Come favorire il sonno dei bimbi
Se un bimbo non dorme non dormiranno nemmeno mamma e papà. Spesso questo diventa un problema di dimensioni enormi. Vediamo quindi come favorire il sonno dei bimbi, con la consapevolezza, però, che non esistono metodi che funzionano con tutti e che il sonno è una faccenda molto particolare e, qualche volta, anche delicata
Favorire il sonno dei bimbi
Le pubblicazioni sul sonno dei bimbi sono moltissime. Alzi la mano il genitore di un bimbo insonne che non abbia una pila di volumi sull’argomento appoggiati vicino al letto o sul proprio comodino. Fate la nanna, Tutti i bambini fanno la nanna, Facciamo la nanna, Fai la nanna senza lacrime…
Si comincia così e poi si arriva a Fai la nanna, bastardo! e Fai sta cazzo di nanna (appena uscito il libreria).
Genitori disperati, con lo sguardo tra l’inebetito e l’arrabbiato, si aggirano per il mondo alla ricerca di una soluzione, collezionando nozioni che sperano possano servire a qualcosa. Riassumendo, ecco alcune delle indicazioni spesso contenute nei volumi che trattano la questione sonno e bimbi.
- È inutile portare i bimbi a letto quando non hanno sonno; bisognerebbe aspettare che siano molto stanchi.
- Il genitore dovrebbe uscire dalla stanza un po’ prima che il bimbo di addormenti per favorire la capacità di addormentarsi in autonomia. Sul come comportarsi in caso di pianti e urla, i metodi si dividono essenzialmente in due categorie, quelli che invitano a far piangere il bambino e quelli che puntano sulla rassicurazione.
- Il letto non è un luogo per giocare e quindi i bimbi andrebbero portati nel lettino solo per dormire.
- Non è una buona abitudine far addormentare i bimbi con la TV accesa. Meglio il libro. Una bella fiaba è certamente l’ideale. Esistono tanti libri che raccontano storie sul tema nanna; magari non raggiungono lo scopo (quello di far addormentare come un ghiro il bambino), ma spesso sono belle e piacevoli. L’omino della nanna, per esempio, o Topo tip non fa la nanna.
- È importante stabilire ritmi regolari per il sonno ed è importante organizzare un rito serale. Per esempio, si stabilisce che tutte le sere, dopo cena, si fa un gioco tranquillo, ci si lava, ci si mette il pigiama, fiaba e poi nanna. Magari i risultati non sono immediati, ma stabilire un rito e dare ritmi regolari può funzionare davvero. Bisogna, però, essere costanti a avere tanta pazienza. Ai bimbi piacciono le abitudini, sono i fuori programma che li disorientano.
- I bimbi dovrebbero dormire sempre, sin da quando sono molto piccoli, in penombra o al buio e in silenzio. Non è quindi una buona abitudine mettere il carrozzino in salotto o in cucina soprattutto se c’è gente che chiacchiera o rumore.
- Non è una buona abitudine far addormentare i bambini facendoli passeggiare nel carrozzino o nel passeggino, così come non è una buona abitudine utilizzare il potere soporifero di una bel giro in auto. Può essere controproducente, nel senso che se funziona diventa una schiavitù. Se il bimbo si sveglia di notte che si fa? Ci si rimette in auto, magari in pigiama, per fare un altro giro?
- Quest’ultima “regola” è forse la più complicata: non bisogna rendere evidente al bimbo il proprio stato di insofferenza e di disperazione. È controproducente: i bimbi sono molto influenzati dalle sensazioni degli adulti e può innescarsi un meccanismo a catena (una catena difficile da spezzare) in cui più il genitore si agita più il bimbo urla e, viceversa, più il bimbo urla più il genitore si agita.
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E se non funziona?
Il sonno dei bimbi non è una certezza e, certe volte, è una conquista complicata. Il mondo, purtroppo, è pieno di piccoli che fanno fatica a dormire tutta la notte e di genitori che non sanno più che pesci prendere. In quei casi potrebbe essere utile concentrarsi sul pensiero che passerà; prima o poi tutti i bambini imparano ad apprezzare il momento in cui possono sprofondare sotto le coperte e sognare il loro eroe preferito. Come ha scritto Ron Biber:
“Da che l’essere umano si è affrancato dalla sua parentela con la scimmia e con gli altri animali; da quando ha cominciato a formare i primi nuclei famigliari, le prime unioni di fatto sotto la volta delle caverne; lungo il cammino della civiltà, i suoi cuccioli sono sempre cresciuti allo stesso modo. E cioè mangiando, cagando, dormendo e spaccando tutto di giorno; piangendo e agitandosi di notte.”
Che fare se si è completamente esausti? Potrebbe funzionare concedersi qualche momento di relax, magari facendosi aiutare dai genitori, dai suoceri, da un amico, da una baby sitter… Prendersi cura di se stessi e cercare uno spazio, anche piccolo, per riposare, può aiutare più di quella pila di manuali di pediatria stipata sul comodino. A volte è complicato trovare il tempo di rilassarsi e ci si dimentica di se stessi, ma è importante, per il proprio benessere e anche per quello del proprio bambino.
Se, però, il bimbo proprio non dorme, è indicato parlarne con il pediatra, per un consiglio, ma anche per tranquillizzarsi ed escludere che alla base del problema non ci siano fattori scatenanti quali dolore, apnee notturne o altri disturbi.
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Immagine | Marc van der Chijs
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Fai sta cazzo di nanna, Adam Mansbach e Ricardo Cortés
Tutti i bambini fanno la nanna, Annette Kast-Zahn, Hartmut Morgenroth