Sindrome da stanchezza cronica e depressione
La sindrome da stanchezza cronica è una malattia invalidante, non sempre facilmente diagnosticata che può portare a forme di depressione molto serie e a volte essere addirittura confusa con una forma depressiva.
Si definisce sindrome da stanchezza cronica o da fatica cronica (CFS), “un disturbo caratterizzato dalla fatica cronica persistente da almeno 6 mesi”.
Questa malattia colpisce soprattutto le donne e in Italia si stimano circa 300.000 casi. Si tratta di una patologia molto seria, debilitante che modifica completamente lo stile di vita di chi ne è afflitto.
La stanchezza che subissa ogni forza e intenzione è tale da costringere a limitare o addirittura abbandonare l’attività lavorativa, principale fonte di dignità dell’essere umano.
La stanchezza cronica non viene alleviata neppure col sonno e il riposo, ed è accompagnata da una sintomatologia molto seria:
> mancanza di memoria;
> difficoltà di concentrazione;
> mal di gola;
> ingrossamento e dolenza dei linfonodi ascellari e cervicali;
> dolori articolari e muscolari.
Spesso la diagnosi avviene per esclusione, alla ricerca di patologie legate ai sintomi che possono appartenere a molte altre forme di disturbo.
Proprio per fornire una sua autorevolezza alla malattia e inquadrarla con maggiore precisione è stata coniata una definizione ben più tecnica, encefalomielite mialgica, che “circoscrive” le cause a infiammazioni o squilibri della mielina encefalica, con manifestazioni dolorose muscolari e articolari.
Le cause sono ancora tutte da indagare, se ne ipotizzano alcune di natura ormonale, di natura genetica, o addirittura infettiva, ma una risposta vera e propria ancora non c'è.
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Stanchezza cronica e Depressione
Come per la fibromialgia, la stanchezza cronica presenta difficoltà di diagnosi e spesso non è riconosciuta, lasciando il paziente in un profondo stato di prostrazione.
Vengono a mancare i riferimenti più saldi della propria esistenza, il lavoro, la vita sociale, l’attività fisica e molte volte non vi è neppure il conforto del medico che riconosce una possibile sindrome da stanchezza cronica e ne stila una cura specifica atta a limitare i danni e dare sollievo, anche solo a livello emotivo.
Proprio per tutti questi motivi la sindrome da stanchezza cronica va spesso a braccetto con la depressione innescando un circolo vizioso dal quale diventa difficile uscire e riprendersi. Il tessuto familiare è fondamentale in questi casi perché può vicariare le forze che mancano al paziente per affrontare la malattia e combattere non solo contro il disturbo ma anche contro il pregiudizio.
Oltre a innescare una condizione depressiva, la sindrome da stanchezza cronica può essere confusa con la depressione, e quindi anche la cura può diventare un’arma pericolosa per il paziente, che molto probabilmente si ritroverebbe appesantito da psicofarmaci, con complicanze della sfera cognitiva.
Esistono centri specializzati sulla ricerca della sindrome da stanchezza cronica ed è importante rivolgersi a loro sia sotto consiglio di un medico illuminato sia al contrario se ci accorgiamo che il nostro medico curante sembri sottovalutare i sintomi da spossatezza, dolenza muscolare e mancanza di memoria.
Impariamo sempre ad ascoltare cosa il corpo ci dice, senza trasformarci in ipocondriaci, ma con la giusta attenzione.
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