La bambina morta per inquinamento
Verdetto storico in Gran Bretagna: per la prima volta l'inquinamento atmosferico è stato decretato concausa nella morte di una persona. Si tratta di Ella Kissi- Debrah, deceduta a nove anni nel 2013 durante l'ultimo di una lunga serie di episodi di insufficienza respiratoria.
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Insufficienza respiratoria acuta, asma grave ed esposizione all'inquinamento atmosferico. Queste le cause che hanno condotto la piccola Ella Kissi- Debrah alla morte, secondo il medico interpellato durante il processo atto a stabilire le cause e i concorsi di colpe nel decesso.
E' la prima volta che lo smog fa la sua comparsa tra i principali responsabili di una morte in un verdetto nel Regno Unito.
La tragica morte di Ella
Ella aveva nove anni quando, nel 2013, è deceduta in seguito a un attacco d'asma acuto. Da allora, la sua famiglia ha intrapreso vie legali per stabilire pubblicamente quali siano effettivamente state le cause della morte.
In una sentenza datata 2014 - poi annullata dall’Alta Corte per l'insorgere di nuove prove sui livelli pericolosi di inquinamento atmosferico che si registravano nei pressi dell'abitazione di Ella - la responsabilità era stata attribuita unicamente a un'insufficienza respiratoria acuta, sopraggiunta in seguito a numerose crisi epilettiche e decine di corse in ospedale.
Ora, dopo anni di indagini e settimane di udienze in aula, la sentenza è stata definitivamente modificata: la bambina si è spenta sì in seguito a un attacco d’asma, ma lo smog ha giocato un ruolo decisivo nel peggioramento delle sue condizioni.
Secondo quanto dichiarato dal pubblico ufficiale incaricato,, il letale episodio sarebbe stato scatenato da un' esposizione costante e continuativa a elevati livelli di inquinanti presenti nell'aria intorno alla casa di Ella.
La piccola viveva infatti con la sua famiglia, di origini africane, nella periferia Sud-Est di Londra, a pochi metri dalla South Circular, strada molto transitata e regolarmente congestionata.
Sovraesposizione alle emissioni del traffico, le parole del coroner
“Ella è morta di asma aggravata dall’esposizione a un eccessivo inquinamento dell’aria”, ha decretato il vice coroner per il London Borough of Southwark Philip Barlow, chiamato a fornire il proprio, decisivo parere in merito alla questione.
Il vice coroner ha dichiarato che la bambina - vivendo in una zona di Londra fortemente trafficata e ad alto tasso di smog - è stata esposta a inquinamento da biossido di azoto e particolato in eccesso rispetto alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Ha inoltre affermato che la mancata riduzione dei livelli di inquinamento ai limiti autorizzati, così come il fatto che non siano state fornite alla madre informazioni sulle potenziali aggravanti conseguenze dell'inquinamento atmosferico sull'asma, possono aver contribuito alla morte della piccola.
"La mia conclusione” ha affermato Barlow “è che l'inquinamento atmosferico è stato un contributo materiale alla morte di Ella".
Un'emergenza sanitaria pubblica
Gli effetti sulla salute dello smog sono noti da molti anni, denunciati da periodici rapporti relativi alla qualità dell'aria. Sono le categorie più deboli- i bambini, gli anziani, gli asmatici- a essere maggiormente a rischio e a pagarne il prezzo più alto.
La sentenza raggiunta per il caso Kissi-Debrah - la prima del suo genere nel Regno Unito - risulta dunque particolarmente importante perché, oltre ad aver fatto chiarezza su una vicenda che invocava giustizia, potrebbe aumentare la pressione sul governo affinché affronti il tema dei livelli illegali di smog.
A questo proposito, gli avvocati della famiglia hanno colto l'occasione per affermare che l'inquinamento atmosferico rappresenta un'emergenza sanitaria pubblica e che era necessario registrarlo ufficialmente come causa di morte per auspicare che i programmi per contrastare l'aria tossica diventino una priorità nazionale.