Le intolleranze alimentari viste da vicino
Si parla sempre più spesso di intolleranze alimentari e qualche volta c’è un po’ di confusione sull’argomento. Cerchiamo di capire cosa sono, come si curano e come si prevengono
Quando si parla di intolleranze alimentari ci si riferisce genericamente a tutta una serie di reazioni patologiche, legate all’ingestione di alimenti, che possono essere causate da un disturbo del metabolismo oppure da un deficit enzimatico dell’apparato digerente.
Che differenza c’è tra allergie e intolleranze alimentari? Allergie e intolleranze alimentari appartengono entrambe alla categoria delle reazioni avverse agli alimenti.
Semplificando, possiamo affermare che, nel caso delle allergie, i sintomi compaiono dopo poco tempo dall’assunzione dell’alimento, entro 24 ore; mentre, nel caso delle intolleranze, i sintomi sono meno intensi e si manifestano dopo 48-72 ore.
Le reazioni delle intolleranze, inoltre, a differenza di quelle dovute a un'allergia, sono dose-dipendenti, ciò vuol dire che maggiore è la quantità di cibo ingerito, più grave sarà la reazione.
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La terapia delle intolleranze alimentari
In entrambi i casi, la prima terapia delle intolleranze alimentari consiste nell’evitare l’alimento incriminato. Non sempre, però, è semplice capire quale sia il responsabile, soprattutto nel caso delle intolleranze, quando la reazione è appunto ritardata rispetto all’assunzione del cibo.
A volte, poi, gli alimenti da evitare sono diversi; quando si tollera male un cibo, si tollerano male anche quelli della stessa famiglia. Per esempio, chi è intollerante ai fagioli, difficilmente potrà tollerare le arachidi, i piselli e le lenticchie e chi non tollera le patate, facilmente avrà problemi anche con le melanzane e i pomodori.
Esiste poi quella che si chiama reattività crociata, dovuta all’affinità biologica tra le piante. Per esempio, chi è allergico ai pollini dovrebbe mangiare con cautela le mele, proprio per l’affinità biologica tra alcuni tipi di polline e questo frutto.
La gestione della terapia alimentare di allergie e intolleranze è dunque molto complessa e, nel caso in cui si sospetti un’intolleranza alimentare non è assolutamente possibile fare da sé.
Il pericolo, infatti, è doppio; se da una parte si rischia di continuare a mangiare alimenti a cui l’organismo è intollerante, con i danni che possono derivarne, dall’altra si rischia, al contrario, di escludere dalla dieta cibi utili per la salute, che non sarebbe necessario eliminare.
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La prevenzione delle intolleranze alimentari
La prevenzione delle intolleranze alimentari avviene essenzialmente durante lo svezzamento. La tolleranza agli alimenti non è un dato di fatto, è una conquista.
Lo svezzamento deve dunque essere graduale, cioè i cibi vanno inseriti nell’alimentazione uno alla volta, cominciando con piccole porzioni. Inoltre, è consigliata l’introduzione tardiva degli alimenti più allergizzanti. Il latte vaccino, per esempio, non andrebbe mai offerto ai bambini prima dei 12 mesi.
Altri alimenti fortemente allergizzanti sono le arachidi (soprattutto), l’albume, il cioccolato, il pesce e alcuni vegetali, per esempio, la fragola.
A proposito di pesce; spesso si inizia a introdurre a partire dal merluzzo, in realtà, invece, il merluzzo ha un potenziale allergico maggiore rispetto ad altri tipi di pesce; molti pediatri consigliano quindi di cominciare con altre qualità, per esempio con l’omogeneizzato di orata.
Intolleranza al frumento: sintomi e alimenti da evitare
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