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Cos'è la massoterapia psicosomatica

Il passaggio dalla psicologia alla psicosomatica, il massaggio allo psicosoma come tecnica di manipolazione del sistema muscolare e del tessuto connettivo per sciogliere i blocchi.


Cos'è la massoterapia psicosomatica

Dalla psicologia alla psicosomatica

L’essere umano tende naturalmente a vivere ogni espressione e cambiamento del proprio corpo con una ricca gamma di emozioni, e ad accompagnare con altrettante espressioni e cambiamenti del corpo ogni singola emozione.

Eppure, nonostante la stretta relazione tra psiche e soma rappresenti un’incontestabile verità, l’Uomo Occidentale ha sviluppato una scienza ultraspecialistica improntata sempre più alla divisione dei due aspetti, psichico e somatico, dell’essere umano, formando specialisti competenti dell’uno o dell’altro specifico campo e limitando il più possibile l’interazione o l’interferenza tra i rispettivi ruoli.

Da quando Cartesio ebbe postulato la divisione mente-corpo, la scienza occidentale ha seguito quel modello concentrandosi soprattutto sulla seconda istanza, ritenuta la più importante.

Si dovette attendere fino a Freud perché all’aspetto psichico fosse riconosciuta una certa importanza nell’approccio all’essere umano, ma anche il suo metodo, di contro, non prendeva in debita considerazione l’importanza del corpo.

Finalmente, ma in tempi assai più recenti, le osservazioni e le ricerche di alcuni studiosi che hanno concentrato la loro attenzione sulle interazioni tra corpo e mente hanno permesso di porre le basi dello sviluppo della moderna scienza Psicosomatica.

L’opera di W. Reich e di A. Lowen rappresenta probabilmente il più importante contributo iniziale alla nuova scienza: essi constatarono che le emozioni psichiche si accompagnano a livello somatico ad un aumento del tono di muscoli specifici, e che la presenza assidua o la ritenzione cronica delle stesse emozioni comportano modificazioni permanenti a carico dei muscoli e del tessuto connettivo, originando blocchi e armature psicosomatiche caratteriali a loro volta condizionanti la personalità dell’individuo, e tendenti a mantenerne le attitudini emotive in una continua spirale forzata.

 

Il metodo scientifico

Anche la scienza tradizionale, del resto, subito pronta ad escludere dal proprio campo di interesse tutto ciò che non sia possibile misurare con rigore scientifico e dimostrare con appropriate indagini statistiche, si è ormai vista costretta a modificare almeno in parte la propria posizione, annoverando il fattore psicosomatico tra i possibili fattori eziologici di molte malattie, nonché ricorrendovi come ultima risorsa diagnostica quando tutti i mezzi strumentali e clinici a disposizione non permettano di inquadrare uno stato patologico tra i modelli disponibili (!).

 

Le espressioni dello psicosoma

In realtà sono davvero numerose le emozioni che si esprimono somaticamente attraverso un codice corporeo interpretabile, e questo fatto dà loro un significato nuovo e più intenso.

Il corpo si rivela così come simulacro della vita emotiva: le emozioni provate e quelle trattenute o represse plasmano il corpo giorno dopo giorno, così che in ogni momento sia possibile, per l’osservatore attento ed esperto, ricostruirne la storia emozionale.

 

L'affezione psicosomatica

Il campo d’interesse della scienza Psicosomatica riguarda in particolar modo i nodi energetici, le disarmonie e i blocchi dello psicosoma, che si realizzano quando certe emozioni vengono trattenute nello stesso perché ne è impedita o condizionata la liberazione all’esterno.

Può trattarsi di ricordi spiacevoli o traumatici, di sentimenti di rabbia, aggressività, paura, dolore… abbiamo provato tutti che cosa significhi trattenere a lungo questi sentimenti: impedirne lo sfogo si accompagna sempre ad uno stato generale di tensione e alla contrazione di muscoli specifici (ad esempio si trattiene l’energia della rabbia e dell’aggressività serrando i pugni o le mascelle, o ancora portando all’indietro le spalle; oppure si contraggono i muscoli pelvici per trattenere le energie sessuali, ecc.).

Se questi atteggiamenti contenitivi diventano modalità abituali, i muscoli implicati, cronicamente contratti in conseguenza al perpetuarsi degli stati emotivi corrispondenti, nel corso del tempo faticano sempre più a tornare al loro tono normale e tendono a rimanere cronicamente più tesi.

Di conseguenza, lo psicosoma limita la fluidità del movimento e la vitalità di quelle emozioni che, in condizioni di salute e di equilibrio, verrebbero espresse proprio dalla funzionalità di quei medesimi muscoli.

Ad essere coinvolti nei processi psicosomatici di ritenzione e repressione emotiva possono essere praticamente tutte le strutture muscolari: mimiche, posturali, superficiali, profonde, liscie o striate.

Meccanismi ancora più complessi provocano invece modificazioni all’anatomia e alla fisiologia del tessuto connettivo sottocutaneo, come nel caso delle manifestazioni psicosomatiche della PEFS (‘cellulite’), le quali resistono a tutti i trattamenti tradizionali che non tengano debitamente conto di questa peculiare eziologia.

 

Che cos'è e a cosa serve la massoterapia neuromuscolare?

 

Il Massaggio allo psicosoma

Molte tecniche psicosomatiche sono state messe a punto per intervenire direttamente sulla pelle dello psicosoma, proprio allo scopo di porre efficacemente rimedio a queste problematiche.

Alcune di esse svolgono la loro azione in modo mirato, mediante la manipolazione del sistema muscolare e del tessuto connettivo, per sciogliere i blocchi, le armature e le aderenze che li affliggono e restituendo in tal modo fluidità anche alle energie ivi trattenute.

Tra le tecniche più evolute di questo tipo annoveriamo l’”Integrazione Strutturale” di Ida Rolf (o 'Rolfing') e l’”Integrazione Posturale” di Jack Painter.

Altre considerano invece la globalità del problema, rivolgendosi olisticamente a tutto lo psicosoma e promuovendo un processo di autocoscienza ed autoguarigione, senza apportare alcuna forzatura traumatica.

Lo scopo è ristabilire la sintonia simbiotica tra corpo e mente e riequilibrare gli stati emozionali ed energetici, oppure favorire l’integrazione ottimale dello schema corporeo attraverso la stimolazione d’una consapevole presa di coscienza di alcuni fon­damentali caratteri oggettivi e soggettivi dell’esistenza fisica, come la massa, la forma e i rapporti spaziali dello psicosoma.

Alcune delle tecniche più evolute di massoterapia psicosomatica, pur producendo un alto grado di efficacia terapeutica, possono d’altra parte rivelarsi cruente e traumatiche per molte delle persone che vi si sotto­pongono, e i loro effetti non sono sempre facilmente controllabili dal terapeuta.

Tecniche dolci di massaggio olistico del corpo come il Massaggio Olopercettivo, allo stesso modo d’ogni altra forma istintiva ed amorevole di contatto fisico, rappresentano invece, per la persona che le riceve, un’esperienza sempre e co­munque non traumatica, piacevole ed appagante, e con la loro ‘dolcezza’ non suscitano mai la difesa reat­tiva dello psicosoma che rischierebbe di invalidare il processo di cura.

 

Fonte bibliografica

“Osservazioni e riflessioni critiche sull’esperienza olistica del contatto di pelle: dalle origini della vita al Massaggio Olopercettivo”, di Diego Zago. Pubblicazione in “Nursing Oggi” – 1/2001, Edizioni Lauri.

 

Per approfondire:
>  Pratica, benefici e controindicazioni della massoterapia