La pediatra siriana e l'ospedale sotterraneo
Si chiama “the Cave” l’ospedale sotterraneo in cui la dottoressa Amani Ballour ha salvato la vita a centinaia di bambini siriani.
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La pediatra siriana Amani Ballour
"I diritti umani e la dignità personale non sono un lusso in tempo di pace. La dottoressa Amani Ballour è un fulgido esempio dell'empatia, della virtù e dell'onore che possono fiorire anche nelle circostanze peggiori: in mezzo alla guerra e alla sofferenza".
Con queste parole, il segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha insignito Amani Ballour del premio Raoul Wallenberg 2020.
All’indomani della laurea in medicina, Amani Ballour ha iniziato a prestare soccorso ai bambini feriti come volontaria. Qualche anno dopo (per la precisione dal 2012 al 2018) era a capo di un ospedale sotterraneo, ribattezzato “la Grotta” (the Cave), nella Ghouta orientale, a pochi chilometri da Damasco.
Coordinando un team di un centinaio di persone e mettendo a rischio la propria incolumità personale in più occasioni, la giovane pediatra ha contribuito a salvare migliaia di vite umane. Ora vive come rifugiata in Turchia, ma continua a partecipare a un fondo che sostiene le donne leader e gli operatori sanitari nelle zone di guerra.
Il documentario The Cave
Questa storia è diventata anche un documentario, dal titolo appunto di The Cave, prodotto e distribuito da National Geographic e diretto da Feras Fayyad, già noto per il pluripremiato Last Men In Aleppo (2017).
Il film è finito nella shortlist per gli Oscar 2020 nella categoria Documentari, insieme a Honeyland (la prima pellicola della Macedonia del Nord a concorrere anche come Migliore film straniero), American Factory, The Edge of Democracy e For Sama.
E, contro ogni aspettativa, il regista (anch’egli di nazionalità siriana) riuscirà a prendere parte alla Notte degli Oscar: il visto per fare ingresso negli Usa gli è stato concesso in extremis, dopo parecchi intoppi.
Cos’è il premio Raoul Wallenberg
La cerimonia di premiazione di Amani Ballour ha avuto luogo presso il Consiglio d’Europa il 17 gennaio 2020 ed è stata seguita dalla proiezione di The Cave.
Non si tratta di una data qualsiasi, ma del 75° anniversario dell’arresto a Budapest di Raoul Wallenberg, diplomatico svedese che salvò la vita a migliaia di ebrei durante la seconda guerra mondiale. È rimasto celebre un suo prezioso stratagemma, lo Schutzpass, un documento che testimoniava stretti legami familiari o di affari con la Svezia ed esonerava così il titolare dalle leggi antisemite.
Il premio in suo onore è stato istituito dal 2012 dal Consiglio d’Europa insieme al governo svedese e al Parlamento ungherese. Viene assegnato ogni due anni a individui, gruppi o enti che si sono distinti nel campo dei diritti umani e prevede un riconoscimento in denaro pari a 10mila euro.
Nel 2014 la vincitrice è stata la regista turca Elmas Arus, seguita nel 2016 dall’associazione greca Agalià e, nel 2018, dal Centro europeo per i diritti dei rom.