno provato un’alimentazione vegetale nel mese di gennaio. Il che significa che è stata evitata l’emissione in atmosfera di oltre 207mila tonnellate di CO2 equivalente, come 2,4 milioni di voli da Londra a Parigi. Sono stati inoltre risparmiati 12,4 milioni di litri d’acqua.
E questo è un conteggio parziale, perché molte altre persone hanno raccolto la sfida senza però registrarsi all’apposito sito.
Dove trovare ricette vegane e consigli pratici
Soprattutto per chi è sempre stato abituato a un’alimentazione onnivora, questo esperimento può incuriosire ma anche spaventare. Come comporre un menu vario ed equilibrato? Cosa mettere nel carrello della spesa? A quali locali rivolgersi per una pausa pranzo veg? Come concedersi qualche sfizio, per fare in modo che il gennaio vegano sia anche una soddisfazione per il palato?
A tutte queste domande danno una risposta i promotori dell’iniziativa. Basta registrarsi gratuitamente nel sito della campagna per ricevere ogni giorno, dal 1° al 31 gennaio, una newsletter fitta di indicazioni pratiche, consigli nutrizionali e ricette per il Veganuary.
Anche il canale Alimentazione di Cure-naturali mette a disposizione una ricchissima gamma di ricette vegane, oltre ad articoli teorici che esplorano l’impatto di questa dieta sulla salute.
Aziende e ristoranti promuovono l’alimentazione plant-based
Veganuary è un percorso che coinvolge persone e famiglie, ma non solo. Le aziende hanno un ruolo altrettanto determinante perché, ampliando e promuovendo la loro offerta di prodotti a base vegetale, possono permettere a chiunque di vivere al meglio l’esperienza di Veganuary, trasformandola in un momento di scoperta.
A gennaio 2020 a livello globale sono stati lanciati sul mercato oltre 650 prodotti vegan e sono state inserite oltre 550 pietanze vegan ai menu dei ristoranti.
Alla campagna hanno aderito pesi massimi della ristorazione del calibro di Pizza Hut, che alla fine ha inserito la pizza Pepperphoni come voce fissa del menu; Pret a Manger, che ha lanciato il suo primo croissant vegano; Kfc, che ha venduto un milione di burger vegani nell’arco di un solo mese, l’equivalente di uno ogni tre secondi; Deliveroo, che a gennaio 2020 ha riportato un +78% di ordini per i piatti vegani.
Per il Veganuary Lidl in Italia ha inserito nel suo volantino decine di pietanze vegane del proprio marchio, con un prezzo massimo di 3 euro ciascuno. Cameo invece ha arricchito il proprio sito web con una sezione ad hoc dedicata alle ricette vegetali.
Tra i partner dell’edizione italiana nel corso degli anni ci sono Lush, brand di prodotti per la cura del corpo cruelty free, le catene di ristorazione Capatoast e America Graffiti e marchi di prodotti vegetali come Alpro, Verys, Mozzarisella, Food Evolution, Vitariz, Primavena e Pangea Foods.