La forma degli alimenti
Alcune piante, alimenti, fiori e frutti hanno forme singolari e stravaganti. La natura a volte ha regalato delle forme perfette, come le piramidi, così da smentire quello che diceva Gaudì "le linee rette in natura non esistono”, altre volte ha fatto assomigliare certi alimenti a bizzarre creature o addirittura all’essere umano.
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Perché le uova sono a forma di uova, e i pianeti sono a forma di sfera e non di quadrato? Perché la natura preferisce alcune forme rispetto ad altre?
Mentre la scienza con il "calcolo delle variazioni" studia il ruolo fondamentale della geometria nello spiegare il nostro mondo, scopriamo le proprietà di alcuni alimenti dalle forme particolari!
- Piramidi di sale di Maldon: è un sale inglese molto prezioso, dalla singolare forma piramidale, usato in cucina e apprezzato dai più grandi chef del mondo.
- Chiodi di garofano: sono boccioli mai sbocciati, dalla caratteristica forma a chiodo e proprietà ottimali: antiparassitarie, antisettiche, antinevralgiche, anestetiche, insettifughe, stomachiche, cicatrizzanti, carminative.
- Anice stellato: è un caratteristico frutto a forma di stella, si usa essiccato e ha notevoli proprietà, tra cui quelle antispasmodiche e stimolanti e stomachiche; inoltre è un ottimo digestivo e carminativo, dalle proprietà galattogoghe e balsamiche.
- Mandragora, la radice antropomorfa: nota alla magia, secondo la tradizione medievale non poteva essere estirpata dalla mano umana, se non dopo un rito preciso. Si tratta di una radice afrodisiaca e psicoattiva, narcotica, analgesica e sedativa, che ricorda le forme umane.
Quando gli alimenti somigliano agli organi
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Maldon è una cittadina dell’Essex, in Inghilterra, situata sull’estuario del fiume Blackwater. Il suo nome è noto per il sale prodotto in una fabbrica locale.
Caratteristica di questo sale è la forma a piramide cava, ne consegue che i suoi “granelli” sono a scaglie invece che a cristallini cubici, poiché così si formano durante la lavorazione.
Leggenda vuole che il segreto di produrre il sale sia stato scoperto al tempo della dominazione dei Romani sulla Gran Bretagna, ma l'incremento della produzione di sale avvenne a partire dal 1700 e l'antico edificio della salina, ancora esistente, fu costruito nel 1823.
Il sale di Maldon è prodotto grazie alle condizioni climatiche particolarmente secche della zona.
L'acqua, filtrata e lasciata depositare, fatta evaporare in cisterne, lascia il posto a cristalli di sale che si formano naturalmente, ammassandosi in forme simili a piccole piramidi cave, che saranno poi raccolte manualmente.
E' proprio la struttura dei cristalli di Maldon a fare di questo sale un prodotto unico, con un sapore spiccato: i migliori gourmet suggeriscono di utilizzarlo a fine cottura, cospargendolo sopra il piatto.
L'uso del sale in cucina
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I chiodi di garofano sono una spezia dalla caratteristica forma a chiodo e provengono da una pianta chiamata Eugenia caryophillata, appartenente alla familglia delle Myrtaceae. Si tratta di un albero sempreverde che raggiunge anche i quindici metri di altezza, originario delle isole Molucche e che vive anche in Indonesia, Madagascar e Zanzibar.
Diffusissimi in oriente, in Cina erano usati come profumo e medicamento già più di 2000 anni fa. In occidente sono giunti attraverso le vie carovaniere e la via dell’Incenso e venivano considerati merce preziosa.
Sono i suoi boccioli a conferire la forma di chiodo, quando, non ancora sbocciati, vengono trattati ed essiccati per ricavare la spezia famosa. Hanno un profumo forte, ma al tempo stesso dolce e fiorito, con una punta di pepato e avvolgente. In cucina sono usati sia per decorare frutta e pietanze, che per insaporire dolci e preparazioni salate.
I chiodi di garofano inseriti in un'arancia sono usati come alternativa naturale alla canfora e altre sostanze chimiche contro le tarme, per i vestiti del guardaroba. Hanno uno spiccato potere anestetico locale tanto che in passato erano usati per lenire i dolori ai denti e ancora oggi l'essenza viene usata in medicina nei disinfettanti orali e nei farmaci odontalgici.
Le spezie, un mondo da scoprire
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L’anice stellato anche detto anice stellato cinese, è identificato dal nome botanico Illicium veru appartenente alla famgilia delle Magnoliaceae.
La pianta dalla quale nasce è una pianta sempreverde, originaria del bacino del Mediterraneo, ma che oggi è ormai diffuso in quasi tutte le parti del mondo: è possibile infatti trovarla in Asia, Sud America ed America Centrale.
Il nome della pianta deriva proprio dal frutto che produce che è a forma di stella ed ha un caratteristico colore sui toni del bruno-rossastri.
Questo frutto viene raccolto dalla pianta quando ancora non ha completato la sua maturazione, successivamente sottoposto a un processo di essiccazione per poi poter utilizzato come spezia.
L’anice stellato si usa tanto in fitoterapia, per la cura di influenza e raffreddore per esempio, e come prodotto topico per la cura dell’acne, come anche in cucina, pestandolo in un mortaio.
Il minestrone e la zuppa di cipolle diventano più delicati con l’aggiunta di un pizzico di anice stellato, così come stufati, arrosti e intingoli a base di patate e piselli.
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La storia della mandragora (o mandragola) ha testimonianze differenti in ogni parte del mondo: dagli antichi Egizi all’India, La Mandragora Officinarum o autumnalis rimane una della piante più misteriose e in assoluto più studiate, dalle proprietà afrodisiache e psicoattive, narcotiche, analgesiche e sedative. La stessa radice etimologica del nome è ambigua.
Di sicuro per i tedeschi viene da mann-dragen, che significa figura di uomo. Una della caratteristiche della mandragora che suscitò la fantasia degli antichi fu appunto la somiglianza della sua radice con la figura umana.
Sembra che sia stato Pitagora uno dei primi a descrivere la radice come antropomorfa.
Nella medicina popolare dell’India, la mandragora è nota come Lakshmana, ovvero “che possiede segni fortunati”, ed è usata come afrodisiaco e durante il parto. In Inghilterra, agli inizi del ‘900, era usata come anestetico e come rimedio omeopatico per la gotta.